Fondazione Italiana per la Fotografia
Torino
Via La Salle 17
011 544132 FAX 011 548963
WEB
Joan Fontcuberta
dal 12/11/2001 al 27/1/2002
011 544132 FAX 011 548963
WEB
Segnalato da

Daniela Trunfio




 
calendario eventi  :: 




12/11/2001

Joan Fontcuberta

Fondazione Italiana per la Fotografia, Torino

"Scherzi della natura - Trilogia del dubbio". Progetto espositivo in tre parti: Fauna ovvero l'autenticità della Scienza, L'Artista e la Fotografia ovvero l'autenticità della Pittura, Sputnik ovvero l'autenticità della Storia. Regia e allestimento: Joan Fontcuberta; attori: Dr. Peter Ameisenhaufen (zoologo), Colonnello Ivan Istochnikov (astronauta), Pablo Piccaso, Salvador DalÌ, Joan Mirò, Antoni Tàpies. In mostra una serie di lavori che giocano con la capacità di manipolazione della fotografia, la sua virtuale possibilità di falsificazione, il dubbio insito in ogni comunicazione visiva sia essa artistica o documentaria.


comunicato stampa

Progetto espositivo in tre parti di Joan Fontcuberta
In collaborazione con Palazzo delle Esposizioni di Roma e Istituto Cervantes (Roma)

14 novembre - 9 dicembre
Fauna
ovvero l'autenticità della Scienza

14 dicembre - 6 gennaio
L'Artista e la Fotografia
ovvero l'autenticità della Pittura

11 gennaio - 27 gennaio
Sputnik
ovvero l'autenticità della Storia

Regia e allestimento: Joan Fontcuberta

Attori
Dr. Peter Ameisenhaufen (zoologo), Colonnello Ivan Istochnikov (astronauta), Pablo Piccaso, Salvador DalÌ, Joan Mirò, Antoni Tàpies

Oggetti di scena
Belve e mostri insoliti, strumentazioni e reperti scientifici, razzi impressionanti e navicelle spaziali, misteriose meteoriti radioattive e tute di astronauti... e molte altre meraviglie

La Mostra
Joan Fontcuberta è sicuramente uno dei più interessanti fotografi ed artisti del nostro tempo. In mostra una serie di lavori che giocano con la capacità di manipolazione della fotografia, la sua virtuale possibilità di falsificazione, il dubbio insito in ogni comunicazione visiva sia essa artistica o documentaria.

Quando osserviamo una fotografia siamo certi di ciò che vediamo o non è invece possibile dubitare della veridicità del documento?

Da molto tempo Fontcuberta lavora nell'ambito della cultura del sospetto. Dalle sue immagini e dalle sue installazioni, affiora costantemente il dubbio della realtà, della sicurezza della percezione e della visione. I progetti in mostra - Fauna, Art, Sputnik - vengono presentati a Torino, dopo la tappa di Roma (Palazzo delle Esposizioni luglio-ottobre).
In queste serie, veri, piccoli, divertenti trattati sulla pedagogia del dubbio, ad incrinarsi è la nozione stessa di verità, in un mondo come il nostro dominato dalla comunicazione e dalla tecnologia. Con humor fine e impertinente alla Oscar Wilde, Fontcuberta compone una riflessione metafotografica e, utilizzando la stessa strategia di un prestidigitatore, ci rivela i trucchi - politici, ideologici, epistemologici - con cui l'illusione si confonde con la realtà e ci mostra come non sempre la scienza, la storia, il documento - soprattutto se fotografico - siano del tutto affidabili e attendibili.
Fotografie, veri/falsi documenti "storici", installazioni e reperti, compongono una messinscena avvincente e disegnano un itinerario divertente ed insolito, tracciato dal "mago" Fontcuberta, sempre al limite tra verità e dubbio.

Molto curiosa e in sintonia con l'idea cara all'Autore, la veste grafica ed editoriale del catalogo (edito da Contrasto dall'edizione originale di Actar), che ricopia fedelmente un numero della famosissima rivista National Geographic.

La Didattica
La Sezione Didattica, con la consulenza di Roberto Zanello, ha organizzato 3 laboratori specifici a tema che si propongono di far giocare gli studenti con "il dubbio", creando scherzi della natura, equivoci artistici, false notizie giornalistiche, perseguendo uno degli scopi principali dell'attività della didattica che è quello di insegnare a leggere oltre l'immagine. I laboratori per Fauna e Sputnik si avvarranno della collaborazione del Museo Regionale di Scienze Naturali. Sono inoltre in programma interventi letterari realizzati con gli studenti durante le serate musicali curate dal Maestro Riccardo Piacentini. Per l'occasione ad ogni classe partecipante, verrà inviato un kit apposito di istruzioni per raccogliere in modo mirato, materiali e dati che consentiranno completare al meglio il lavoro in Fondazione.

