Fabs Gallery
Warsaw
Brzeska 7
22 6216229
WEB
Marco Angelini
dal 16/11/2007 al 5/12/2007
Inaugurazione ore 18

Segnalato da

Antonietta Campilongo


approfondimenti

Marco Angelini



 
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16/11/2007

Marco Angelini

Fabs Gallery, Warsaw

Vertical Claustrophobia. 10 opere del periodo pittorico "Cellophane". La sua visione del mondo viene impressa nelle tele fatte di materiali piu' disparati (lastre sottili di alluminio, rame, cotone) sui quali imprime oggetti comuni come chiodi, bulloni, molle.


comunicato stampa

Gli ampi spazi della Fabs Gallery di Varsavia accoglieranno, dal 17 novembre, dieci opere del periodo pittorico “Cellophane” dell’artista Marco Angelini nell’esposizione patrocinata dall’Istitituto Italiano di cultura di Varsavia.

Nei bianchi spazi, il colore dei pigmenti naturali che diviene segno all’interno della tela; tele dal formato totemico, che si sviluppano in una verticalità claustrofobica, dove tutto, ma proprio tutto, è avvolto e chiuso dal gioco di trasparenze che solo un materiale plastico sottile e malleabile, qual è il cellophane, può consentire.
I materiali utilizzati per la composizione pittorica, coprono per mettere in evidenza l’oggetto nascosto, in una conclusione di fragilità e precarietà, come se la materia stesse per rompersi, per lacerarsi drammaticamente.

“Materiali, per lo più riciclati”, come ha annotato il critico d’arte Ida Mitrano, “con cui l’artista dialoga entro una superficie che rimane fondamentalmente bidimensionale. Uno spazio contenuto, rigorosamente verticale, che cattura la sua attenzione e lo induce ad esprimersi secondo la scansione ritmica determinata dal ripetersi della verticalità, continuamente riproposta dal formato delle sue opere”.

La sua visione del mondo viene impressa nelle tele fatte di materiali più disparati: lastre sottili di alluminio, rame, cotone. Imprime su di esse oggetti comuni come chiodi, bulloni, molle; oggetti semplici che hanno una loro storia perché nati e vissuti con l’utilizzo di qualcuno, chissà in quale spazio e tempo.
Hanno una vita lunga e come tutte le storie portano con sé i segni del logorio del tempo.

Marco Angelini li sceglie con un impeto emozionale, esistenziale, e per il segno che, intuitivamente, l’oggetto può lasciare sulla tela. Li sceglie per poi applicarli. Li lascia così, soli nel loro divenire, nel loro trasformarsi come materia. Una volta estrapolati rimane ciò che è la loro storia esistenziale, il segno del loro tempo che poi l’artista Marco Angelini con “bloccaruggine” congelerà per sempre. E’ l’esistenza che corrode, che ti cambia, che ti lascia con una stasi perfetta.

Fotografie dell’oggetto fatte con la ruggine, sagome di ciò che è esistito, e del come l’esistere modifichi la struttura della materia, metafora del corpo e della vita che passa. Segni che parlano senza alzare la voce, eleganti nel loro porsi, mai ridondanti e sfacciati, coerenti con una delle linee guida dell’estetica del fare artistico di Marco Angelini, dove tutto sembra reggersi in un equilibrio che da un momento all’altro potrebbe crollare. Marco Angelini con un linguaggio fatto di segni di ruggine e materiali ci parla dell’esistere e del resistere. Ci parla di noi.

Fabs Gallery
Brzeska 7 - Warsaw

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