La serie di fotografie di Luigi Ghirri raccolta sotto il titolo I luoghi della musica venne esposta per la prima volta a Boretto nel maggio del 1993. Si tratta di una scelta fatta dalla moglie, Paola Ghirri, poco piu' di due anni dopo la scomparsa del grande fotografo, dell'autore che ha inaugurato e segnato la fase forse più alta della fotografia italiana del secondo dopoguerra.
La serie di fotografie di Luigi Ghirri raccolta sotto il titolo I luoghi
della musica venne esposta per la prima volta a Boretto nel maggio del
1993. Si tratta di una scelta fatta dalla moglie, Paola Ghirri, poco
più di due anni dopo la scomparsa del grande fotografo, dell'autore
che ha inaugurato e segnato la fase forse più alta della fotografia
italiana del secondo dopoguerra.
Le fotografie esposte, poco meno di quaranta, coprono l'intero arco
della vicenda ghirriana, dal periodo iniziale segnato dalla ricerca
concettuale e dai rimandi alla Pop Art (da Kodachrome, Paesaggi di
cartone, Italia Ailati, dal 1970 quindi) alle fotografie confluite nelle
ricerche sul paesaggio (Viaggio in Italia, 1984, Esplorazioni della Via
Emilia, 1986, i due volumi del Touring Club Italiano sull' Emilia
Romagna, 1985-86) e alle ricerche esplicitamente dedicate alla musica
(per Lucio Dalla, Gianni Morandi, Luca Barbarossa, i CCCP...) cercando
di tracciare, molto liberamente, un percorso di immagini a ridosso del
tema della musica.
In effetti tutta l'opera di Luigi Ghirri, tutta la sua riflessione con
immagini e parole, è stata attraversata dalla musica come scrittura
che si intreccia a quella delle fotografie. Dall'amatissimo Bob Dylan
alle sonate di Bach alla musica contemporanea, fino a Cage, a Glass,
fino alla riscoperta del melodramma verdiano come "scenario" dei suoi
ultimi paesaggi padani, la musica per Ghirri era territorio attraversato
con erudita passione e acuta intelligenza, scandito da scelte precise
anche se apparentemente non sistematiche, spesso dichiarate nelle
immagini e negli scritti teorici. Desolation Row di Bob Dylan era per
Ghirri una delle più puntuali descrizioni di una scena urbana, la
colonna sonora di Blade Runner di Vangelis era capace di svelare
inattese sintonie tra lo spettacolo del paesaggio più
stereotipatamente accattivante (ne scrive in Ritorno da Sorrento, il 4
dicembre 1986, il pezzo è riportato nel catalogo che accompagna la
mostra) e la condizione alienata dello sguardo contemporaneo, del
paesaggio reale dei nostri percorsi; il rock saturo di effetti e watt di
Prince era metafora ed effetto del disastro del nostro paesaggio, della
nostra sordità e cecità (Da Contarina a Prince, in Il Manifesto, 11
maggio 1989).
I luoghi della musica di Ghirri, riproposti a Busseto in base a una
nuova selezione di Paola Ghirri, ad opera del circolo fotografico a lui
intitolato da Corrado Ugolini, non sono quindi tanto (o soltanto)
fotografie di luoghi in cui si ascolta o si produce musica, quanto
luoghi dello sguardo e della nostra cultura in cui è leggibile la
traccia della scrittura, della cadenza musicale nelle tante, spesso
inaspettate, declinazioni di cui era capace la narrazione di uno dei
maggiori protagonisti della fotografia.
Paolo Barbaro
Inaugurazione sabato 8 settembre ore 17,30
Sala del Monte di Credito
Busseto (Parma)