West Village Gallery
Modena
via de' Gavasseti, 241
059 9782109
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Andrea Chiesi
dal 18/5/2007 al 29/6/2007

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West Village Gallery



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Andrea Chiesi



 
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18/5/2007

Andrea Chiesi

West Village Gallery, Modena

"Ancora adesso, parallelamente al rigore monastico della pittura, quando tutti pensano che io passi il tempo solo a fotografare e dipingere relitti industriali e moribondi edifici abbandonati, in realta' di nascosto, la notte, senza che nessuno se ne accorga, continuo a disegnare le mie diafane figure sui miei taccuini darkettoni." (A.Chiesi)


comunicato stampa

Taccuini

Settembre 1990. Ero a Marsiglia, invitato a partecipare alla Biennale dei giovani artisti dell’Europa mediterranea. Tra le numerose iniziative parallele c’era un concorso promosso dalla RTM (Règie de Transportes de Marseille): si trattava di rappresentare, in qualche modo, i trasporti pubblici della città. Non avevo nessuna idea in mente, ma il premio in denaro era una ragione sufficiente per darmi da fare. Così la mattina successiva comprai un quadernetto di fogli bianchi, una penna e entrai in metropolitana. Ci restai tutto il giorno. Non facevo niente di particolare, guardavo, osservavo, salivo e scendevo, percorrevo tutte le linee, da un capolinea all’altro, cambiavo direzione, risalivo e riscendevo, ogni volta in una stazione diversa. Osservavo, con Burning Inside dei Ministry nelle cuffiette, la giacca alla coreana con la spilletta dei Test Department. E disegnavo. Con la speranza di farmi venire qualche idea. Volevo vincere quel premio.

Ero disoccupato e quei soldi mi servivano. Alla sera ero stremato. Avevo percorso chissà quanti chilometri, avevo subito un controllo della polizia, evidentemente insospettita da tutto quel mio girovagare, avevo sopportato gli sguardi e i commenti, ma ero felice, il quadernetto era finito, colmo, pieno di disegni. Non restava nessuna pagina bianca. Soddisfatto tornai in albergo con l’intento di individuare lo schizzo migliore da rielaborare e da presentare. Ma più sfogliavo i 101 disegni, i treni, i binari, i passeggeri, i tunnel, le scale, i cartelli, le mani, gli occhi e tutti i dettagli che avevo “rubato”, e più capivo che nessuno era superiore all’altro. Non c’era nessun disegno da isolare. A questo punto mi resi conto che quello che avevo tra le mani non era un quadernetto, ma un taccuino. Il mio taccuino numero 1. L’indomani mi presentai in segreteria e lo consegnai. Ci fu qualche protesta, il regolamento prevedeva una sola immagine, ma io insistetti e alla fine accettarono, forse perchè non capivano nulla di quello che dicevo. E vinsi il premio.

Da allora non ho più smesso di disegnare taccuini, ne ho realizzati ad oggi centoquindici. La maggior parte riguarda le figure disegnate con l’inchiostro nero-viola acquerellato, ma se si sfogliassero tutti, uno dopo l’altro, si vedrebbero i vari stili, i cicli che si sono susseguiti in questi 17 anni. Li ho sempre amati, perché io nasco come disegnatore di fanzine e qui, in queste pagine da sfogliare, sento le mie origini. Poi hanno quella dimensione di intimo, di privato e di misterioso che li rende affascinanti. Vanno tenuti chiusi come libri, in un cassetto, non arredano, non stupiscono, non si vantano, sono riservati, si mostrano solo a chi lo merita, riposano al buio, la carta è fragile, l’inchiostro teme i raggi UVA. Vivono in un modo molto simile al mio. Non li ho esposti quasi mai, tranne rarissime eccezioni.

Nel 1995 alla galleria Rossanaferri, dove come catalogo c’era un Millelire di stampa Alternativa e la sonorizzazione originale era realizzata dai Disciplinatha. E nel 2000 alla biblioteca d’arte Luigi Poletti, quando furono raccolti, catalogati, riuniti ed esposti tutti insieme. Poi hanno fornito il nome e le copertine ad una collana di 20 CD musicali prodotti tra il 1996 e il 1997 dal Consorzio Produttori Indipendenti. E ora torna alla luce questa piccola e intensa raccolta di un collezionista privato, che altrettanto riservato, preferisce restare anonimo. E ancora adesso, parallelamente al rigore monastico e paranoico della pittura, quando tutti pensano che io passi il mio tempo solo a fotografare e dipingere relitti industriali e moribondi edifici abbandonati, in realtà di nascosto, la notte, senza che nessuno se ne accorga, continuo a disegnare le mie diafane figure sui miei taccuini darkettoni. Prima o poi ritorneranno fuori, lo so.

Inaugurazione 19 maggio 2007

West Village Gallery
via de' Gavasseti, 241 - Modena
Ingresso libero

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