Universita' degli Studi di Roma La Sapienza
Roma
piazzale Aldo Moro, 5 (Citta' Universitaria)
06 49911
WEB
Wart
dal 9/7/2007 al 28/7/2007
dalle 20 alle 24
06 45481197

Segnalato da

Sara Venditti




 
calendario eventi  :: 




9/7/2007

Wart

Universita' degli Studi di Roma La Sapienza, Roma

Arte vs guerra. Wart e' un progetto che ragiona sul tema della guerra, attraverso una serie di eventi, in luoghi diversi della citta' e lungo un arco di tempo di 4 mesi. A cura di Franco Speroni e Luisa Valeriani.


comunicato stampa

Arte vs guerra

a cura di Franco Speroni e Luisa Valeriani

WART è un progetto promosso dal Master in Ideazione, Management e Marketing degli Eventi Culturali, Dipartimento di Sociologia e Comunicazione della Facoltà di Scienze della Comunicazione, Università degli Studi di Roma “La Sapienza”

WART è un progetto che ragiona sul tema della guerra e lo fa attraverso una serie di eventi, in luoghi diversi della città di Roma e lungo un arco di tempo di quattro mesi

WART è un progetto che usa la forza evocativa dell’arte per interrogarsi sui perché della guerra.

Il primo evento del progetto WART prevede un’installazione dell’artista Giuseppe Stampone e di Diomira Network presso la Città Universitaria “la Sapienza”.

secondlife://custer/105/177/34
con la partecipazione di:
Comune di Roma
Assessorato alle Politiche Culturali
Sapienza - Università degli Studi di Roma
Dipartimento di Sociologia e comunicazione
Facoltà di Scienze della Comunicazione

“IO?” è un’installazione multidimensionale che si basa su tre componenti che sono: l’arte relazionale, l’autoproduzione di contenuti da parte dei fruitori e il coinvolgimento di un territorio vasto che comprende reale e virtuale insieme.

Quattro grandi cubi bianchi si inseriscono nell’architettura piacentiniana della città universitaria “La Sapienza” avendo di giorno le qualità proprie di un’installazione monumentale e minimalista. I grandi cubi bianchi contengono e incorniciano la scritta WART, bianco su bianco. Al tramonto i corpi delle lettere si animano assumendo l’aspetto di tanti monitor che inquadrano, con un effetto mosaico, i volti di tutti gli intervistati che hanno espresso il loro “perché?” sulla guerra.

L’installazione monumentale da “solida” diventa “liquida”, l’aspetto puramente visivo di oggetto-design (diurno) diventa dispositivo relazionale (notturno). I monitor che verranno a colorare i corpi delle lettere trasformano la scrittura in oralità, l’astratto visivo della geometria, nell’acustico tattile del monitor e della voce. Ciascun monitor inquadra e alterna il volto di un intervistato che esprime il proprio interrogativo sulla guerra. Alle interviste registrate se ne aggiungeranno progressivamente altre attraverso dispositivi di registrazione che, basandosi sullo stesso formato dell’inquadratura stretta sul volto, aggiungeranno altri “perché?” a quelli già registrati in partenza.

Rispetto alla comunicazione monodirezionale e mediata propria delle piattaforme generaliste della comunicazione, che risolvono la complessità dei problemi nella chiave di lettura dominante offerta dal “mediatore”, che aspirano all’oggettività del puro “in sé” dell’accaduto, alla presunta oggettività del “rapporto”, le domande degli intervistati riportano la questione sul territorio dello scambio diretto, relazionale, proprio dei nuovi media e l’installazione presenta una pluralità di interrogativi basati su micronarrazioni individuali e artigianali che calano il fatto nella vita del relatore.

Di conseguenza la caratteristica relazionale del lavoro non consiste semplicemente nel creare relazione ma nel dispositivo che mette insieme l’esistente cercando di trovare, eventualmente, relazioni possibili, al di là del soggetto prodotto dalle piattaforme “moderne” della comunicazione fondate sulla scrittura, da qui il titolo interrogativo “IO?”

Quindi l’aspetto relazionale del funzionamento e l’aspetto dell’autocostruzione dei contenuti vengono a coincidere costituendo le basi teoriche del progetto, strettamente connesso al brainframe proprio dei personal media. Una caratteristica ulteriore è la multidimensionalità o neodimensionalità, sulla quale Giuseppe Stampone all’interno del network Diomira ha già lavorato e sta lavorando.

Gli stessi cubi presenti nella città universitaria, come un segnale distintivo, si ritroveranno sparsi in punti strategici in Second Life, portando – in tempo reale - nel mondo virtuale i volti degli intervistati e viceversa
La rottura dei confini tra i cosiddetti mondi del reale e del virtuale mira non solo ad estendere la comunicazione del problema guerra su un territorio assai più vasto ma a connettere il più vasto numero possibile di punti di vista tendendo, idealmente, ad una comunicazione globale ed individuale allo stesso tempo. Gli avatar di Second Life, infatti, troveranno nei loro percorsi punti di teletrasporto organizzati da Diomira che consentiranno loro di raggiungere i cubi di WART.

Quindi attraverso l’interrogativo relazionale e multidimensionale dei “perché?” il problema enunciato sarà sempre “incarnato” nella vita del relatore che gli dà senso e, a sua volta, relativizzato immediatamente da un altro relatore ancora, assumendo le caratteristiche estetico-percettive, cognitive e comunicazionali proprie di un territorio connesso.
Franco Speroni

Universita' degli Studi di Roma La Sapienza
Piazzale Aldo Moro, 5 - Roma
Orario dell’evento: ogni giorno, dalle ore 20 alle ore 24
Orario della registrazione dei perché?: ogni giorno, dalle ore 22 alle ore 24

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