Scuderie Palazzo Bentivoglio
Bologna
piazza Verdi 2

Paolo Conte
dal 7/11/2001 al 24/11/2001

Segnalato da

Mariangela Pitturru



approfondimenti

Paolo Conte



 
calendario eventi  :: 




7/11/2001

Paolo Conte

Scuderie Palazzo Bentivoglio, Bologna

Mostra audiovisiva e concerto. La mostra rientra nel programma del Comune di Bologna Via Zamboni Strada delle Arti: Spettacoli, concerti, mostre, emozioni.


comunicato stampa

Razmataz

Mostra audiovisiva e concerto. La mostra rientra nel programma del Comune di Bologna VIA ZAMBONI STRADA DELLE ARTI Spettacoli, concerti, mostre, emozioni.

RAZMATAZ è un vecchio sogno che coltivo da trent’anni, figlio dei miei vizi capitali che sono la musica e la pittura e figlio del mio insistente desiderio di mettere il naso nel gusto e nello spirito degli amati anni venti, culla delle avanguardie estetiche del novecento, là dove qualsiasi idea di “modernità” deve per forza recarsi in adorante pellegrinaggio.
Il 20° secolo ha avuto il suo splendore artistico nel suo secondo decennio con una forza rivoluzionaria che mai più in seguito si riuscirà a riscontrare: l’invenzione del cinema, l’invenzione della musica jazz e dell’atonalismo, i movimenti d’avanguardia pittorica, dal cubismo al da-da, al futurismo…..Tutta una serie di invenzioni che possono far impallidire qualsiasi iniziativa storicamente successiva.
E’ una mia idea fissa, che il passare del tempo non fa che confermarmi senza alcuna smentita.

RAZMATAZ è, in forma di racconto, la celebrazione dell’incontro della vecchia Europa con la giovane musica nera. E questo incontro avviene nella città più adatta a farne mediazione e testimonianza: Parigi.
L’Europa, forse un po’ stanca dei suoi miti storici e cittadini, avverte che in America si sta inventando roba nuova. C’è in giro per l’Europa un vibrante desiderio di esotismo, un culto per la negritudine, la scoperta dell’arte povera e primitiva e, infine, la voglia di pesare i propri valori sulla bilancia di New York, di prendere lezioni americane.

Nella storia qui raccontata questa Europa è rappresentata da personaggi più o meno emblematici: la borghesia ricca, l’artista espressionista di Berlino, il viveur italiano, il grande stilista di moda parigino, lo sportivo inglese, la scrittrice di romanzi del mistero……..
L’America è rappresentata da una compagnia di musical nero che si deve esibire a Parigi.

Non sto a svelare l’intreccio: è in questo lavoro audiovisivo il compito di “raccontarlo” al pubblico.
La spiegazione del progetto deve partire da un esordio che può sembrare provocatorio, anche se non lo è: facciamo finta che il cinema non sia ancora stato inventato. Ecco, in parole poverissime: potrebbe sembrare uno sceneggiato radiofonico illustrato, oppure, al contrario, uno storyboard sonorizzato.

Infatti il lavoro, al pubblico, offre mischiate insieme le seguenti tecniche: una voce narrante, dialoghi e monologhi dei personaggi, musica live, musica di background, rumoristica ed illustrazioni in grande abbondanza.

