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19/9/2007

Shin il Kim

Galleria Riccardo Crespi, Milano

Active Anesthesia

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I lavori proposti dall’artista sono incentrati sul concetto di anestesia: partendo da una riflessione sullo stato passivo in cui l’anestetico costringe il soggetto coinvolto, Shin il Kim indaga sulla possibile reazione a questa situazione narcotizzante, che in contesti quotidiani ci paralizza e ci costringe, individuando in alcune forze, come la luce, l’opportunità per un’attiva opposizione.

La luce, in culture anche molto differenti tra loro, è una delle sorgenti primarie dell’entità creatrice: nella cultura giudaico-cristiana, Dio creò la luce il primo dei sette giorni della Genesi, conferendole numerosi significati simbolici; così anche nel Buddismo si concepisce tutto il cosmo come l’insieme di particelle composte da luce ed energia. L’artista intende la luce come la più piccola frazione compressa delle entità primarie: benché immateriale è l’elemento grazie al quale percepiamo la realtà, la luce si posa su ogni cosa, anche su ciò che è in qualche modo anestetizzato, veicolando, attraverso il suo riflesso, una piccola parte della loro vera essenza.

Fluttuando tra le varie sorgenti video, la luce diventa una componente attiva nelle opere di Shin il Kim: la potenziale “materialità” del video viene espressa utilizzandola come il medium capace di personificare il concetto di Active Anestesia. Nell’opera omonima presente in mostra, si possono osservare quadrati colorati inclinati di 45° e incasellati in una struttura di alluminio, che da un lato accoglie una proiezione video sulla totalità della sua superficie, dall’altro offre allo spettatore la modulazione luministica del video stesso, facendo apparire la superficie dei quadrati come una serie di macro-pixel, frammento primario della realtà digitale.

In Decoded Love – video installazione- l’artista si ispira al primo film a colori della storia, The toll of the sea (1922) in cui si narra una storia d’amore simile alla pucciniana Madame Butterfly: lo sbilanciamento affettivo in favore del maschio dominante a scapito della donna, permette all’artista di fare alcuni parallelismi tra questa mancanza di purezza di intenzioni nel sentimento d’amore e i “poteri forti” che tendono a controllare il mondo attraverso guerre fatte in nome della pace.

Nel tentativo di interpretare e ricostruire visivamente il film, l’artista ha individuato una scena per ogni personaggio, mantenendo il sonoro originale e trasmettendo i singoli frammenti su 5 differenti dvd collegati ad altrettanti monitor, nascosti sotto una struttura circolare. Al suo ingresso nella camera oscurata, lo spettatore potrà osservare il costante mutare delle luci, delle loro posizioni e dei loro colori: entrando all’interno o girando attorno al cerchio luminoso, si percepiranno i differenti livelli di suono delle singole scene in rapporto alla posizione delle luci.

Shin il Kim, 1971 Seoul - Korea, vive e lavora a Brooklyn, New York.
Tra le sue mostre più recenti: Kunstlerhaus Bethanien, Berlin, Germany; ARKO Art Center-Arts Council Korea, Seoul, Korea; Today Art Museum, curatore Dan Cameron, Beijing, China; Galleria Riccardo Crespi, Seeing the Invisible, Milan, Italy; Singapore Biennale 2006, Singapore; Smack Mellon Gallery, 9x, Brooklyn, New York, USA; Gwangju Biennale 2004, Gwangju, Korea.

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The works on show are focused on the anaesthesia concept: starting from a reflection on the passive state in which the anaesthetic forces the involved subject, Shin il Kim inquires on the possible reaction to this narcotizing situation, that in daily contexts paralyzes us and constrain us, identifying in some powers, as the light, the opportunity for an active opposition.

In different cultures light is one of the primary sources of the creating entity: in the jewish-christian culture, God created light the first of the seven days of the Genesis, conferring it numerous symbolic meanings; in Buddism also the cosmos is conceived like particles composed by light and energy. The artist interprets light as the smallest compressed fraction of primary entities: although immaterial, it is the element thanks to which we perceive the reality, light shapes everything, also what is in someway anesthetized, spreading, through its reflection, one small part of their true essence.

Fluctuating between several video sources, light becomes an active component in Shin il Kim works: the potential “materiality” of the video is expressed in using it as the medium able to personify the concept of Active Anesthesia. In this work, we can see square colours inclined at 45° and boxed in an aluminium structure, than on one side receives a video projection on the totality of its surface, on the other offers to the viewers the light modulation of the same video, making the squares surface appear like one series of macro-pixels, primary fragments of the digital truth.

In the video installation Decoded Love, the artist is inspired by the first colour film in history, The toll of the sea (1922) in which is narrated a love story similar to Puccini’s Madame Butterfly is narrated: the affective unbalance which favours man and dominates the woman. This story allows the artist to make some parallelisms between this lack of purity of intentions in the feeling of love and the “strong powers” that tend to control the world through wars waged in the name of peace.

Trying to visually interpret and reconstruct the film, the artist identified a scene for each character, maintaining the original sound effects and transmitting single fragments on 5 different dvd connected to as many monitors, hidden under a circular structure. Once in the darkened room, the viewer will be able to watch the constant change in the lights, in their positions and in their colours: entering inside or turning around the luminous circle, the perceptions of sounds levels of the single scenes related with the position of the lights will be different.

Shin il Kim born in Seoul, Korea 1971 lives and works in Brooklyn, New York.
Among his recent shows: Kunstlerhaus Bethanien, Berlin, Germany; ARKO Art Center-Arts Council Korea, Seoul, Korea; Today Art Museum, curator Dan Cameron, Beijing, China; Riccardo Crespi Gallery, Seeing the Invisible, Milan, Italy; Singapore Biennale 2006, Singapore; Smack Mellon Gallery, 9x, Brooklyn, New York, USA; Gwangju Biennale 2004, Gwangju, Korea

Galleria Riccardo Crespi
via Mellerio, 1 - Milano
Ingresso libero

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