Fondazione Italiana per la Fotografia Via Avogadro 4 10121 Torino
Inaugurazione Martedì 13 novembre Dalle 19.30 alle 22.30
Apertura al pubblico 14 novembre - 27 gennaio 2002
Orario: mart. - ven. 16.00 - 20.00 Sabato e domenica 10.00 - 20.00
Ingresso ai tre viaggi fantastici (tessera multipla) Intero Lit. 15.000 - ridotto Lit.13.000
Ingresso singolo Intero Lit. 12.000 - ridotto Lit. 9.000

Catalogo Edizioni Contrasto Lit. 50.000

Ufficio Stampa Daniela Trunfio - Emanuela Bernascone Tel. 011.544132 - 546594 Fax 011.548963

Introduzione

Intervenendo di recente a una conferenza, Fontcuberta ha dichiarato: "Mi piacerebbe pensare che la Fotografia non appartenesse alla sfera dell'Arte, ma a quella della Filosofia e che perciò fosse insegnata nelle Università e non nelle Accademie.
Credo che la fotografia sia caratterizzata da una valenza epistemologica e deontologica più che da quella estetica". Per meglio comprendere l'opera di uno tra i più importanti artisti internazionali del dopoguerra, bisogna ricordare che prima di diventare fotografo, Fontcuberta ha lavorato come creativo pubblicitario e giornalista. Da qui la completezza del suo fare artistico che partendo dalla filosofia del dubbio e tramite la fotografia, va ad abbracciare l'arte a 360°, in cui fotografia, teatro, illusionismo, grafica, scrittura lavorano insieme per seminare nello spettatore/visitatore il germe del dubbio.
Il Dubbio, dice Fontcuberta, nasce là dove viene richiesta una più attenta lettura a discapito della negativa, e oggi più che mai pericolosa, superficialità con la quale immagazziniamo dati di ogni genere: fotografia, arte, dati scientifici, articoli di giornale, slogan pubblicitari, comunicazione in genere. Il Dubbio presuppone approfondimento, volontà di comprendere e di non lasciarsi manipolare dall'apparenza. La mostra/evento è stata progettata da Fontcuberta negli spazi della Fondazione, sua la cura della disposizione delle opere. Scherzi della Natura è una trilogia, un viaggio in tre tappe tutte ugualmente interessanti, nel fantasticoreale mondo del fotografo spagnolo.
Nella teatralizzazione di ogni singolo episodio espositivo il coinvolgimento dello spettatore sarà di fondamentale importanza. La scoperta di alcune parole chiave di dettagli irreali mischiati al dato scientifico o artistico è il segreto della riuscita dello "scherzo".

L'Autore
Joan Fontcuberta nasce a Barcellona nel 1955. Svolge un'attività intensa e diversificata nel mondo della fotografia: è artista, docente, critico e curatore di mostre. Ha insegnato presso numerosi centri e università in Europa e negli Stati Uniti, ha collaborato con molte riviste specializzate nel mondo dell'arte e dell'immagine. Nel 1980 ha fondato la rivista bilingue (inglese/spagnolo) "Photovision" di cui è ancora caporedattore. Attualmente è professore di Comunicazione Audiovisiva all'Università Pompeu Fabra di Barcellona.
Ha promosso e fondato diverse manifestazioni dedicate alla cultura fotografica e tra le più importanti: la Primavera Fotografica (Barcellona, dal 1982). Nel 1996 è stato direttore artistico dei Rencontres Internationals di Arles. Molte le istituzioni e i musei che ospitano le sue opere; fra questi segnaliamo: The George Eastman House (Rochester, 1985), Folkwang Museum (Essen, 1987), Museum of Modern Art (New York, 1988), The Photographer's Gallery (Londra, 1988) IVAM (Valencia, 1992), Museo de Bellas Artes (Bilbao, 1995), Musée de l'Elysée (Losanna, 1999).

In mostra

LA FAUNA SEGRETA
All'inizio degli anni '80 venne alla luce l'archivio del Professor Peter Ameisenhaufen: una documentazione minuziosa delle sue spedizioni in tutto il mondo alla ricerca delle eccezioni alla teoria darwiniana sull'evoluzione. Fino ad allora Ameisenhaufen, e il suo bestiario fantastico, erano assolutamente sconosciuti, sia per pubblico che per la stessa comunità scientifica.
Precursore della teratologia*, Ameisenhaufen (1895-1955) era un personaggio misterioso, assorto nello studio di ibridi, mutazioni e malformazioni genetiche. Fu docente presso la Ludwig Maximilian Universität di Monaco, sino alla sua espulsione per circostanze oscure, nel 1932. Da quel momento viaggiò per i cinque continenti con una piccola equipe di collaboratori e scienziati tra i quali spiccava Hans von Kubert, biologo mediocre, ma eccellente fotografo. Il risultato del suo lavoro è un'ingente quantità di fotografie, manoscritti, disegni di ambienti naturali, registrazioni sonore, radiografie e, laddove fu possibile catturare degli esemplari, persino animali sezionati.
Tutto questo rende nota l'esistenza della Neue Zoologie, che raggruppa una fauna incredibile e in molti casi estinta, di cui per fortuna si conserva questa impressionante memoria foto-grafica e documentaria che qui presentiamo. La divulgazione delle ricerche di Ameisenhaufen causò inizialmente una profonda controversia, ma l'evidenza inconfutabile apportata delle testimonianze visive e scritte, mise a tacere qualsiasi dubbio o sospetto.
Oggi possiamo rivalutare tutto questo materiale per il suo indiscutibile interesse scientifico, ma anche come specchio della Nuova Fotografia e dell'estetica documentaria che imperò negli gli anni '30 e '40. *: teratologia studio delle mostruosità congenite negli esseri viventi.

