La Cuba d'Oro
Roma
via della Pelliccia, 10
06 58320342 FAX 06 5897368

Ilaria Occhigrossi
dal 5/6/2007 al 19/6/2007

Segnalato da

Nella Giambarresi




 
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5/6/2007

Ilaria Occhigrossi

La Cuba d'Oro, Roma

'I lavori dell'artista possiedono e assumono connotati particolarissimi affidati alle varie possibilita' dell'interscambio della comunicabilita'.' (Carmine Mario Muliere)


comunicato stampa

Impersonale

Presentazione di CARMINE MARIO MULIERE

(…) I lavori di Ilaria Occhigrossi o, ancor meglio, la sua specifica modalità di realizzazione - proprio e in quanto sono opere nate da un’intima necessità di indagine conoscitiva - possiedono e assumono connotati particolarissimi affidati alle varie possibilità dell’interscambio della comunicabilità.

L’Artista ci dà la possibilità di sottolineare che l’Arte è viva quando è libera a prescindere, vale a dire totalmente libera per poter riflettere opportunamente su un problema fondamentale già espresso arditamente da san Paolo: «La creazione stessa attende con impazienza di essere lei pure liberata dalla schiavitù della corruzione».2 Questo riferimento, ci pone al centro dell’idea che si concretizza anche in questa mostra per la quale l’immagine piú completa per rispondere alla constatazione esemplare indirizzata ai Romani, l’abbiamo trovata nell’opera Apriti cielo: Ho visto il cielo, come un tendone / avvolgere la sua superficie luminosa / tirare su i pali e scomparire / (Emily Dickinson, Poesie). A questi versi Ilaria aggiunge: «Di fronte a quel bizzarro edificio in Via dei Cerchi con la sua bordatura di asole, si è accesa la voglia di fotografarlo e di costruirci sopra il sipario che apre sullo spettacolo del cielo». Non è un’analogia dell’equilibrio alchemico evidenziato dalla combinazione del macrocosmo e del microcosmo? (…)

Lo sguardo interiore di Ilaria Occhigrossi ci avverte che l’Immagine è anche strumento dell’inconscio e come tale, va gestita pariteticamente nell’intimità condivisa con amore come ispira il lavoro Oltre la siepe. Un lavoro configurato nella sfera universale che comprende il visibile e l’invisibile dell’Infinito leopardiano dal quale le nasce questa riflessione: «L’infinito oggi non è piú nascosto oltre la siepe, perché tutto ci è svelato, e l’iperrealtà è, se possibile, ancora piú vivida della realtà. Le immagini mediatiche sostituiscono il nostro immaginario, e «sedendo e mirando» davanti al personal computer navighiamo in altri mari, anzi in altri cieli, piú brillanti di quelli - non piú - nascosti dalla siepe».

Con questa affermazione, Ilaria scava-seziona-estrae l’azione che le ha determinate per recuperare, difendere e preservare tutte le loro qualità intrinseche. Ilaria Occhigrossi ci suggerisce un’indagine nei luoghi misteriosi e celati negli interstizi invisibili delle tematiche da cui secerne il senso segreto dei suoi lavori.

2 - Cfr. Lettera ai Romani, 8, 19.

La Cuba d'Oro
Via della Pelliccia 10 - Roma
Ingresso libero

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