Arch Galleria delle Cose
Roma
Via Giovanni Lanza, 91A
06 45471695 FAX 06 45471695
WEB
Doppia personale
dal 31/5/2007 al 23/6/2007
Da martedi' a sabato 16-22, domenica 18,30-22, lunedi' chiuso

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ARCH Galleria delle Cose




 
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31/5/2007

Doppia personale

Arch Galleria delle Cose, Roma

Le sculture di Simonetta Pizzarotti combinano forma e materia, la prima ora studiata ora casuale, la seconda sempre diversa, dalla ceramica al legno al vetro al tessuto alla cartapesta. Giuliano Pastori sviluppa attraverso la fotografia e la pittura un'attenta ricerca sul tema della citta', sulla percezione degli spazi urbani e sul vissuto quotidiano, sottolineando la connotazione artificiale e umana dell'esperienza metropolitana. A cura di Leonardo Tizi.


comunicato stampa

Simonetta Pizzarotti e Giuliano Pastori

Simonetta Pizzarotti

A cura di: Leonardo Tizi

La galleria ARCH espone dal 1 al 24 giugno i lavori di Simonetta Pizzarotti, ceramista, decoratrice d'interni e creatrice di complementi di arredo; realizzazioni che racchiudono in se, come fossero uscite da uno scrigno magico, l'unicità dell'opera d'arte e la semplice utilità.

Lo stile di Simonetta Pizzarotti è certamente eclettico, poiché ogni sua opera è il risultato di una ricerca che combina, secondo codici inediti, forma e materia. La forma può essere studiata, come nel caso di alcune opere in ceramica, oppure casuale quando l'artista recupera piccoli pezzi di modernariato, spesso dimenticati, che tornano a vivere sotto forma di lampade. La materia spazia dalla ceramica al legno, al vetro, al tessuto, alla cartapesta. Nelle realizzazioni di Simonetta Pizzarotti i colori, stesi su superfici sempre diverse, acquistano ogni volta nuovo corpo e nuovo spessore.

Il critico Anna Maria Baratto a proposito di Simonetta Pizzarotti scrive: se fosse vissuta nel Rinascimento certamente avrebbe aperto una fiorente bottega d'arte lung'Arno. Proprio come gli altri artisti di quel periodo, per la gioia dei committenti, avrebbe dipinto pale d'altare, deschi da parto, cassoni nuziali, vessilli. E poi avrebbe ideato elmi e scudi, mobilia e gioielli. Insomma tutto il repertorio che una bottega bene avviata poteva offrire. Al pari di un Botticelli o di un Verrocchio avrebbe sperimentato tutte le tecniche possibili.

Oggi queste pratiche ed altre ancora sono il pane quotidiano di quest'artista così poliedrica, così fantasiosa, capace di mostrare il suo studio ai visitatori come un vero scrigno delle meraviglie. Dalle raffinate abat-jour in vetro o ceramica ai tappeti magici, dai tavoli marmorizzati, alle sculture. La Pizzarotti sembra testimoniare nel suo atelier lo spirito dell' Arts and Crafts, quando sul finire dell' 800 William Morris propugnava la sua fede nello spirito libero dell'artista che non può fare un distinguo tra arte alta - il quadro - ed arte bassa - la decorazione.

Simonetta Pizzarotti occupa una posizione borderline, ponendosi sui due confini con grinta e passione. Adombra Klimt e lo omaggia con delicate citazioni, pensa a Bernini e a Dafne mentre modella la sua lampada-albero con la chioma in carta di riso. Sfida i maestri barocchi ed i trompe-l'oeil nelle pareti commissionate in grandi ville. Si esibisce graficamente in sensuali nudi liberty.

Per tutto il periodo della mostra, insieme alle opere di Simonetta Pizzarotti, la galleria presenterà al pubblico oggetti unici di arte e artigianato realizzati da: Susy Pugliese (ceramiche), Raffaella Ciccia e Junior Zunica (gioielli), Laura Marchianò (accessori), Paolo Ramponi (bijoux), Daniela Massacci (bijoux), Ricchezza Falcone (moda), Barbara Kling (gioielli ed accessori), Tommaso Garavini (complementi di arredo), Leonia Lovisetto (gioielli), Laboratorio 43 (gioelli), Maria Diana (bijoux in cermaica), Francesco Balzani (gioielli) e Paola Demuro (gioielli).


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Giuliano Pastori

A cura di: Leonardo Tizi

Dall'8 al 24 giugno 2007 ARCH Galleria delle Cose propone i lavori di Giuliano Pastori, artista romano le cui opere sviluppano attraverso i mezzi della fotografia e della pittura una attenta ricerca sul tema della città, come percezione degli spazi urbani e come vissuto quotidiano, sottolineando la connotazione artificiale e autenticamente umana dell'esperienza metropolitana. Saranno esposti acrilici su tela, smalti su plastica applicata su tela e fotografie.

