MAM - Bahia Museu de Arte moderna
Salvador de Bahia
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Cesare Berlingeri
dal 5/11/2007 al 4/12/2007
02 89404694

Segnalato da

Irma Bianchi Comunicazione



 
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5/11/2007

Cesare Berlingeri

MAM - Bahia Museu de Arte moderna, Salvador de Bahia

Personale itinerante


comunicato stampa

Personale itinerante

Tre importanti musei brasiliani, il MAC Museu de Goiânia, il MAM Museu de Arte Moderna di Salvador de Bahia, il MAM Museu de Arte Moderna di Rio de Janeiro ospitano fino al 20 marzo 2008 una mostra itinerante di Cesare Berlingeri, ideata e organizzata dalla Vecchiato New Art Galleries. La prima tappa dell'esposizione, conclusasi il 16 ottobre 2007, cede il passo alla seconda che inaugura il 6 novembre 2007 al MAM di Salvador de Bahia per approdare il 31 gennaio al MAM di Rio de Janeiro. Questa esaustiva antologica presenta il percorso creativo dell'artista dal 1967 al 2007 e comprende un'inedita installazione realizzata appositamente per l'evento brasiliano.

La mostra, curata da Aguinaldo Coelho (direttore della Agência Goiânia de Cultura) e Celso Fioravante con il coordinamento artistico di Dante Vecchiato e Roberto Agnellini, offre al pubblico una visione completa del percorso dell'artista attraverso 182 pitture piegate, che compongono 52 opere di grandi dimensioni. Dalla selezione emerge la ricerca di Cesare Berlingeri nei suoi 40 anni di attività, come la monocromia, la rottura del supporto, le relazioni tra pittura e scultura, la memoria, l'erotismo, la sacralità. "Questi temi sono costanti nella produzione italiana a partire dagli anni Sessanta e furono sviluppati dai principali movimenti artistici locali, come l'arte povera, l'arte concettuale e la transavanguardia e da artisti italiani consacrati a livello mondiale" - scrive nell'introduzione in catalogo Aguinaldo Coelho.

Tommaso Trini commenta: "cominciò oltre 30 anni fa, Cesare Berlingeri, a piegare le tele dei suoi quadri. Dapprima, ottenendo volumi con tele imbevute di gesso e pigmenti puri che traevano le loro forme dalle curvature. Poi, strati avvolti su disegni graffiti come microcosmi chiusi ma non limitati dall'azione sigillante dell'artista. Più di recente, articolando i volumi della tela come corpi umani, i cui torsi scultorei tendono a espandere gli spazi in cui vibrano. Le sue pieghe non producono solo forme e volumi: sono anche biforcazioni tra pittura, scultura e performance". A tale proposito Cesare Berlingeri sostiene: "il fatto di piegare una tela di dieci metri quadrati, dipinta, è uno sforzo fisico tremendo e quindi diventa una specie di danza volatile, un gesto volatile.".

Dopo le prime "tele piegate" del 1975, negli anni Ottanta Cesare Berlingeri inizia la serie dei "dittici e trittici", caratterizzati dall'accostamento di tele monocrome di grandi dimensioni a lastre di ferro; seguono i "corpi", ciclo di opere del nuovo millennio, attraverso i quali la pittura monocroma si avvicina alla scultura avvolgendo la tela in una materia espansa. Fino all'ultima installazione inedita degli "avvolti", ventuno tele piegate, tutte bianche caratterizzate da segni neri sia geometrici sia naturalistici, che fluiscono come una cascata dalla parete su altrettanti piani inclinati. L'installazione è stata concepita espressamente dall'artista, dopo un sopralluogo, per una sala già adibita a chiesa presso il MAM di Salvador de Bahia e per una lunghissima parete del MAM di Rio de Janeiro.

"Il fatto di presentare il mio lavoro - afferma Cesare Berlingeri - in una terra così lontana, con una poetica così diversa dalla mia, è un confronto che mi affascina". L'esauriente catalogo edito da SHIN factory in tre lingue, italiano, portoghese e inglese, offre un'introduzione di Aguinaldo Coelho, un ampio testo critico di Tommaso Trini e una vivace intervista di Celso Fioravante.

Cenni biografici
Cesare Berlingeri nasce nel 1948 a Taurianova, in provincia di Reggio Calabria, e qui comincia a dipingere sin da giovanissimo. Nel 1968 intraprende una serie di viaggi in Europa che lo porteranno a confrontarsi con altri artisti e con la cultura contemporanea. Il 1970 lo vede a Roma, dove inizia a lavorare per il teatro e la Rai come scenografo e costumista. Il teatro, in particolare, al quale si avvicina sempre profondamente da pittore, rappresenta una costante del suo percorso artistico e un elemento fondamentale della sua ricerca. Negli anni Ottanta si intensificano, infatti, le collaborazioni teatrali e dal 1989 al 1995 è docente all'Accademia d'Arte Drammatica della Calabria. Contestualmente, prosegue e si arricchisce la sua ricerca artistica che lo porterà ad esporre in numerosi spazi pubblici e privati. Ricordiamo, in particolare: la Galleria Civica di Saint Vincent, 1979; Tokio e la Quadriennale di Roma, 1986; la New Art Gallery di Padova, 2001; il Museo Nazionale di Arezzo, 2004; la retrospettiva al Castello Aragonese di Reggio Calabria e l'antologica al Complesso Monumentale S. Giovanni di Catanzaro, 2005; e MUDIMAdrie ad Anversa, 2006.

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