L'ARTISTA E LA FOTOGRAFIA
La cultura visiva del XX secolo è dominata dal cinema, dalla televisione e, oggi, da internet, media che utilizzano in modi diversi la fotografia. È dunque logico pensare che la visione prodotta dalla macchina fotografica abbia contribuito a formare la sensibilità moderna. Ma quale impronta ha lasciato sull'opera dei grandi geni della pittura? Questa mostra inizia esplorando i possibili dialoghi tra pennello e fotocamera, concentrandosi sui quattro pittori spagnoli che hanno avuto maggiore eco sulla scena internazionale: Picasso, Miró, Dalí e Tàpies.
L'entità della collezione che presentiamo, pur comprendendo opere sconosciute e di rilevante valore plastico, è di modeste proporzioni e rappresenta l'anteprima di studi più profondi e di selezioni più esaustive. Per quanto spesso si tratti soltanto di schizzi preparatori o di opere incompiute, questi pezzi anticipano le preoccupazioni estetiche dei quattro artisti e aiutano a capire il loro processo creativo.
Con alcuni semplici esempi di fotografia diretta, fotogrammi, fotocollages e altre sperimentazioni con l'immagine fotografica, si offre una chiara idea di come la fotografia vivifichi la creatività del pittore e si converta in supporto creativo di nuove esperienze espressive.
Come scrisse il critico statunitense Rosalynd Kroll: "L'aspetto positivo della mostra non è tanto nella scoperta di lavori del tutto inediti di questi mostri sacri moderna, (l'intenzione non è quella di ridicolizzare gli agiografi ufficiali); Ciò che è veramente conta è che questo "scoop" mina le fondamenta stesse della storia, obbligandoci a riscriverla alla luce dell'incontro/scontro con la fotografia

Joan Fontcuberta - Curatore della mostra "L'artista e la Fotografia"

L'ODISSEA DELLA SOYUZ 2
Questa mostra narra la cronaca di uno degli episodi più tragici e incredibili della storia dell' astronautica: erano gli anni in cui Stati Uniti e l'URSS lottavano contro il tempo per arrivare primi sulla Luna. Le pressioni politiche erano sicuramente prioritarie rispetto alle garanzie di sicurezza offerte dalla tecnologia, e la corsa spaziale aveva già mietuto parecchie vittime.
Per riconquistare prestigio dopo il disastro della Soyuz 1, che si disintegrò, l'alto comando sovietico si prefisse, per la missione successiva, degli obiettivi spettacolari. Il 25 ottobre del 1968 fu lanciato dalla base spaziale di Baikonur la Soyuz 2 , con a bordo l'astronauta Colonnello Ivan Istochnikov e il cane Kloka. La sua missione consisteva nel provare ad agganciarsi in orbita alla navicella gemella Soyuz 3, ma la manovra fallì e si perse ogni contatto con la capsula di Istochnikov.
Quando, parecchie ore dopo, la Soyuz 2 fu recuperata Istochnikov era sparito e il modulo presentava segni di impatto con un meteorite. Non si seppe mai con certezza che cosa era successo e l'enigma si chiuse con una serie di congetture. Sia che si trattasse di sabotaggio o di incidente durante l'uscita dal veicolo, il Politbureau non volle mai riconoscere la fastidiosa perdita di un uomo nello spazio. La versione che fornirono fu che la Soyuz 2 era pilotata automaticamente, e quindi non vi era nessuno a bordo.
Per sostenere la credibilità, le foto di Istochnikov furono tolte dalla circolazione o ritoccate per escluderlo dall'iconografia ufficiale, gli archivi furono manipolati, i compagni ricattati e la famiglia confinata in Siberia: l'astronauta Istochnikov ufficialmente non era mai esistito. La storia è stata riscritta secondo i dettami di un'oscura "ragione di Stato", la Realtà superava il più incredibile argomento fantascientifico...
Solo con la caduta del comunismo e l'avvento della perestroika i documenti segreti furono resi noti e gli investigatori poterono accedere agli archivi per riannodare il filo della storia. È stato possibile realizzare questa mostra con i dati attualmente disponibili e con fotografie e materiali di diversi archivi e della stessa famiglia Istochnikov raccolti dalla Fondazione Sputnik di Mosca.

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