Galleria Silvy Bassanese
Biella
via Galilei, 45
015 355414 FAX 015 355414

Terribly Emotional
dal 23/11/2007 al 29/2/2008
mart-ven 16.30-19

Segnalato da

CACT Centro d'Arte Contemporanea Ticino




 
calendario eventi  :: 




23/11/2007

Terribly Emotional

Galleria Silvy Bassanese, Biella

Gli artisti selezionati appartengono a generazioni attive dalla meta' degli anni '60 ad oggi. Il fuoco di attenzione verte sul fattore emozionale che ha originato l'opera, nell'immaginario dell'artista, e, di converso, sulla modalita' reattiva dello spettatore che la contempla. A cura di Viana Conti.


comunicato stampa

a cura di Viana Conti

Artisti: Stefania Beretta, Vittorio Corsini, Roberto De Luca, Matteo Fato, Giuliano Galletta, Mauro Ghiglione, Jean-Pierre Giovanelli, Urs Lüthi, Federica Marangoni, Giuliano Menegon, Chantal Michel, Franco Vaccari, Cesare Viel

Sabato 24 Novembre 2007 alle ore 18 presso la Galleria Silvy Bassanese, a Biella, si inaugura la mostra tematica internazionale Terribly Emotional, a cura di Viana Conti, che già, a partire dal titolo, intende provocatoriamente interrogarsi sul sensazionalismo e sulla risonanza mediatica di grandi mostre come Sensation, Post Human, Pensa con i sensi - Senti con la mente, Shock & Show, Apocalypse. Giocando sull’ambiguità del termine Terribilmente accostato a Emozionale, gli artisti selezionati, casualmente o fatalmente tredici, danno ampio spazio a una gamma di sensazioni comprese tra il terrore e il piacere, l’euforico e il malinconico, l’evento quotidiano ordinario e quello imprevisto straordinario, il rassicurante e l’inquietante.

Una mostra che si può ben definire sensazionale, coinvolgendo direttamente la curiosità, l’interesse e la potenzialità emotiva di chi guarda. Importante è la partecipazione svizzera che vede la presenza di un’icona della trans-sessualità degli anni Settanta come il grande Urs Lüthi, con Semplicemente un’altra storia di partenza, 9 autoritratti del 1974 dove il suo volto si trasforma progressivamente nel volto senescente della madre; quella della seducente fotografa, videoartista e performer Chantal Michel, invitata alla Biennale di Venezia del 2001 dal curatore Harald Szeemann, nota per la sua leggendaria collezione di abiti da sera, parrucche, scarpe d’oro e d’argento, presente con i video di paura La Trappola, Il Segreto e le foto dal ciclo poco rassicurante L’Ospite tranquillo di una tipica camera d’albergo; la presenza ancora di Stefania Beretta, sensibile e lucida fotografa degli sprechi del consumismo, degli attentati all’ambiente e all’umanità con l’opera Lietuva – pagine di un diario di viaggio, rievocante, attraverso una giustapposizione di frammenti, immagini, collage, scritte, il genocidio in Lituania tra il 1940-58, lavoro che, utilizzando i materiali di scarto delle polaroid come piccoli loculi, si configura come un microcimitero dell’umano sentire;

e per finire quella di Roberto De Luca con il dittico fotografico Tea-service, in cui l’ospite, invitato a prendere un tè, subirà lo choc di scoprire che le decorazioni della tazza di porcellana che porterà alla bocca rappresentano scene di umiliazioni, violenze, e tortura di civili e prigionieri militari nelle zone di conflitto. Tra gli artisti storici è invitato Franco Vaccari, presente con il dittico di collage fotografico Bar Code/Code Bar, opera rinviante alla sua partecipazione del 1993 alla Biennale di Venezia, dove, alla parete di un accogliente caffè, contrassegnato dal codice a barre, un manifesto riporta il pianto della madre di Silvia Baraldini mentre chiede la grazia di far tornare la figlia in Italia;

