Perugi artecontemporanea
Padova
via Giordano Bruno, 24/B
049 8809507 FAX 049 8809507
WEB
F5D
dal 21/1/2000 al 10/3/2000

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Perugi artecontemporanea



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Francesca Semeria



 
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21/1/2000

F5D

Perugi artecontemporanea, Padova


comunicato stampa

Mostra personale di Francesca Semeria.
Francesca Semeria (Sanremo, 1967) si sta affermando come una tra le artiste più interessanti dell’ultima generazione. Tra i suoi mezzi espressivi ci sono la performance e il video, la fotografia digitale e l’immagine di sintesi, con un’attenzione particolare alle tecnologie e ai materiali più sofisticati e innovativi. Il suo lavoro ha il dono di un’energia narrativa e di un’intensità visiva e sonora, che lo rendono assolutamente seducente. La personale alla galleria Perugi presenterà un video e una serie di stampe realizzate al computer. Protagonista dei lavori è una luminosa madonna cyborg, F5D, sintesi di sacratità e bellezza aggressiva e tecnologica. La mostra è a cura di Guido Bartorelli.

Inaugurazione sabato 22 gennaio 2000, dalle ore 18.00 in poi

Perugi artecontemporanea
via Altinate 66, 35121 PADOVA - tel. e fax +39 (0)49.663.996

INTERVISTA
Francesca Semeria, F5D, a cura di Guido Bartorelli

Guido Bartorelli: Cosa vuol dire F5D?
Francesca Semeria: È il nome della protagonista del video e delle tavole a fumetto. Letteralmente è una sigla e sta per Francesca Quinta Dimensione. La riferisco a me stessa perché mi identifico in F5D. Quando si legge un fumetto, così come quando si gioca con un videogame, avviene un’identificazione fortissima con questo o quel personaggio. Tu diventi il personaggio. È un’esperienza molto divertente: scelgo il personaggio cui mi sento più vicina ed entro nel suo mondo. Questi mezzi permettono di espandere la propria fantasia, di esprimere se stessi. Identificarsi con il "malvagio", ad esempio, può aiutare a tirare fuori un lato nascosto di sé, a conoscersi più a fondo. Si possono vivere delle esperienze senza rischi o conseguenze reali. E ciò può essere molto utile per una sana crescita psichica.
GB: Così è questo che cerchi nel tuo lavoro: calarti in vari personaggi/identità (l’alieno, l’essere sadomaso, l’eroina vampiro…) per approfondire la conoscenza di te stessa?
FS: Cerco di tirare fuori alcune caratteristiche, alcuni lati del mio essere. Devi sapere che, per un certo tempo, ho fatto la modella. È una professione che ti impone un modo di essere e di apparire molto rigido. Devi mostrare sempre e solo l’aspetto piacevole, femminile del tuo essere. A un certo punto non ce l’ho più fatta, ho attraversato un periodo di totale rifiuto verso tutto ciò che la società si attende da una donna. Sono stata molto male. Nel mio lavoro ho voluto portare a galla quanto di me stessa ero stata costretta a rimuovere. Qualche tempo fa, ad esempio, ho impersonato in una performance Medusa Cyborg, un personaggio per certi aspetti molto simile a F5D. Solo che lei era molto più carnale: pensa che nella performance ero ricoperta di sangue, anche se finto. Volevo essere l’aggressività, la sessualità, l’orrendo. Tutto ciò che, in genere, la donna deve nascondere.
GB: Mi parli del carattere di F5D?
FS: È un’identità potente, energica, tecnologica: nasce da una fibra ottica o, comunque, dal computer e alla fine si trasforma in vampiro. È molto ambigua: un po’ sadomaso, un po’ ricorda gli eroi manga. È un mix tra diversi immaginari. Rispetto ad altri miei personaggi è più costruttivo, non solo ironico, più positivo, più ludico, anche se sempre carico di contenuto, di impegno. