Opere 1955/1975. Dalla scoperta dello strumento fotografico per fare arte e dell'inconscio tecnologico del mezzo, fino a provocare situazioni che inducono il pubblico a partecipare attivamente alla realizzazione delle opere. E' tra questi due poli che si dipana il percorso creativo dell'artista, illustrato in questa retrospettiva, ospitata presso la Galleria Civica e il Fotomuseo Panini. Per l'occasione Vaccari ha predisposto anche una nuova "esposizione in tempo reale", intitolata: C'ero anch'io 2007. A cura di Luca Panaro e Roberta Russo.
a cura di Luca Panaro e Roberta Russo
Dalla scoperta dello strumento fotografico per fare arte e
dell'inconscio tecnologico del mezzo, fino a provocare situazioni che
inducono il pubblico a partecipare attivamente alla realizzazione
delle opere. E' tra questi due poli che si dipana il viaggio creativo
di Franco Vaccari, punto di riferimento nel mondo dell'arte
contemporanea dalla sua partecipazione alla Biennale di Venezia del
1972, protagonista nella propria città di una significativa
retrospettiva intitolata: Franco Vaccari. Opere 1955/1975.
Curata da Luca Panaro e da Roberta Russo, organizzata e prodotta dal
Fotomuseo Giuseppe Panini di Modena, dalla Galleria Civica di Modena
e dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, la mostra è ospitata
in due diverse sedi, Palazzina dei Giardini, corso Canalgrande, e
Fotomuseo Giuseppe Panini, via Giardini 160, entrambe a Modena, dove
sarà inaugurata domenica 2 dicembre 2007 rispettivamente alle 11,30 e
alle 12,30.
La reprospettiva presenta, tra le altre, alcune importanti opere
inedite che prevedono la partecipazione dei visitatori e racconta il
percorso di un artista curioso, poliedrico, fuori dalle strettoie dei
movimenti di gruppo, che ha soprattutto anticipato l'estetica
relazionale, di cui tanto si parla in questi anni, dando attenzione
all'interazione opera/pubblico.
Palazzina dei Giardini
La prima tappa di questo viaggio/mostra è un incontro con il nuovo,
con una "esposizione in tempo reale" (espressione coniata da Vaccari)
realizzata ad hoc per la mostra modenese, la numero 37 intitolata:
C'ero anch'io 2007. Una photomatic all'ingresso della Palazzina dei
Giardini che scatta per chiunque lo voglia una strip di foto
corredate di tutti gli elementi (occasione, luogo, data) che
contestualizzano lo scatto e certificano un momento di esistenza. "La
fotografia - scrive Vaccari - può essere vista come una forma di
protesi che viene in soccorso della memoria proprio quando il senso
dell'io nel tempo della globalizzazione tende a perdere di consistenza".
Quest'opera si colloca al centro del percorso espositivo allestito
alla Palazzina dei Giardini. L'ala di sinistra dell'antica serra
ducale ospita invece le opere degli esordi, il corpus di fotografie
inedito intitolato Radici e realizzato tra il 1955 e il 1965. Alcune
decine di istantanee che documentano la città, i suoi abitanti, i
suoi riti; una serie di flash (ogni fotografia si illuminerà soltanto
al passaggio del visitatore) che Vaccari ha usato come schermi su cui
fissare esperienze di altri, accorgendosi ben presto di come lo
strumento fotografico non sia fedele rispetto alla realtà ma anzi
possieda una capacità di registrazione e di percezione superiore
all'occhio, quasi una sorta di "inconscio tecnologico" secondo una
definizione dell'artista stesso.
Pochi anni dopo gli ultimi scatti di Radici Franco Vaccari comincia a
negare il punto di vista classico di chi realizza immagini
fotografiche: fra il 1967 e il 1968 fotografa La città vista a
livello di cane, serie con la quale prosegue il percorso. "Fra i
tanti automatismi che entrano in gioco quando si scatta una
fotografia - spiega l'artista - c'è anche quello di fare tutte le
riprese ad altezza d'uomo. Per liberarmi da questa abitudine ho
cercato di immedesimarmi in un cane per vedere con i suoi occhi e ho
abbassato la macchina dai soliti 170 centimetri ai 50".
Ancora protagonisti gli animali nel video I cani lenti dove alcuni
randagi sono stati ripresi al rallentatore, una modalità che mostra
l'interazione fra la macchina da presa e gli animali che si sentono
osservati. Dai viaggi della memoria a Trip lucido, esposizione in tempo reale n°
12, un lavoro storico di Vaccari realizzato nella torre di Graz nel
1975 e "reinstallato" per l'occasione.
