Galleria San Filippo
Torino
via Maria Vittoria 5
011 4430045 FAX 011 4430048
WEB
Proposte XVI
dal 14/11/2001 al 15/12/2001

Segnalato da

Lisa Parola




 
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14/11/2001

Proposte XVI

Galleria San Filippo, Torino

Pubblico/Privato. Con la mostra Proposte si conclude la seconda edizione del progetto Proposte/LabOratorio: la rassegna è dedicata alle ricerche dei giovani artisti operanti sul territorio regionale. La mostra presenta i lavori di sei artisti, realizzati nell'ambito del progetto e pensati per lo spazio della Galleria di San Filippo; è una sequenza di spazi che richiamano, anche visivamente, il confine e l'alternanza tra pubblico e privato. Gli artisti hanno lavorato infatti al rilievo delle "intersezioni" e dei luoghi di "passaggio" tra queste due condizioni spaziali ed esistenziali.


comunicato stampa

"Pubblico/Privato"
a cura di: a.titolo
(G. Bertolino, F. Comisso, N. Leonardi, L. Parola, L. Perlo)

DIREZIONE REGIONALE PROMOZIONE ATTIVITA' CULTURALI,ISTRUZIONE E SPETTACOLO SETTORE PROMOZIONE ATTIVITA' CULTURALI
mostra promossa da: Regione Piemonte, Assessorato alla Cultura;

artisti: Andrea Caretto, Stefania Pettinato, Chiara Pirito, Alessandro Quaranta, Gian Luca Ranno, Gianluca Sudano

Il progetto.
Con la mostra Proposte si conclude la seconda edizione del progetto Proposte/LabOratorio, promosso dall'Assessorato alla Cultura della Regione Piemonte e curato da a.titolo (gruppo di critiche e storiche d'arte e dal 2000 Commissione scientifica di Proposte).
Giunta alla sua sedicesima edizione, la rassegna Proposte, promossa dal 1988 dalla Regione Piemonte, è dedicata alle ricerche dei giovani artisti operanti sul territorio regionale.

LabOratorio -estensione didattica e informativa di Proposte- si è articolato quest'anno intorno al tema Pubblico/Privato, trattato con un workshop, tenuto in luglio da Antoni Muntadas e attraverso cinque conferenze aperte al pubblico, svoltesi in ottobre nella sede dell'Oratorio di San Filippo.
In questa serie di appuntamenti il rapporto tra i due spazi è stato affrontato in un'ottica interdisciplinare e con un particolare riferimento alle complesse trasformazioni della città contemporanea e all'impatto sociale e culturale dei media e delle nuove tecnologie.

Hanno partecipato a LabOratorio 2, l'artista Antoni Muntadas, Luca Bertolini (urbanista), Marco Senaldi (critico d'arte), Marianella Sclavi (antropologa urbana), Nicoletta Leonardi (storica della forografia), Sergio Risaliti (ditrettore del Palazzo delle Papesse, Centro d'Arte Contemporanea di Siena).

La mostra presenta i lavori degli artisti Andrea Caretto, Stefania Pettinato, Chiara Pirito, Alessandro Quaranta, Gian Luca Ranno e Gianluca Sudano, realizzati nell'ambito del progetto e pensati per lo spazio della Galleria di San Filippo.

La mostra, con l'allestimento curato da Marisa Coppiano (Assessorato alla Cultura, Regione Piemonte), è una sequenza di spazi che richiamano, anche visivamente, il confine e l'alternanza tra pubblico e privato.
Tutti e sei gli artisti hanno lavorato infatti al rilievo delle "intersezioni" e dei luoghi di "passaggio" tra queste due condizioni spaziali ed esistenziali. Con installazioni, video e azioni hanno cioè trovato quei "punti di scambio" che evidenziano la capacità umana alla modulazione e all'elaborazione dello stato in luogo nel pubblico e nel privato.

Andrea Caretto ha operato nel "sistema" che collega la produzione individuale dei rifiuti alla sua destinazione: la discarica. Con il lavoro in mostra e attraverso una visita guidata in una discarica alle porte di Torino, ha istituito un collegamento reale tra questo territorio di "nessuno", sebbene effetto di una collettività, e la sede espositiva. A partire dalla raccolta e dal dimensionamento dello scarto, indizio privato dello statuto di consumatore, l'ha messo in relazione con un territorio "di nessuno", sebbene concreto effetto della collettività.

Su un altro piano, ma analogamente, Gianluca Sudano ha azionato con un gioco il senso della responsabilità del singolo rispetto alla diffusione pubblica delle immagini. È intervenuto cioè sul meccanismo "partecipato" della pubblicità e dell'iconografia comune, quali risultati appunto pubblici di responsabilità e interessi privati. Con il gioco del tiro a segno, trasformato in un'installazione interattiva, ha azionato il senso della responsabilità del singolo rispetto alla diffusione pubblica delle immagini.

Con la preparazione di una tavola tecnologica Alessandro Quaranta ha enfatizzato il luogo del mangiare insieme. L'atto dell'ingestione del cibo, pratica naturale del nutrirsi, ma anche massima espressione dello scambio tra esterno e interno, mondo e corpo, è messo in relazione a una "mensa pubblica" ovvero all'emanazione di leggi comunitarie in tema di alimentazione.