Più in particolare:

a) musica live: intendiamo tutta la musica che, nella vicenda, promana da una fonte visibile (musicisti che suonano, cantanti che si esibiscono in un dehors, mendicanti per la strada, fonografo in funzione, ecc.ecc.). Le composizioni musicali di questa serie, contro ogni logica del musical correntemente inteso, sono in quantità enorme (20 titoli) e comprendono musiche all’americana, canzoni alla francese (dal valzer Musette allo stile Vaudeville, alla Giava diavolesca), musica lirica di stampo italiano, una suite sinfonica nel gusto che in America sta a cavallo tra ottocento e novecento, danza spagnola, ecc.ecc.

b) musica di background: (cioè di sottofondo o di commento) comprende 10 composizioni strumentali.

c) La voce narrante: è esposta in cinque lingue ( francese, italiano, inglese, tedesco, spagnolo) e racconta la trama della vicenda per brevi passi, soffermandosi ogni tanto a commentare più diffusamente il sapore di certe scene.

d) I dialoghi e i monologhi: sono le voci dei personaggi della storia esposte secondo il seguente criterio: ogni personaggio si esprime nella lingua che nella vicenda parla abitualmente (francese per tutti gli europei, compresi i personaggi tedeschi e inglesi residenti a Parigi, questi ultimi mantenendo ben pronunciato l’accento d’origine, inglese invece per gli artisti arrivati dall’America). Provvederanno i sottotitoli a risolvere i problemi di traduzione didascalica.

e) La rumoristica: è usata con gusto cinematografico e con molta parsimonia per lasciare alla musica tutto lo spazio sonoro di cui necessita.

f) Le illustrazioni: si tratta di circa 1800 tavole eseguite con le tecniche più varie (matita, gouache, pastelli ad olio, inchiostri). Esse raccontano la trama della vicenda che si svolge e allo stesso tempo hanno il compito di fissare le atmosfere di ogni scena (pertanto non si pretenda la somiglianza dei volti nelle varie sequenze, poiché di volta in volta i personaggi sono stati “cercati” dal disegno e dal colore per tirarne fuori la tipologia etnica oppure l’espressione della sottostante recitazione).

La coesistenza di tutti questi linguaggi è sembrata, fin dalle prove iniziali, una coesistenza pacifica, addirittura amichevole. E’ chiaro: non c’è movimento, le immagini (talvolta messe in evidenza con tagli, panoramiche, carrellate e zooms) possono essere guardate più che altro come quadri di una esposizione, la voce narrante le aiuta commentandole e qualche volta offrendo loro un po’ di “letterarietà”, i dialoghi le caricano di un timbro adulto e realistico. Ma alla fine è la musica che la fa da padrona e assorbe in sé (anche attraverso i testi delle canzoni) tutto il gusto generale che il lavoro propone.
E’ dunque un progetto che non vuole mai considerarsi definitivo, ma, anzi, desidera continuamente “spiegarsi”, fantasma di un cinema che non è, ma potrebbe, forse vorrebbe, essere.
Il cinema dunque è lontano, sì, ma più vicina è magari la letteratura, più vicina la lettura dei tralicci su cui si appoggia la sceneggiatura e la possibilità di immaginare da parte del pubblico con libertà massima è sempre e comunque a portata di mano.
L’AUTORE

Mostra Audiovisiva
Nella Mostra di Paolo Conte vengono esposti circa 60 disegni originali dell’artista, scelti tra gli oltre 1.800 eseguiti dal Maestro per la sua opera in dvd Razmataz presentato a Cannes il 10 maggio scorso in contemporanea al Festival del Cinema. L’intera opera, della durata di circa 2 ore e mezza, può essere visionata nelle sale allestite grazie a quattro monitor che la trasmettono integralmente.

Queste le tappe:

17-18 novembre 2000: inaugurazione a Londra presso il Barbican Hall in occasione degli spettacoli di Paolo Conte e della presentazione dell’ultimo cd dell’artista.
3 - 17 Giugno 2001: Venezia nell’ambito della Biennale presso il Museo Correr.
13-22 luglio 2001: Perugia - Rocca Paolina
12-26 agosto 2001: Macerata – Gli Antichi Forni
22 settembre – 7 ottobre 2001: Brescia – Palazzo Bonoris
8 –24 novembre 2001: Bologna – Scuderie Palazzo Bentivoglio

Sono previste altre sedi come, Firenze, Roma, Parigi, New York… ancora in fase di definizione.
Vengono messe in vendita serigrafie dell’artista, cataloghi e dvd dell’opera.
L’allestimento della mostra è curato da Studio Sossai – Bologna, il coordinamento artistico è di Concerto srl – Bologna.

