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Chema Madoz
dal 18/1/2008 al 29/2/2008
lunedi' - sabato 15-19
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18/1/2008

Chema Madoz

FSMgallery, Firenze

Poetica. A tratti l'ironia, a tratti l'assurdo, a tratti il paradosso, sono la chiave di lettura delle sue creazioni. Tutte accomunate da un elegante bianco e nero queste fotografie lasciano libero spazio all'interpretazione. "... analogie visive, metafore, paradossi o metonimie che invitano lo spettatore a un gioco di poetica percezione" Catherine Coleman


comunicato stampa

La Stagione della Fotografia Spagnola

A cura di Catherine Coleman

In collaborazione con l’Istituto Cervantes, l'Osservatorio per le Arti Contemporanee dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze e il Governo Spagnolo, Ministero della Cultura

“Niente è come sembra” e Madoz lo dimostra svelandoci alcuni mondi nascosti in oggetti di uso comune. Un paio di forbici, un fiammifero, un bastone da passeggio, familiari a tutti noi, perdono con Madoz il loro significato consueto per essere inseriti in contesti nuovi, che li arricchiscono di altre sembianze. A tratti l’ironia, a tratti l’assurdo, a tratti il paradosso, sono la chiave di lettura di queste creazioni. Tutte accomunate da un elegante bianco e nero queste fotografie lasciano libero spazio all'interpretazione. Ognuna di esse offre infatti due livelli di lettura: si può gustare intellettualmente aggiungendo un senso lato a ciò che stiamo osservando e si può percepire esteticamente senza cercarne i significati ulteriori. L’autore ha costruito un linguaggio rappresentativo personale col quale affrontare l’oggetto che ritrae in più modi: senza alterazioni, manipolato e investito di significati diversi dai consueti, oppure privato della propria identità e reinventato del tutto. Il critico Borja Casani descrive così le sue opere: "Analogie visive, metafore, paradossi o metonimie che invitano lo spettatore ad un gioco di poetica percezione e richiesta di una attiva partecipazione".
La sua arte è particolarmente affascinante poiché si esprime attraverso oggetti quotidiani, che di fascino ne hanno spesso ben poco. La sua attitudine è proprio quella di tirar fuori il lato nascosto di questi, accentuandone alcune caratteristiche o giocando con le loro forme. Ci offre dimensioni nuove, scaturite dall’alterazione di quella realtà immediata alla quale siamo abituati, per lasciarci andare in una condizione in cui tutto è possibile.

Da un testo di Borja Casani, 2006
"Analizzando la mappa casuale di segnali che le cose emettono dai luoghi che occupano nel mondo, Madoz individualizza, distrugge, confronta e manipola fino al punto in cui riesce a mostrare un nuovo ordine, il lato nascosto del senso, una nuova verità simbolica che con il suo impatto mette in evidenza il disordine della logica. Le cose, gli oggetti, trasferiti in una nuova collocazione e deprivati del loro naturale ambiente dove normalmente svolgono le loro funzioni, ora emettono segnali differenti davanti alla macchina fotografica. Convertiti in segni parlano, letteralmente. O meglio, sono immagini che parlano letterariamente. Perché basandosi sull'estetica della somiglianza e della vicinanza dei punti di riferimento, Madoz sposta il senso naturale dei concetti verso altre forme di conoscenza, sfruttando pienamente il loro potenziale simbolico e risolvendo il dialogo con cifre e tropi in stretta relazione col linguaggio: analogie visive, metafore, paradossi o metonimie che invitano lo spettatore a un gioco di poetica percezione e richiesta di una loro attiva partecipazione.”

Immagine: Escurre

Inaugurazione sabato 19 gennaio
saranno presenti l'autore Chema Madoz e la curatrice della mostra Catherine Coleman (Museo National Centro de Arte Reina Sofia di Madrid).

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Via San Zanobi 19/r Firenze
Dal lunedì al sabato dalle 15 alle 19
Ingresso libero

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