The Utopia of Art. Gli artisti, fra i protagonisti della scena contemporanea cinese, presentano 20 grandi stampe fotografiche, 3 sculture e un video-documento del loro percorso di artisti performer. Le loro opere offrono una visione cruda dei problemi pratici che le persone comuni affrontano nella quotidianita'.
The Utopia of Art
Presentazione di Luca Beatrice
Dopo aver conquistato il pubblico mondiale i Gao Brothers, per la loro prima personale italiana, propongono 20 grandi stampe fotografiche, 3 sculture (una Miss Mao N.2 di 2.10 metri d'altezza!) e un video-documento del loro percorso di artisti performer.
Negli scorsi vent’anni i pionieri Gao Brothers (Gao Zhen e Gao Qiang), hanno affrontato diverse discipline artistiche, dall’installazione alla performance, dalla fotografia concettuale alla scultura divenendo a pieno diritto protagonisti dell’avanguardia artistica cinese.
Le loro opere offrono una visione cruda dei problemi pratici che le persone comuni affrontano ogni giorno. Gli scatti dei Gao Brothers sono specchi, saggi fotografici della condizione attuale dovuta alla straordinaria crescita della Repubblica popolare. Come volumetti sono da leggere nella loro simbologia, fitta di richiami alla storia politica e sociale cinese.
La rassegna alla Boxart ripercorre la carriera ventennale dei Gao Brothers con opere ormai considerate capolavori e veri oggetti di culto.
A conferma basta uno sguardo agli spazi che hanno ospitato in passato gli artisti. Dal Distretto 798, quartiere artistico definito l’East Village di Pechino, al Centre Pompidou di Parigi, allo Shandong Museum, nella provincia dello Jinan, fino allo State Tretyakov Museum di Mosca.
Negli scorsi mesi i Gao Brothers hanno esposto in mostre personali a New York, Chicago, Mosca e a settembre saranno a San Francisco.
Aprono la mostra una serie d’immagini della TV series (2000) in cui uno schermo televisivo è cavalcato da un bimbo intento a leggere il celebre Libretto Rosso di Mao, oggi un mero surrogato dello spot televisivo più accattivante, vera propaganda del mondo occidentale.
Mao Zedong è poi il bersaglio della mastodontica opera scultorea che campeggia al centro della prima sala espositiva. Una Miss Mao n°2 (2006), ovvero un cartoon mostruoso un po’ Lolita un po’ Mickey Mouse, rosso lacca che catalizza l’attenzione. Il naso da Pinocchio e il seno ipertrofico che sfoggia l’ex dittatore sono connessi con il ruolo di bugiardo colpevole di aver ingannato e cannibalizzato i suoi figli. Il codino, u n richiamo al periodo Manciù, trasforma l’eredità del passato prima in un idolo mostruoso simbolo della catastrofe, poi nell’opera più censurata di tutta al Cina. Miss Mao non è tuttora ammessa nelle esposizioni pubbliche dalle autorità cinesi. Oltre alla versione gigante, in mostra anche due preziosi idoletti alti 30 cm: silver e golden Miss Mao n° 1.
Infine, il risultato di politiche dissennate e del rapido passaggio ad un capitalismo esasperato, fanno da sfondo alle immagini delle serie The forever Unfinished Buiding (2002), Silent Space (2002), Two girls and nine Boys (2002). in cui un grattacielo in costruzione e mai completato si fa scenario di performance della coppia creativa o di altri artisti loro amici che nudi o vestiti esprimono l’infinita solitudine e l’isolamento del presente. L’immagine dal titolo Zebra Crossing esemplifica il prevalere del progresso e degli edifici infiniti sulla natura.
Contraltare a questo vuoto emotivo, le figure stipate, tra cui gli artisti stessi, nelle immagini denominate Sense of Space (2000). Costrette in spazi del volume inferiore al proprio, i corpi continuano a provare sentimenti umani, quali ansia, attesa e dolore, ma senza riuscire a comunicarlo. Gli occhi chiusi esprimono l’assopimento del dialogo e delle relazioni.
Persino un abbraccio diviene utopia. Uno dei temi ricorrenti delle loro performance è infatti The Utopia of 20 minutes Embrace (2000), o 20 People paid for hug (2000) . Nel video proiettato alla Boxart l’intera impresa che avvicina lentamente le coppie di persone pagate per abbracciarsi, come se la realtà, una volta ancora, non fosse altro che un palcoscenico.
Catalogo con testi di Luca Beatrice, Beatrice Benedetti, Filippo Valsecchi
Vernissage:07/07/'07
Galleria d'Arte BoxArt
via dei Mutilati 7/a - Verona
Orario: 10-12.30 e 15.30-19.30 (giorni di chiusura: domenica e lunedì)
Ingresso libero