La stanza di Stefania Pettinato è una parte della sua casa. La casa è anche un "sito" e la stanza, trasferita in mostra, è un soggiorno. L'accoglienza dell'esterno, l'ospitalità, l'esibizione privata delle proprie cose, scelte e preferenze, coesistono e culminano nell'evento della "festa" fissata per il giorno dell'inaugurazione.

Anche Gian Luca Ranno coglie l'occasione dell'apertura della mostra per lanciare il suo Urban game. Il gioco collettivo di Ranno è il farsi di una narrazione che sovrappone una regia al fluire di una normale quotidianità. Con sistemi che apparentano il suo Urban game alle fiction della real tv e ai role-play, l'artista riflette sui ruoli di "protagonista" e "comparsa" ma, soprattutto su quelli di "persona" e "personaggio". Un gioco attraverso il quale diventa il regista e il T-ranno della quotidianità di un gruppo di persone.

Personae, nell'accezione latina di "maschera", sono quelle che appaiono nella video installazione di Chiara Pirito. Donne e uomini che si preparano all'ingresso nel pubblico. Significativamente posti sulla soglia tra casa e strada, in un fuori luogo che per questo enfatizza anche i gesti più minuti, le persone di Pirito sono in presenza dello specchio. L'oggetto e luogo dell'incontro e scontro del tra sé e sé, dell'io e dell'altro.

Estratto dal testo di a.titolo pubblicato in catalogo
Pubblico-privato: intersezioni di spazi

"Il mio corpo, dunque, non è calato in uno spazio unico, bensì nella difficile intersezione di questa numerosa famiglia di spazi; nell'insieme delle connessioni e dei collegamenti da praticare tra queste varietà di spazi. Non si tratta di un dato, di un qualcosa che, come si dice, è sempre là. Questa intersezione, questi collegamenti sono sempre da costruire".
M. Serres, Discorso e percorso, in L'identità, seminario diretto da C. Lévi-Strauss, 1977, Sellerio Palermo 1980.

Pubblico e privato -i termini che abbiamo messo in relazione per il tema di questo secondo LabOratorio-Proposte- non hanno certamente accezioni univoche. Sono specchi di Norme e Regole, tanto da accostarsi al concetto di Diritto, ma riferiscono anche delle idee di Stato, Amministrazione, Audience, di Interesse, Privacy e Intimità e di Proprietà. In ogni caso quando li pensiamo tendiamo sempre a "spazializzarli", a dar loro un luogo, un "abitato".
L'estrema varietà di spazi, fisici e mentali, che regola e declina l'abitare, fa dello spazio un processo.
Georges Perec nel suo inventario intitolato alle "specie di spazi", osserva che "lo spazio è uno strano supporto in movimento, fatto di densità interne che si spostano" .
In questa mobilità si dovranno comprendere, oltre ai sensi e alle percezioni "elastiche" del singolo, anche le direzioni prescrittive dei disegni del Pubblico (questa volta non spazio quanto piuttosto Legge e Norma) e del Privato (questa volta come Possesso e Proprietà). A ciascuno di essi pertiene un insieme di dispositivi e di regole. Dove per "dispositivo", secondo "M. Foucault (1969) e da successive elaborazioni di P. Bordieu (1972) e di G. Teyssot (1981)", si intenderà quel "regime di pratiche, una tecnologia sociale e insieme la prescrizione di un modo di vita che per giudizi, costruzioni, eliminazioni o censure dell'esistente tende a creare un habitus" .

I progetti realizzati dagli artisti sono destinati a una mostra che, fin dalla sua organizzazione spaziale, si configura in una serie di sei habitat, referenti di molteplici habitus.
Ciò che dalla nostra posizione di curatrici, riconosciamo come risultato, sta nella direzione teorica e nella formalizzazione di ognuno di questi lavori. A fronte di un tema che poteva essere risolto con un posizionamento nel pubblico o nel privato, ogni lavoro ha trovato un proprio modo per mostrare un "intersezione", una zona intermedia tra gli spazi.
Gli artisti hanno cioè trovato oggetti o territori che, in qualità di "punti di scambio", evidenziano una capacità umana all'elaborazione dello stato in luogo nei due campi, nella loro "separatezza" quanto nella loro "promiscuità".
L'elenco di questi "oggetti" e "territori", che hanno la qualità del "punto critico", può essere utile come introduzione all'analisi di ogni singola ricerca.

inaugurazione: giovedì 15 novembre 2001, ore 18,30

orario: martedì/domenica 15,30/19,30

informazioni: Ufficio Mostre, Assessorato alla Cultura
tel. 011.4322979 011.4322063.

Catalogo disponibile in mostra, con i testi di a.titolo,
L. Bertolini, N. Leonardi, S. Risaliti, M. Sclavi, M. Senaldi
e con una conversazione con A. Muntadas.

Galleria di San Filippo,
via Maria Vittoria 5, Torino

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