Ex Chiesa Anglicana ECAA
Alassio (SV)
via Adelasia, 10 (dietro la Stazione Ferroviaria)
0182 648078
WEB
Gianluigi Colin
dal 28/9/2007 al 27/10/2007
da giovedì a domenica 15 - 19
WEB
Segnalato da

Silvia Palombi




 
calendario eventi  :: 




28/9/2007

Gianluigi Colin

Ex Chiesa Anglicana ECAA, Alassio (SV)

Vie di memoria. La rassegna presenta una raccolta di opere di grande formato, dedicate alle memorie private di gente comune e di personaggi noti, realizzate elaborando foto, documenti, lettere e altri piccoli frammenti della sfera affettiva.


comunicato stampa

Vie di memoria

a cura di Nicola Davide Angerame

La memoria non come nostalgia ma come valore fondante del presente, come consapevolezza etica dell'esistenza, come valore per avere sempre con sé il senso della Storia, quella privata e quella collettiva.
Gianluigi Colin

E' questo il senso della mostra "Vie di memoria" di Gianluigi Colin che si apre Sabato 29 Settembre 2007 alle ore 18, presso la ex Chiesa Anglicana di Alassio, alla presenza dell’artista.
La mostra è patrocinata dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Alassio ed è a cura del critico d’arte Nicola Davide Angerame. Resterà aperta fino a domenica 28 ottobre 2007, osservando l’orario di apertura da giovedì a domenica dalle ore 15 alle 19, con ingresso libero. In seno alla mostra sarà esposta la videoinstallazione dedicata alla memoria alassina, intitolata “E m’aregordu” (mi ricordo in dialetto alassino), ideata da Gianluigi Colin e curata da Nicola D. Angerame con la collaborazione ed i prestiti dell’archivio storico dell’Associazione Vecchia Alassio, fondata nel 1961 al fine di mantenere vive le tradizioni, promuovere l’uso del dialetto alassino e pubblicare il giornale della città, strumento di confronto, informazione e creatività.

La rassegna “Vie di Memoria”, che approda ad Alassio dopo Villa Manin di Passariano, Milano e San Pietroburgo, presenta una straordinaria raccolta di opere di grande formato, dedicate alle memorie private di gente comune e di personaggi noti. La particolarità di questa mostra é che dietro ogni immagine c'é la storia di un uomo. Gianluigi Colin, infatti, ha creato queste opere nel corso di una serie di eventi durante i quali ha trasformato le “memorie private” di persone comuni e di personaggi famosi, in tante opere d’arte. Colin ha elaborato artisticamentte e sotto gli occhi del pubblico (grazie a una fotocopiatrice), foto, documenti, lettere e altri piccoli frammenti della sfera affettiva: minimi simulacri di emozioni che ha trsformato in altrettante nuove icone. Materiali esistenti, dunque, apparentemente banali, che Colin ha straordinariamente reinventato, regalandoci opere che stupiscono per la ricchezza estetica e la forza espressiva.

“La mostra di Gianluigi Colin – dichiara l’Assessore alla Cultura di Alassio, Monica Zioni – è un’occasione importante per riflettere sul valore del passato quando, grazie alla memoria che lo conserva, ci offre spunti validi per trovare le risposte alle domande del presente e del futuro.”

“L’opera di Gianluigi Colin – dichiara il critico e curatore della mostra Nicola Davide Angerame – è un viaggio a ritroso nel nostro passato, privato e collettivo, effettuato attraverso l’utilizzo nuove forme di registrazione offerte dalla tecnologia recente. Nel suo uso artistico della fotocopiatrice a colori, l’artista riversa la propria esperienza personale di “comunicatore”, la sensibilità verso i nuovi media e la convinzione che la storia non sia fatta soltanto di news e fatti eclatanti ma anche di piccole storie quotidiane, affetti e ricordi minimi che però hanno spesso la capacità di illuminare con la forza dell’evocazione i grandi avvenimenti”

