Museo d'Arte Provincia di Nuoro - MAN
Nuoro
via Sebastiano Satta, 27
0784 252110
WEB
Tre Mostre
dal 17/1/2008 al 14/4/2008
mart-dom 10-13 16:30-20:30

Segnalato da

Cristiana Collu




 
calendario eventi  :: 




17/1/2008

Tre Mostre

Museo d'Arte Provincia di Nuoro - MAN, Nuoro

In mostra una rassegna che si configura come un approfondito percorso nell'arte dell'artista russo con due percorsi: "Marc Chagall. Mostri, chimere e figure ibride" e "Marc Chagall. Temi biblici". Nelle opere di Josephine Sassu invece, c'e' tutta l'attrazione per il mostruoso e l'indefinibile, il perturbante dell'immaginario infantile; l'interesse per cio' di cui si ha paura e che si intende combattere. Inoltre per Project Space 2008, Maria Rosa Sossai presenta Margherita Morgantin. "Il pensiero veloce e altre dimensioni". Nel video scorrono le immagini di un viaggio in barca compiuto dall'artista tra Venezia e Trieste, lungo i canali navigabili della laguna, insieme a una serie di disegni ispirati al paesaggio sardo e concepiti appositamente per lo spazio del museo.


comunicato stampa

Marc Chagall. Mostri, chimere e figure ibride / Marc Chagall. Temi biblici.
a cura di Maurice Frechuret

Il MAN apre la stagione espositiva del 2008 organizzando una nuova grande mostra: l’attenzione è questa volta puntata su Marc Chagall (Vitebsk 1887 - Saint-Paul-de-Vence 1985), con una rassegna che si configura come un approfondito percorso nell’arte del maestro russo.

Marc Chagall. Mostri, chimere e figure ibride
Chimere misteriose, metà-uomo, metà-bestia, oggetti compositi con testa o membra umane e immaginari animali volanti attraversano l’intera produzione di Marc Chagall: opere che mettono in scena figure ibride, frutto di una rappresentazione che combina specie differenti, in un incrocio sottile che determina una composizione allo stesso tempo allucinata e convincente. A questa sintesi figurativa di elementi disparati è per la prima volta dedicata un’intera mostra.

Certamente Marc Chagall ha tratto ispirazione dall’arte e dalla tradizione culturale e religiosa giudeo-russa, è stato altresì colpito dalla serie I Capricci di Goya, dove l’uomo assume sovente le fattezze di un asino. In questa stessa tradizione provano a inserirsi alcuni dei suoi contemporanei: da Picasso a Brancusi, da Hans Arp a Victor Brauner, i quadrupedi alati, le donne-uccello e altri mostri più o meno attraenti costellano la produzione del XX secolo.

Nella iconografia di Chagall, l’ibridazione trova le sue figure ricorrenti: la testa umana è sostituita da una testa di animale, le bestie hanno membra che servono loro per suonare la musica o dipingere; allo stesso modo, dai violoncelli dipinti da Chagall spuntano fuori braccia e testa. Con l’umorismo che lo contraddistingue, l’artista non esita a indossare vesti bestiali, assumendo le fattezze di un gallo, di una capra o di un asino. Questi lavori così particolari, queste figure composite che mischiano l’universo animale e umano sono dunque sempre il segno di una sintesi poetica, che consente di vedere in una sola immagine diversi livelli di rappresentazione.

Marc Chagall. Temi biblici.
Chagall ebbe sempre a cuore i temi legati all'ebraismo e alla Bibbia: «Mi è sempre sembrato e mi sembra tuttora che la Bibbia sia la principale fonte di poesia di tutti i tempi [...] essa è stata l'alfabeto colorato in cui ho intinto i miei pennelli». Tutta la Bibbia è il grande codice, cioè il punto di riferimento imprescindibile della nostra cultura, è la stella polare a cui si sono orientati tutti, credenti e non, quando hanno cercato il bello, il vero e il bene, magari anche per respingere questa guida e vagare altrove. Quando, nel 1930, il mercante d'arte ed editore Ambroise Vollard gli propose di illustrare proprio il libro sacro dell'ebraismo (impresa titanica che, dopo Rembrandt, non fu più tentata da alcun artista), Chagall accettò con comprensibile entusiasmo e umiltà. Ma prima di iniziare il lavoro, nel 1931 si imbarcò per la Palestina.

Non fu soltanto un'esperienza spirituale, un pellegrinaggio o un ritorno alla terra d'origine, ma anche un'esperienza plastica: scoprì i paesaggi riarsi, essenziali, immersi in una luce sfolgorante. Le scene bibliche, incentrate sul tema dell'Uomo come creatura di Dio, sono quadretti di vita di un villaggio ebreo di quei tempi e quindi connesse a un presente, a una quotidianità, di cui l'arte di Chagall riesce a svelare il mistero: «Chagall legge la Bibbia e subito i passi biblici diventano luce per tutti», scrisse, a questo proposito, il filosofo Gaston Bachelard.

