Marco Fantini, uno dei piu' significativi interpreti della giovane figurazione italiana, e' protagonista di due mostre a Trento e a Firenze. Le due rassegne, intitolate entrambe "Genesi di un Quadro", presentano gli esiti recenti del lavoro realizzato dal trentaseienne artista vicentino che si e' imposto per una ricerca individuale e innovativa che ha il preciso scopo di rivitalizzare il linguaggio della pittura.
Marco Fantini, uno dei più significativi interpreti della giovane
figurazione italiana, è protagonista di due mostre a Trento e a Firenze.
Le due rassegne, intitolate entrambe "Genesi di un Quadro", presentano gli
esiti recenti del lavoro realizzato dal trentaseienne artista vicentino che
si è imposto per una ricerca individuale e innovativa che ha il preciso
scopo di rivitalizzare il linguaggio della pittura.
Nei suoi dipinti compaiono ritratti, figure spettrali o grottesche che
sembrano emergere, come fantasmi, dopo un lungo procedimento. Fantini,
infatti, dopo aver dipinto le sue immagini, le cancella e le ricopre
utilizzando una varietà infinita di materiali tra cui olio, gommalacca,
tempera, acrilico e collage. A questo punto, solo una parte del contesto
pittorico iniziale ritornerà alla luce con un effetto straniante. "Parto da
una fotografia, la cancello, la ridipingo e ricopro il quadro attendendo
che le ombre si facciano avanti, che dal fondo riemerga qualcosa. Ogni
volta, dunque, mi interrogo sulla genesi del quadro", spiega Fantini.
Le sue opere (i suoi modelli si possono rintracciare nella pittura di
Francis Bacon e Jean Dubuffet) hanno la rara capacità di sottrarre
l'immagine dalla sua stessa inevitabilità rifuggendo dall'ovvio. Questo
appare evidente anche dalle citazioni di Mickey Mouse o di altri stereotipi
della comunicazione. Per Fantini, infatti, Topolino, non è il simbolo della
civiltà dei consumi immortalato dalla pop art, ma, piuttosto, una sorta di
reperto archeologico proveniente da chissà quale antica civiltà .
"Ciò che colpisce nel lavoro di Fantini", spiega Alberto Fiz nella
monografia che accompagna le due mostre, "è l'assoluto rifiuto dei codici
comportamentali caratteristici del politically correct e la sua
indifferenza nei confronti delle regole di buona creanza, caratteristiche
di quell'arte dominante che, con cinismo, mescola violenza, sensazionalismo
e una misurata dose di provocazione". E aggiunge: "L'artista vicentino
utilizza la pittura come un mezzo per scuoterci dalla nostra apatica
indifferenza: di fronte alle sue opere si ha la sensazione che lo sguardo
venga superato e che quelle forme entrino direttamente in comunicazione con
il nostro inconscio".
Marco Fantini, nato a Vicenza nel 1965, vive attualmente a Milano. Dopo un
percorso iniziale come fotografo impegnato particolarmente sui temi della
diversità e dell'alienazione, nel 1987 realizza i suoi primi lavori
pittorici. Nel 1988 esordisce con una mostra personale al Centro Civico
della Giudecca di Venezia. Tra il 1989 e il 1991 soggiorna in Messico.
Ritornato in Italia decide di dedicarsi esclusivamente ad una pittura
sperimentale dove si possono rintracciare elementi espressionisti. Nel 2001
realizza la serie Il Mondo dove la visione panteistica sostituisce la
disposizione narrativa degli elementi.
Orario: tutti i giorni 9,30-13,30/15,30-19 (chiuso domenica)
Maddalena Torricelli
Studio Torricelli
Via Tornabuoni 15
50123 Firenze
Tel +39 055 211828
Fax +39 055 210906
Galleria Poggiali & Forconi
Firenze, via della Scala 35a
tel 055.287748-fax 055.2729406