Federica Marangoni protagonista storica al femminile della videoarte, docente per 12 anni alla New York University, che presenta due mani tese di cristallo azzurrate dalla scritta al neon People e la videoinstallazione Volevo dirti che, dove da un monitor, deprivato dell’audio, racchiuso in una minigabbia sospesa, l’artista stessa cerca di comunicare con un uditorio distratto e indifferente la sua richiesta di attenzione; Jean-Pierre Giovanelli, artista francese già esponente del Collectif d’Art Sociologique e dell’Estetica della Comunicazione, amico di pensatori come Jean Baudrillard e Paul Virilio, che presenta No milk today, una teca con un biberon che al posto del latte contiene un proiettile, e un video dove l’immagine di una mano che accarezza ancora l’immagine di una stola di volpe intende significare la frustrazione dell’erotismo nell’era del virtuale.

Alle generazioni successive appartengono Vittorio Corsini, esponente di un’estetica relazionale intimamente legata al luogo e alle persone, che in mostra porta l’opera Gusci (a Marcel Broodthaers), dove il bordo di uova di vetro a taglio vivo fa pensare alla nascita come evento senza possibilità di ripensamento e l’opera Paura, sua ideazione di una maschera di tortura medievale in tubo di vetro azzurro, Residuo secco, un armadietto di acciaio inox specchiante contenente fiori disseccati, che rinvia alla perdita di profumo, colore, materia, come metafore della morte; Matteo Fato, vivace e sensibile autore di un compromesso tra il segno e la figura, presenta un Senza titolo su carta, cm.158x95, dove trascrive a china, con una pratica gestuale di ascendenza cinese, le movenze sconosciute di un gatto, che un particolare obiettivo fotografico riesce a cogliere; Giuliano Galletta, artista, giornalista e scrittore che con Divano Blu presenta la parodia di una serata in famiglia davanti alla TV, fotografando l’inquietante ritratto dell’artista, lui stesso, accanto alla modella e annegando le bambole Barbie, tema freudiano, nelle vaschette del bucato;

Mauro Ghiglione artista che si relaziona alla storia come alterazione della verità e alla realtà come spazio in cui l’identità e l’alterità, divenute ormai segni tra i segni, forme tra le forme, merci tra le merci, non riescono più a mantenere un rapporto solidale, presenta in mostra il trittico Identità, tre fotografie dove le due immagini di un folle recluso che tenta di volare si rapportano all’astrazione di tre solidi/morbidi visivamente interagenti, ma in realtà estranei alla presenza dell’uomo; Giuliano Menegon, artista che elabora nel tempo una trascrizione radicale in pittura dell’emozione estrema scaturita dal verso poetico, presenta un trittico che da Paul Celan deriva il senso e il titolo E si vive e stravive e disvive dalla raccolta La Rosa di nessuno; Cesare Viel autore di un diario ininterrotto sull’area della scrittura, della citazione letteraria, del disegno, della videoinstallazione, della performance, della pluralità dell’immaginario e singolarità della voce, presenta uno striscione di pvc m.6x1 dal titolo Domande per il corpo. Terribly Emotional intende anche interrogarsi sugli effetti, nella visione creativa e critica dell’artista, del linguaggio ansiogeno dell’informazione mediatica, delle censure della storia rispetto a fatti ed eventi che, alterando la realtà, rischiano di alterare la coscienza dell’uomo.

Gli artisti selezionati, paradigmatici quanto al tema e alla sua complessità, appartengono a generazioni attive dalla metà degli anni Sessanta ad oggi. Il fuoco di attenzione verte sul fattore emozionale che ha originato l’opera, nell’immaginario dell’artista, e, di converso, sulla modalità reattiva dello spettatore che la contempla.

Inaugurazione ore 18

Galleria Silvy Bassanese
Via Galilei, 45 - Biella
Orario: da martedì a venerdì 16.30 – 19.00
Ingresso libero

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