L.I.B.R.A. Arte Contemporanea (vecchia sede)
Catania
via Giacomo Leopardi, 138
095 373783 FAX 095 7222547
WEB
Coniugazione Impropria
dal 26/10/2007 al 23/11/2007

Segnalato da

L-I-B-R-A- Arte Contemporanea




 
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26/10/2007

Coniugazione Impropria

L.I.B.R.A. Arte Contemporanea (vecchia sede), Catania

Adalberto Abbate recupera dall'appunto grafico l'Icona Pop, mentre Bramante utilizza l'analogico montato sotto una lastra di plexiglass. Andrea Di Marco fotografa l'inessenziale e lo tramuta in oggettivita' poetica, per mezzo dello stilema gestuale e della tecnica pittorica dell'olio.


comunicato stampa

Adalberto Abbate, Davide Bramante, Andrea Di Marco

a cura di Anita Tania Giuga

Adalberto Abbate o il “Costruttore di icone”:

Nella produzione di Adalberto Abbate è ancora intatto l'impulso primordiale a recuperare dall’appunto grafico l'Icona Pop, un “credo” sarcastico, il grado di significanza - usa e getta, perlopiù -, perspicui nella junk culture postmoderna. La pittura è illusione, il pigmento che ricrea un piatto campo d’indicazioni deturnate; Abbate installa in forma di flash assordanti “mosaici” da garage...
Un principio unificante offerto al concetto operativo della creazione è il ri_proporre senza saper fare, che, per quanto scomodo, impopolare o scandaloso, riesce a far breccia nell'occhio e nella mente dello spettatore, perché lo invita a farsi protagonista del reality show. Selezionato, enucleato dalla brutale matrice del quotidiano viaggio nell’ovvietà mediatica e pubblicitaria.

Davide Bramante o “Della simultaneità dello sguardo”:

Un tappeto visivo degno del trip hop, della musica progressive.
Siamo in ritardo rispetto alla rete sintattica neuronale; così de_sincronizzati da ambire all’ubiquità.
Il cambiamento non diventa consapevolezza quanto strato sovrapposto d’immagini.
E Bramante utilizza l’analogico dalle doppie e più esposizioni realizzate in fase di ripresa in formati spettacolari, montato sotto una lastra di plexiglass – imbalsamato? – con una colla siliconica a ph neutro. Illustrazione della fantasia di essere-nella-mente, in due altrove sintomatici; sintatticamente e geograficamente waburghiani.

Andrea Di Marco o il traduttore di un “Realismo neutralizzato”:

Andrea Di Marco fotografa l’inessenziale e lo tramuta in oggettività poetica, per mezzo dello stilema gestuale e della tecnica pittorica dell’olio. Come un collezionista di scarti e di “polvere” egli nobilita il nulla con il sovrappiù immateriale dello sguardo, che, circoscrivendo il fenomeno, ne tramuta la vibrazione riportandone le suggestioni all'interno di un territorio affatto incongruo. Elementi parziali e non accumulativi, che sembrano tacere il segreto dell’exsistenza per dispetto. L’inutile si lascia cogliere da una pennellata brulicante e pastosa, da una teoria di gradazioni tra lo squillo e la resa, da un landscape erroneo.
Tensione compositiva poggiata su una varietà di (s)oggetti irrilevanti – una roulotte parcheggiata, una “porta palazzo”, un cancello rugginoso, sterpi… - un’unità di impressione che gli permette di essere completamente immerso nella vicenda a margine, senza pause e senza lasciarsi disturbare da elementi accessori, perché sono proprio gli elementi subordinati a tracciare “la storia”; il realismo nichilista che neutralizza la tragedia suburbana.

Inaugurazione 27 ottobre 2007 alle 18

L.I.B.R.A. Arte Contemporanea
Via Mario Rapisardi 137, Ragusa
Ingresso libero

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