Così, le opere di Marc Chagall si liberano del restrittivo valore confessionale, superano i limiti angusti di rappresentazione della religione ebraica, per abbracciare e acquisire un significato spirituale e poetico universale, proprio di ogni uomo e di ogni tempo.

In collaborazione con la Réunion des Musées Nationaux e con il Museo Marc Chagall di Nizza.

18 gennaio – 15 aprile 2008

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DNA Dal Novecento ad oggi. È severamente vietato dare da mangiare ai coccodrilli: la collezione del MAN dialoga con Josephine Sassu

Josephine Sassu ha la capacità di innescare immaginari fantastici innalzando vegetazioni multiformi, efflorescenze tropicali, foreste esotiche dalle quali balzano fuori belve feroci, autoritratti sotto forma di animali aggressivo-erotici e organismi unicellulari. C’è nelle sue opere tutta l’attrazione per il mostruoso e l’indefinibile, il perturbante dell’immaginario infantile; l’interesse per ciò di cui si ha paura e che si intende combattere e allontanare, ma al medesimo tempo fonte di quella seduzione morbosa verso il meraviglioso e il diverso.
I monumenti provvisori sono l’ultimo approdo a un lavoro di ricerca, che la Sassu porta avanti dall’inizio della carriera, su pratiche artistiche apparentemente inadeguate all’operazione, come inadeguato appare il suo ruolo fuori dalle norme codificate.

Ogni progetto di Josephine Sassu introduce, nello spazio che la ospita, un’atmosfera sempre in bilico tra ingenuità e purezza dell’età infantile dell’infanzia e lo scardinamento dei luoghi comuni. Stando ben salda dentro un mondo conosciuto, dal linguaggio solido, fatto di rapporti familiari, di senso dell’altro, si muove di volta in volta in spazi estranei attingendo dalle nuove esperienze e lasciando dietro di sé le spore del proprio vissuto, in uno scambio da perfetto esploratore.

I viaggi, concessi solo ai personaggi letterari, Josephine Sassu li realizza per sé e permette a tutti noi comprimari, comparse e figuranti, di farne parte. Instaura in questo site-specific, a partire dal titolo che contiene in sé il nome del museo, un dialogo a distanza, un rapporto aperto con le proprie fonti, tracciando i fili di una connessione con gli artisti a lei affini. Tra gli animali intrusi nelle sale del museo celebra la foresta del Doganiere Rousseau, evoca i manga di Hokusai, dialoga con l’infinito bestiario di Salvatore Fancello, si lascia spiare dalla conturbante Tona Scano e, infine, re-inventa un “altrove” per le stanze silenziose di Francesca Devoto.

18 gennaio – 15 aprile 2008

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Project Space 2008.
Margherita Morgantin. Il pensiero veloce e altre dimensioni
A cura di Maria Rosa Sossai

Per il terzo appuntamento del ciclo di mostre Una questione di sopravvivenza, Margherita Morgantin presenta il video dal titolo Il pensiero veloce (2007), insieme a una serie di disegni sul muro ispirati al paesaggio sardo e concepiti appositamente per lo spazio del museo. Nel video scorrono le immagini di un viaggio in barca compiuto dall’artista tra Venezia e Trieste, lungo i canali navigabili della laguna. La specularità dell’orizzonte creata dal riflesso dell’acqua opera un ribaltamento lento e quasi impercettibile della prospettiva, un giro completo d’orizzonte che richiama il moto di una lenta rivoluzione e la rotazione terrestre. Progressivamente il paesaggio si trasforma nel disegno di una macchia di inchiostro che diventa la chiave di accesso a una diversa profondità della visione introspettiva.

L’aderenza tra le forme interiori e quelle del paesaggio/macchia si offre così come strumento di lettura delle cose, una libera indagine della zona compresa tra la rappresentazione delle forme e la loro fragile interpretazione. La necessità di raccontare i viaggi o qualsiasi altra esperienza diventa l’attestato dell’esistenza di un’area di attrito tra immaginazione e realtà, il vero luogo della vita condivisa dai corpi, dai simboli e dai sentimenti. I disegni eseguiti a pennarello sul muro, e collegati a piccoli monitor su cui appaiono delle brevi sequenze video a partire dagli ultimi segni bianchi del Pensiero Veloce, sono tracciati grafici che stabiliscono delle corrispondenze tra la fissità del disegno e la mobilità delle immagini. Ne scaturisce una geografia percettiva, con strati temporali che si mescolano, capaci di creare un linguaggio visivo in perpetua mutazione.

18 gennaio – 2 marzo 2008

Inaugurazione 18 gennaio 2008

MAN
via Satta 27, Nuoro
orari 10-13 16:30-20:30, lunedi chiuso
Ingresso libero

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