Atelier Chagall
Milano
via Alzaia Naviglio Grande, 4
02 58109843 FAX
WEB
Paolo Avanzi e Aftab Ahmed Butt
dal 19/10/2007 al 3/11/2007
mercoledi - sabato 15-19, domenica 11-19

Segnalato da

Paolo Avanzi




 
calendario eventi  :: 




19/10/2007

Paolo Avanzi e Aftab Ahmed Butt

Atelier Chagall, Milano

Lo specchio infranto. La scomposizione dell'immagine nella pittura. Paolo Avanzi seziona la figura umana come se fosse vista attraverso un vetro smerigliato. Viceversa l'immagine dipinta da Aftab Ahmed Butt alla lente d'ingrandimento ci appare composta da tanti segni astratti.


comunicato stampa

Lo specchio infranto. La scomposizione dell’immagine nella pittura

a cura di Virgilio Patarini

Oggi i nostri occhi vedono in modo diverso. Il nostro “sguardo” è cambiato. Eppure di questo non siamo affatto consapevoli. Siamo talmente avvezzi a certe modalità di fruizione delle immagini che non ci facciamo più caso. L’immagine di un quadro vista dal vero, stampata su una rivista o trasmessa in tivù ci sembra la stessa cosa. La stessa immagine. Negli ultimi decenni giornali, televisione e Internet si sono così progressivamente affermati come strumenti di comunicazione (e fruizione) di massa, e con tali assidui interscambi e disorientanti cortocircuiti, da farci accettare ed equiparare cose tra loro decisamente diverse.

Tralasciando altri aspetti rilevanti, occorre osservare come la specificità tecnica di mezzi elettronici come Internet e televisione, ovvero il modo in cui le immagini vengono trasmesse, attraverso una fitta rete di punti luminosi colorati (pixel), sia molto differente non solo dal modo in cui il nostro occhio percepisce le immagini della realtà, ma anche dal modo in cui le immagini sono riprodotte dalla stampa. Pur avendo alcune somiglianze di carattere generale il reticolo di stampa è ben diverso dalla pixelatura televisiva o di uno schermo di computer. Niente paura, non scenderemo in dettagli tecnici. Tuttavia è importante qui focalizzare la nostra attenzione su un fatto come questo: un fatto che abbiamo tutti i giorni letteralmente sotto gli occhi, e che, forse proprio per questo, non vediamo affatto.

Una delle ragioni per cui è rilevante oggi la ricerca pittorica di artisti come Butt e Avanzi è proprio questa: che ci aiutano a “vedere” qualcosa di tanto scontato quanto sconosciuto, misconosciuto. Ci svelano un trucco. Ci aiutano ad acquisire coscienza delle nostre percezioni visive. Ci svelano un trucco usando piccole sapienti antiche magie. Ed è proprio nel fatto che utilizzino “antiche sapienti” alchimie pittoriche che consiste un secondo motivo di interesse.

Già, perché se da una parte il loro modo di scomporre e ricomporre l’immagine ha debiti dichiarati con la sostanza stessa dell’immaginario contemporaneo, fatto per l’appunto di figure “pixelate”, appare evidente, al tempo stesso e d’altra parte, il loro ricorrere, non al computer o al video, ma, sapientemente, all’antica maniera della “pittura su tela”. Il che a me pare fortemente “post-moderno”.

(A mio avviso infatti la cifra del “post-moderno” consiste nel poter mischiare, contaminare -a patto di averne l’arte e la coscienza- stili, tecniche e orizzonti culturali i più diversi e lontani, alla ricerca di una possibile –variabile- forse utopica- Koinè, tenendo conto della straordinaria, ricchissima e frammentatissima cultura contemporanea in cui, in qualche modo, Dante, Platone e Leonardo sono contemporanei di Picasso e di Duchamp. E persino di Cattellan o Mark Kostabi).

Certo se le due cose -immaginario fondato sui pixel e pittura su tela- non fossero così strettamente correlate l’esito sarebbe, a mio avviso, di scarso interesse artistico. Non mancano infatti esempi di artisti che realizzano opere rielaborando immagini al computer o altri che dipingono alla vecchia maniera… Ma quanti di questi dicono qualcosa di anche solo parzialmente originale? Scendendo più nel dettaglio si potrà osservare come Avanzi coniughi realismo ad espressionismo. Al contrario di Butt che fonde realismo con astrazione geometrica.

Paolo Avanzi infatti scompone la figura umana come se fosse vista attraverso un vetro smerigliato: in questo modo la “figura madre” finisce per essere ricomposta attraverso una proliferazione di piccoli doppi deformati e distorti, che visti da vicino ci appaiono come piccoli quadri espressionisti, e visti da lontano rivelano l’impronta sostanzialmente icastica (realistica).

Viceversa l’immagine dipinta da Aftab Ahmed Butt, vista da lontano ci appare perfettamente, minuziosamente realistica, mentre alla lente d’ingrandimento ci appare composta da tanti minuscoli, coloratissimi, diversissimi segni astratti. E anche questa commistione di stili -realismo con astrazione, espressionismo con realismo- è un tratto spiccatamente post-moderno.
Virgilio Patarini

Inaugurazione ore 16

Atelier Chagall
Alzaia Naviglio Grande, 4 - Milano
Orario: dal mercoledì al sabato: ore 15.00 - 19.00. Domenica: ore 11.00 – 19.00. Lunedì e martedì chiuso.
Ingresso libero

IN ARCHIVIO [40]
Paulus Helbling
dal 19/7/2013 al 30/7/2013

Attiva la tua LINEA DIRETTA con questa sede