La sincronicità è l'esperienza di due o più eventi che si manifestano in modo significativo, ma che sono inspiegabili dal punto di vista delle cause per la persona o le persone che ne fanno esperienza. Questi eventi potrebbero anche suggerire alcune tracce nascoste che soddisfano la definizione di sincronicità, così come è stata inizialmente sviluppata da Carl Jung. C'è una sincronicità tra la mente e il mondo fenomenico della percezione. Nelle opere di Pastori, dipinte come fotografie con un lungo tempo di esposizione, pittura e fotografia diventano linguaggi esplorati in parallelo per ritrovare il senso dell'esperienza urbana, per ridefinirne i significati. La rappresentazione non è un momento catturato e congelato, ma l'espressione effettiva del fluire del tempo. In questo scenario, la dimensione temporale diventa la condizione essenziale per penetrare nei codici segreti della realtà, svelandone percorsi apparentemente invisibili.

SynchroniCity si presenta come un reportage di viaggio nel quotidiano flusso di luci e oscurità di un affascinante realtà fin troppo umana… urbana. Come scrive lo stesso Pastori: Territori abituali vengono attraversati entro artificiali "posti di guida" in cui l'esperienza e le suggestioni del soggetto si intersecano con i luoghi di una realtà colta negli istanti del proprio svolgersi.

Il mondo esterno, vissuto come un presente stratificato, storico e mutevole, si manifesta nella sua molteplicità, incontrandosi e scontrandosi con uno sguardo contaminato da un solo vissuto ma nutrito da irrinunciabili migrazioni semplici e necessarie. La realtà per essere avvicinata, interpretata si fa oggetto, frammento concreto personale, limite tangibile fra la soggettività di uno sguardo e l'apparente imparzialità di una ripresa fotografica. L'impatto si mostra nell'infinito "come" dell'immagine che rivela ogni "cosa". Le impressioni notturne della città sono viste e catturate con uno sguardo, di passaggio. La profondità è raggiunta non solo attraverso le prospettive escogitate, ma anche attraverso il trattamento delle luci – striate, abbaglianti e viste in tutta la loro vibrazione.

L'impiego della plastica e degli smalti sottolinea la specificità di condizioni umane, atmosfere urbane in cui l'aspetto naturale diviene secondario rispetto all'inarrestabile intervento dell'uomo. Luci, architetture, macchine, prodotti divengono segni e simboli di una realtà plasmata nelle forme e nei contenuti. Territori artificiali vengono attraversati, vissuti, compresi per mezzo di altre e complesse macchine; immersi entro un abitacolo plurisensoriale l'uomo forgia le sue primordiali forme di spazio e tempo, suggestionate da un temporaneo e intuitivo modo di percepire e sentire luoghi e situazioni, come fosse allo stesso tempo protagonista e subordinata rispetto ad una realtà sempre diversa.

Giuliano Pastori, conseguita la Maturità Artistica Sperimentale, nel 2002 si laurea in Lettere-Scienze Umanistiche indirizzo Storico-Artistico presso l'Università La Sapienza di Roma. Dal 2003 al 2005 studia e lavora a Milano, dove frequenta un Master in Movie Design presso il Politecnico. Contemporaneamente è impegnato professionalmente come fotografo pubblicitario e di scena per cinema e teatro, continuando la sua ricerca artistica fra pittura e fotografia. Nel 2004 a Roma all'interno del progetto Workshop espone Quotidiane Impressioni, un ciclo di fotografie ed un video per un possibile autoritratto, dove l'immagine nelle sue differenti espressioni linguistiche ricostruisce la memoria.

Dal 2005, lavorando con l'immagine smaterializzata del digitale, la sua pittura sperimenta un nuovo supporto: la plastica. Con la tecnica "antica" della pittura, l'immagine viene ancorata ad un supporto artificiale, un corpo che manifesta una propria concretezza ed una fragilità paragonabile a quella di un negativo fotografico. La materia e la sua durata divengono cifre espressive di un linguaggio artistico che oscilla fra attimi immediati e tecniche pazienti, atmosfere fotografiche e pennellate di getto, come accade nei teli di plastica di 230x100cm (Intimità '06 e Ebbrezza 06) esposti nel 2006 lungo la navata centrale di una ex chiesa di Viterbo. Fin dal 1996 ha esposto in diverse manifestazioni collettive e personali in Italia.

Tra le ultime mostre: 2006, Eugenìa, Biotos Gallery - Palermo; 2006, Visioni, ex-chiesa S. Giovanni degli Almadiani - Viterbo; 2006, Itinerari 2006, Studio Pratt Accademia Americana di Architettura - Roma; 2006, Berlino'06, Galleria Capsula - Roma; 2007, L'altro/Io, Galleria Domus Sessoriana - Roma; 2007, Il sentimento della città, Galleria Previstali - Milano; 2007, New Landscapes 2007 (secondo classificato nel concorso internazionale on line), Artrom Gallery - Roma; 2007, Personale di Eugenio Pastori, Galleria Crispi - Roma.

ARCH Galleria delle Cose
Via G. Lanza 91A - Roma
Orari: da martedi' a sabato 16-22, domenica 18,30-22, lunedi' chiuso
Ingresso gratuito

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