Rappresentante della Scuola di Piazza del Popolo a Roma, Schifano e' tra i protagonisti del filone italiano della pop art. Negli anni '80 e' tra i promotori di un ritorno alla tradizione pittorica. Testo in catalogo di Luca Beatrice.
Rappresentante della Scuola di Piazza del Popolo a Roma, Mario Schifano
(Homs, Libia 1934 - Roma 1998) è tra pittori più originali ed importanti nel
panorama artistico italiano del secondo dopoguerra. Uomo eclettico,
irrequieto e dal talento bizzarro, Schifano ha indagato e sperimentato i più
diversi i linguaggi espressivi, dall'arte al cinema alla musica.
Dopo la più nota produzione degli anni Sessanta e Settanta, Schifano negli
anni Ottanta, ancora una volta, si fa precursore di un cambiamento che
segnerà la storia dell'arte italiana promuovendo un recupero della
tradizione pittorica, che porterà Achille Bonito Oliva a definirlo un
"transavanguardista tra virgolette".
La fertilità di questo periodo è dimostrata dal gran numero di mostre
pubbliche. Proprio nel 1980 inaugura la grande personale *Laboratorio umano
e pittura *negli spazi della Galleria Comunale di Cesena, curata da Achille
Bonito Oliva; nello stesso anno partecipa alla mostra *Arte e
critica*allestita a Palazzo delle Esposizioni di Roma e nel 1982 è
presente alla XL
Biennale di Venezia curata da Gian Alberto Dell'Acqua, dove tornerà anche
nelle due edizioni successive, 1984 e 1986.
Gli anni Ottanta sono segnati dalla produzione di grandi cicli pittorici:
nel 1981 dà vita a *Cosmesi *, una serie di immagini su celluloide con "make
up"; seguono *Architetture* (1982, poi sviluppate nel 1988), dove l'universo
tecnologico e massmediatico prende corpo sulle tele; inoltre il ciclo *
Infantile*, realizzato a partire dal 1985, anno della nascita del figlio
Marco, segna un nuovo tema per Schifano: i bambini, che qui racconta con un
segno artistico più semplificato e sintetico, forse perché ispirato proprio
a un immaginario infantile.
Prerogativa della produzione artistica di questi anni è inoltre la scelta di
Mario Schifano di utilizzare supporti di grandi dimensioni. Il mezzo
pittorico, sentito come primaria necessità, si estende anche oltre la
cornice, cerca di superare ogni suo limite attraverso compressioni ed
espansioni, slanci e ritorni, che diventano il cardine della sua ricerca
artistica.
La pittura è interpretata da Schifano negli anni Ottanta come principale
processo creativo, come la massima libertà espressiva, anche nell'eccesso.
Il colore riacquista un ruolo centrale diventando protagonista assoluto
delle sue tele; la tavolozza viene utilizzata nella sua totalità, dai colori
più accesi, come in *Cascata* (1988), a quelli più tenui, come in
*Deserti*(1984), serie dedicata alla memoria della Libia, sua terra
natale.
La mostra allestita alla Galleria In Arco è la prima di una serie dedicate
al genio di Schifano, ripercorso attraverso una ventina di opere – tra le
altre *Quadro per bambini dai nove anni in su* (1985), *Vulcano*
(1986),*Isolata
*(1996) – la capacità di rendersi perfetto interprete del suo tempo,
contribuendo
così alla rinascita della pittura italiana negli anni Ottanta.
In catalogo un saggio di Luca Beatrice e un documentato regesto storico a
cura di Laura Carcano.
Inaugurazione: 17 gennaio 2008, ore 18
Galleria In Arco
Piazza Vittorio Veneto 1-3 - Torino
Ingresso libero