Quando la musica diventa un quadro

Una chicca, un Dvd destinato a diventare cult. Parlo del Razmataz di Paolo Conte, dove, con chiave di oggi e con tecnologia ultima, si realizza una contaminazione artistica e linguistica che mima perfettamente lo spirito sperimentale degli anni Venti. Sono gli anni nei quali è ambientato questo musical che Paolo Conte ha realizzato con un lavoro mastodontico. Non ci sono né attori né cantanti né ballerini e ballerine dal vivo: tutto è dipinto, disegnato, evocato, mosso dalle mani, dalla musica e dalla voce di Conte. 1.800 disegni: calchi, invenzioni, citazioni e divertimenti di rara raffinatezza.
Un esempio per tutti: il titolo del brano Der Blaue Reiter (Il cavaliere azzurro, che compare nel Dvd e non nel Cd già pubblicato) è lo stesso di un movimento pittorico d’avanguardia fondato a Monaco da Kandinskij e da Marc, a cui più tardi aderirà Paul Klee. Il racconto del musical si snoda di disegno in disegno con perfetti sinc sonori e stacchi da cinema quasi d’azione. La colonna sonora, della durata di oltre due ore, ha comportato la medesima fatica di un musical da teatro d’Opera a tre dimensioni. Le arti in gioco sono tante: cinema, fumetto, pittura, musica, teatro. Paolo Conte, incredibilmente dotato perfino con i carboncini, le tempere e i colori, è in pieno stato di grazia: il Dvd Razmataz, paradossalmente, lo si può tenere acceso durante la giornata come fosse un quadro musicale. Dipinti dal sapore francese, inglese dei primi anni del secolo, con irruzioni nel dadaismo, nel futurismo e nelle avanguardie artistiche di quei tempi, sono corredati da una colonna sonora di una suggestione irresistibile. La storia che il musical narra è piena di mistero, vi si muovono un commissario di polizia, ricchi commercianti di senape, impresari, ballerine, e cantanti di colore. Il jazz si mischia all’operetta tradizionale mandandola in mille pezzi e intanto si colora di un’Europa dove sta per venire alla luce la scoperta più importante del secolo: la velocità. Fisarmoniche e trombe suonano insieme, sassofoni e musette de cour; ghironde e coulisses si ritrovano sulle medesime pedane. Stravinskij sperimenta il Rag. A New York il grande Gershwin, porta Ravel nel jazz, proprio quando, sul treno che la conduce a Parigi, scompare una ballerina nera di nome Razmataz. Paolo Conte ha sempre amato quell’epoca (senza nessuna nostalgia, ovviamente, non essendo ancora nato negli anni Venti) perché è un’era di creatività e di vitalità esplosive, sia sul piano artistico che in quello scientifico e tecnologico. Là dentro ci sono ancora tesori inesplorati, si agitano ancora spiriti alti e inventivi che possono far da modello a chi non vuol rassegnarsi alla noia e alla ripetitività del mercato. Quest’opera bellissima, unica, irripetibile di Conte ha la forza di quegli anni mille volte scomparsi e mille volte rinati. È un Dvd da tenere acceso anche come sottofondo, mentre si naviga col computer o si sfoglia un giornale.
Tratto da “segnali di cerami” - “Musica !” di Repubblica del 28 giugno 2001
Vincenzo Cerami

Apertura tutti i giorni dalle ore 9.00 alle ore 24.00
Ingresso gratuito
Scuderie Palazzo Bentivoglio
Piazza Verdi, Bologna

Paolo Conte sarà in concerto al Teatro Medica di Bologna il 4 e 5 Dicembre 2001, ore 21.15

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