Pittura. Nella maggior parte dei suoi lavori troviamo immagini di attualita' che mostrano interni con individui oziosi, o scene di desolazione create dalla guerra. Alcune opere ricordano le incisioni di Goya. A cura di Vittorio Urbani.
Pittura
A cura di Vittorio Urbani
Nella maggior parte dei lavori di Germán Portal troviamo immagini di
attualità. Potremmo situarle nel presente, anche se, per gli oggetti
che vi troviamo, non è neanche chiaro né un momento né un luogo
determinato, e potrebbero perfino essere immagini di decenni
passati. Queste scene mostrano interni con individui oziosi, o scene
di desolazione create dalla guerra. Nell’arte del passato sono stati
importanti generi come la pittura di costume o la pittura storica.
Alcuni temi trattati da Portal ricordano Goya. I disegni con scene
di combattimento e soldati potrebbero collegarsi con alcune
incisioni di Goya della serie Los desastres de la guerra.
Nel
disegno di Portal El ataque de la insurgencia..., l’immagine
rappresentata è stata estratta da una fotografia della stampa. In
Goya, invece, sembrerebbe che ci fosse una maggior implicazione e
conoscenza dei fatti, vissuti in modo piú o meno diretto da Goya
stesso. Ciò nonostante, anche in Goya c’è distanza quando
rappresenta un fatto anni dopo, come nel caso di Los fusilamientos
del 3 de mayo.
Nel caso dei lavori di G.P, questi prende le immagini della
televisione, della stampa o di internet e le rappresenta di nuovo,
senza che gli importi troppo il momento o il luogo, come se
realizzasse un tipo di collezionismo d’immagini o cartoline che
produce o trasforma per se stesso.
Sembra che nell’era globale, un accadimento qualsiasi, per lontano
che sia, diventi anche un tema personale. La televisione ci mostra
queste immagini quotidianamente, e questo fa sí che, d’altra parte,
questi fatti provochino sempre piú distacco per chi non li vive in
prima persona.
Nella maggior parte dei disegni e delle pitture, malgrado
un’intenzione apparente di spiegare un fatto o di raccontare una
storia, come se l’insieme formasse un grande reportage sulla
condizione umana, non c’è un messaggio chiaro, né una morale, né una
critica diretta. Questi lavori hanno un’apparente mancanza
d’implicazione, sono imparziali. Semplicemente sembra che diano di
nuovo testimonianza di un fatto, ma con una certa distanza, senza
implicarsi nell’argomento.
Nonostante questa apparente mancanza di implicazione, nella
composizione, la maggior parte delle pitture funzionano come se si
trattasse di una conversation piece; in quasi tutte c’è un numero
variabile fra 2 e 4 personaggi o oggetti che formano l’azione. In
seguito, questi dialoghi si situano nelle circostanze piú diverse,
da esterni spogli fino a affollati locali notturni. Il dialogo è
quello che apparentemente attrae e invita lo spettatore, piú che il
tema, che diventa qualcosa di quasi circostanziale. A sua volta,
queste conversazioni sono rapporti che lasciano da parte l’ambiente,
e anche se in alcuni casi creano una tensione con ciò che le
circonda, i gruppi di personaggi che dialogano in queste storie
formano una intima unità.
D’altra parte, nei lavori di Germán Portal ci sono sceneggiature di
storie, e i protagonisti si presentano quasi come attori che
recitano uno spettacolo teatrale. In alcuni casi sembra che ci sia
una disposizione delle figure e che venga chiesto loro di posare per
farsi ritrarre. Ma questa teatralità è piú vicina all’ istantanea
fotografica che alla natura morta dipinta; la rigidità di alcune
composizioni arriva quasi alla scena ferma, come se stessimo
parlando di una sequenza fotografica dove il soggetto posa come gli
viene indicato. Come se fosse obbligato ad essere fermi per qualche
minuto. Questo stretto rapporto fra pittura e fotografia possiamo
trovarlo anche in altri artisti, come in Francis Bacon.
La teatralità, e questa unità d’individui per rappresentare una
scena, lascia chiaro il tipo di rapporto artificioso e momentaneo
fra i personaggi che compongono il gruppo, come se i rapporti
durassero il tempo necessario per ottenere l’immagine desiderata.
C’è un senso d’isolamento in queste composizioni, come se i
protagonisti non parlassero fra di loro, o fossero assenti dal luogo
dove si trovano. È come un tipo d’individualismo, e come se ognuno
degli oggetti che compongono il quadro avesse vita propria ma non
avesse un rapporto con gli altri, o non gli interessasse; come se
dialogassero mantenendo però ognuno l’anonimato. In definitiva, un
isolamento e una mancanza d’implicazione che assomigliano a certe
condotte che l’uomo contemporaneo ha acquisito, con le rispettive
conseguenze.
Germán Portal (Montevideo, 1979), vive e lavora a Barcellona
(Spagna).
Ha seguito studi di Belle Arti a Barcellona (UB) e in Italia
(Ravenna e Venezia) fra gli anni 1997 e 2001.
Nel 2000 la sua prima mostra personale a Barcellona con la galleria
Principal Sombrerers. A Venezia espone nel 2003, e ripete in seguito
nel 2005 e 2007 con Nuova Icona durante le 51° e 52° Biennale.
Nel 2006, i suoi lavori entrano a formar parte della collezione del
L.A.C. di Narbonne (Francia).
In Spagna, ha ricevuto sovvenzioni per la creazione artistica dal
Ministero di Cultura e dall’Institut Ramon Llull.
Inaugurazione 2 giugno 2007
Abbazia di San Giorgio Maggiore
Giudecca-Isola Di San Giorgio - Venezia
Orario: 9 am - 12.30 pm; 2pm - 7 pm
Ingresso libero