Fotomuseo Giuseppe Panini
E sarà da qui che il visitatore partirà per un viaggio reale
all'altra sede espositiva, il Fotomuseo Giuseppe Panini, dove ad
accoglierlo ci saranno tre video: Nei sotterranei, Ventoscopio e
Piloro. Ancora materiale inedito per un altro corpus fotografico
intitolato Isola di Wight del 1970. Un reportage particolare e
innovativo perchè ancora una volta Franco Vaccari ha voluto che
prevalesse l'automatica capacità del mezzo fotografico di registrare
le dinamiche dei comportamenti piuttosto che i condizionamenti
dell'autore. "Quando dopo una notte passata all'addiaccio mi
incamminai per documentare il risveglio dell'accampamento del
pubblico del concerto - scrive Vaccari - mi resi conto di appartenere
ad una cultura estranea a quella dell'evento a cui stavo
partecipando. Quindi per liberarmi dai miei condizionamenti mentali
decisi di aggirarli mettendo in atto un automatismo: quello di
scattare una foto a destra e una a sinistra ogni cento metri".
Ancora in gran parte inedite, le opere che raccontano alcuni viaggi
minimi di Franco Vaccari, come Viaggio+Rito, esposizione in tempo
reale n° 2, che documenta con l'aiuto di due fotografi dotati di
polaroid tutti gli istanti del viaggio di Franco Vaccari dalla
stazione di Modena fino all'arrivo alla Galleria 2000 di Bologna,
dove l'artista inizia ad appendere le foto del suo viaggio e dei
visitatori che man mano arrivavano. "Chi era venuto per assistere
veniva incorporato, moltiplicato, registrato, bloccato in istanti
irripetibili e questo distruggeva lo spazio della contemplazione per
aprire quello dell'azione". Un altro viaggio minimo è Omaggio
all'Ariosto, dove Vaccari, invitato a Ferrara all'omonima mostra
dedicata al poeta, ha percorso lo stesso cammino che fece il poeta a
piedi da Carpi a Ferrara, scattando polaroid, incollandole alle
cartoline dei paesi attraversati e inviandole per posta a Palazzo dei
Diamanti.
Ad accompagnare la mostra il libro "FRANCO VACCARI. Fotografie
1955/1975" edito da Baldini Castoldi Dalai (Milano, 2007). Si tratta
di un volume di 176 pagine con un repertorio fotografico di oltre 245
immagini, bilingue, con un testo di Angela Madesani insieme agli
interventi dei curatori della mostra e di Angela Vettese.
Franco Vaccari è nato a Modena nel 1936, dove vive e lavora.
Compie studi di tipo scientifico laureandosi in Fisica. Vaccari
utilizza il video e la fotografia per documentare in tempo reale
accadimenti di vario genere, a volte da lui stesso provocati, agendo
come regista piuttosto che come autore. L'artista ha sempre
accompagnato la sua attività con la riflessione teorica, pubblicando
"Duchamp e l'occultamento del lavoro" (1978) e "Fotografia e
inconscio tecnologico" (1979).
Il suo lavoro è stato esposto alla Biennale di Venezia (1972, 1980,
1993 e 1995) e in numerose mostre personali e collettive tenutesi,
fra l'altro, presso il Saint Peter's College di Oxford (1967), la
Neue Galerie di Graz (1973), il Kunstmuseum di Hannover (1980), il
Centre Pompidou di Parigi (1981), il Museum Moderner Kunst di Vienna
(1984), la XI Quadriennale di Roma (1986), la Galleria Civica di
Modena (1987), il Palazzo delle Esposizioni di Mosca (1988), il
Museum of Art di Taiwan (1990), il P.S.1. di New York (1999), il
Centro per l'Arte Contemporanea di Varsavia (2001), l'Istituto
Italiano di Cultura di Praga (2004), lo Spazio Oberdan di Milano (2007).
Biografia completa dell'autore pubblicata all'indirizzo
www.comune.modena.it/galleria
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Inaugurazione 2 dicembre 2007
ore 11,30 Palazzina dei Giardini
ore 12,30 Fotomuseo Giuseppe Panini
Sedi:
Palazzina dei Giardini
corso Canalgrande - Modena
Fotomuseo Giuseppe Panini
via Giardini 160 - Modena
Orari Fotomuseo Giuseppe Panini
lunedì 15,00-17,00; martedì-venerdì 9,30-12,00; 15,00-17,00; sabato, domenica e festivi 10,00-13,00; 15,00-19,00.
Orari Palazzina dei Giardini: martedì-venerdì 10,30-13; 15-18; sabato, domenica e festivi 10,30-18; chiuso il lunedì, 25, 26 dicembre, 1 gennaio 15-18.
Ingresso gratuito