Museo di Castelvecchio
Verona
corso Castelvecchio, 2
045 8062611 FAX 045 8010729
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l'Orbetto
dal 18/9/2001 al 19/12/2001
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approfondimenti

Alessandro Turchi



 
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18/9/2001

l'Orbetto

Museo di Castelvecchio, Verona

Alessandro Turchi 1578-1649. Suoi dipinti figuravano nelle raccolte del cardinale Richelieu, del cardinale Mazzarino, di Luigi XIV, di Guglielmo III duca d’Orange. Louis Phelipaux de la Vrilliere, segretario di Stato di Luigi XIII e di Luigi XIV, volle la Morte di Marcantonio e di Cleopatra per esporla accanto a tele di Guercino, Pietro da Cortona, Guido Reni, Poussin e Maratta nella celebre Galerie del suo palazzo di Parigi, affrescata da François Perrier. Ma a contendersi i lavori di questo maestro veronese, colto e raffinato, erano anche la grande nobilta' e l’alto clero romano, dai Barberini ai Borghese (...)


comunicato stampa

Alessandro Turchi 1578-1649

Suoi dipinti figuravano nelle raccolte del cardinale Richelieu, del cardinale Mazzarino, di Luigi XIV, di Guglielmo III duca d’Orange. Louis Phélipaux de la Vrillière, segretario di Stato di Luigi XIII e di Luigi XIV, volle la Morte di Marcantonio e di Cleopatra per esporla accanto a tele di Guercino, Pietro da Cortona, Guido Reni, Poussin e Maratta nella celebre Galerie del suo palazzo di Parigi, affrescata da François Perrier.

Ma a contendersi i lavori di questo maestro veronese, colto e raffinato, erano anche la grande nobiltà e l’alto clero romano, dai Barberini ai Borghese: un successo confermato dall’incarico di partecipare alla decorazione ad affresco della Sala Regia del Quirinale, la residenza estiva dei pontefici. E la fortuna collezionistica non si conclude nell’arco della sua esistenza, poiché ne ammiravano e ne possedevano le opere conoscitori d’arte come Jabach, Mariette, Crozat, il Gran Principe Ferdinando di Toscana, il console inglese a Venezia Joseph Smith, Federico Augusto III, re di Polonia ed Elettore di Sassonia, fino a Lucien Bonaparte e Giuseppina Beauharnais.

L’artista di cui si parla è Alessandro Turchi, conosciuto anche come l’Orbetto, nato a Verona nel 1578. Formatosi nella bottega di Felice Brusasorzi, il più rappresentativo maestro del tardo manierismo veronese, si fece apprezzare dalla nobiltà cittadina, che gli commissionò opere quali le ante dell’organo dell’Accademia Filarmonica. Si trasferì a Roma verso il 1614, e qui visse fino alla morte nel 1649. Ascritto alla prestigiosa Accademia di San Luca dal 1618, ne diventò ‘Principe’ nel 1637. Unico fra i pittori della nuova generazione ad inserirsi agevolmente nell’ambiente colto dei committenti a Verona, Turchi si qualifica per il nucleo più evidente e saldo della sua poetica, totalmente nuovo a quelle date. Si tratta di un precoce classicismo, già pienamente maturo: è un ritornare alla tradizione di patrio purismo formale, che aveva caratterizzato un filone della pittura veronese del Cinquecento, ma temperato di naturalismo.

La prima parte della sua attività lo vede protagonista apprezzato di opere religiose e profane in ambito cittadino, ma la scelta di vivere a Roma, dove operano i più grandi protagonisti dell’arte, gli consente di arricchire il suo orizzonte stilistico e di ricevere importanti commissioni anche da una clientela internazionale. Le sue opere si trovano oggi nei maggiori musei di tutto il mondo.

Dal 19 settembre al 19 dicembre gli è dedicata una grande retrospettiva nelle sale del Museo di Castelvecchio per iniziativa dello stesso Museo, del Comune di Verona, Assessorato alla Cultura, e della Fondazione Cassa di Risparmio di Verona Vicenza Belluno e Ancona, con la collaborazione della Soprintendenza per i Beni Artistici e Storici del Veneto e della Regione del Veneto. La mostra di Verona è la prima dedicata interamente all’artista, e costituisce uno sviluppo e un approfondimento di quella organizzata nel 1974 da Licisco Magagnato, incentrata su Cinquant’anni di pittura veronese 1580-1630, dove Turchi figurava tra i protagonisti, a fianco dei pittori veronesi della sua generazione. In sala Boggian e nelle sale del Sei e Settecento di Castelvecchio sono esposti circa cinquanta dipinti e una ventina di disegni provenienti dalle collezioni pubbliche e private di tutto il mondo: grandi pale d’altare e piccoli quadri di destinazione privata, su rame o su paragone, di soggetto religioso, storico e mitologico.

Un itinerario tra le opere di Turchi nelle chiese veronesi è stato organizzato insieme alla Soprintendenza per i Beni Artistici e Storici del Veneto.

La mostra è stata realizzata con la collaborazione di Daniela Scaglietti Kelescian, da molti anni studiosa di Turchi, e di un comitato scientifico internazionale: Filippa Aliberti Gaudioso Soprintendente per i Beni Artistici e Storici del Veneto, Paola Marini direttrice del Museo di Castelvecchio, Giorgio Marini conservatore presso il Museo di Castelvecchio, Sergio Marinelli dell’Università di Padova, Loredana Olivato dell’Università di Verona, Pierre Rosenberg Président-Directeur del Louvre, Erich Schleier dei Musei di Berlino, Claudio Strinati Soprintendente per i Beni Artistici e Storici di Roma.

Museo di Castelvecchio - Verona

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Giorgio Vigna
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