Gianluigi Colin (Pordenone, 1956) è art director del Corriere della Sera. Da anni lavora artisticamente sul rapporto tra presente e passato. ha cominciato questa ricerca con una performance a Milano, (marzo 2001) seguita da un happening al Museo Recoleta di Buenos Aires (marzo 2002) dedicato alla comunità italiana in Argentina. Ha poi continuato la sua ricerca a Napoli, alla libreria Feltrinelli, a Pordenone nell'ambito del festival della letteratura e al MACRO, Museo d'Arte Contemporanea di Roma, a san Pietroburgo (2003) e infine a New York (2006). Riscuotendo dovunque, un notevole successo di pubblico e critica. Altre operazioni artistiche sono già previste in altre città nei prossimi mesi che aumenteranno il già ricco carnet di memorie raccolte in questi anni. Insieme a tante persone comuni, Colin ha raccolto le “Memorie” anche di alcune personalità del nostro tempo (nel campo della politica, della finanza, della cultura) tra cui il capo dello Stato Carlo Azeglio Ciampi, Luca Cordero di Montezemolo, Cesare Romiti, Umberto Eco, Fernanda Pivano, Oriana Fallaci, Gillo Dorfles, Pedrag Matvejevic, Maurizio Costanzo...

Con la mostra è stato pubblicato un volume edito da Charta che raccoglie il corpus del suo recente lavoro. Il libro, curato da Moreno Gentili, ospita un saggio di Arturo Carlo Quintavalle, e testi di Lalla Romano, Gianni Riotta, Francesco Durante e Matteo Collura. Vive e lavora tra Milano e Roma.

Una ricerca di impegno civile
Via di memoria é un progetto di Gianluigi Colin, artista e art director del Corriere della Sera. Colin sta all’incrocio di due sistemi solo apparentemente diversi, quello delle parole e quello delle immagini. Il suo lavoro artistico è un viaggio nella rappresentazione, sulle icone del nostro tempo. E lo fa attraverso un percorso di citazioni. Proprio questo suo lavorare quotidiano tra parole e immagini lo ha portato oggi a una nuova ricerca che ha come tema centrale il valore etico della memoria. Questa ricerca, del tutto inedita nel panorama dell’arte, consiste nel mettersi in relazione con il pubblico e di elaborare artisticamentte e sotto gli occhi di tutti, foto, documenti, lettere, e altri piccoli frammenti della sfera affettiva. Questi materiali, riuniti insieme, formano un giacimento di segni della nostra società, della nostra più vera cultura e identità.

Si tratta di una ricerca orientata dichiaratamente a un impegno civile: ricordare resta un esercizio utile per avere sempre con sé il senso della Storia. Quella privata e quella collettiva. “Ho sempre cercato il rapporto diretto con la realtà", afferma Gianluigi Colin. "Nel passato, ho lavorato sui temi della comunicazione e sui grandi fatti della cronaca. Oggi, invece, cerco di riflettere sul rapporto tra sfera privata e società. Cerco, con le mie forze, di colmare i divario tra Arte e Vita prendendo dalla quotidianità non solo gli spunti, ma anche la materia della creazione. Faccio mie le parole di Robert Rauschenberg: “Un quadro somiglia di più al mondo reale quando viene dal mondo reale".

Una ricerca, dunque, particolarmente complessa che ha visto l’autore seguire un progetto durato tre anni e che si è sviluppato in tre fasi distinte: Memorie private: le memorie raccolte durante le performance a Milano, Napoli, Pordenone e Roma. Memorie migranti: la raccolta dei ricordi di chi ha abbandonato la propria patria senza abbandonare la propria identità culturale. Gli italiani all¹estero ma anche gli stranieri in Italia. Molte opere sono state realizzate a Buenos Aires. Memorie di Rete: ovvero l’esplorazione nel grande contenitore di Internet, non come immagine astratta del “non luogo” ma, al contrario, come grande moderno archivio della memoria collettiva. Contenitore assoluto della contemporaneità.

Inaugurazione 29 settembre 2007

ex Chiesa Anglicana
via Adelasia 10 - Alassio (SV)
Orario: da giovedì a domenica dalle 15 alle 19
Ingresso libero

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Giorgio Faletti
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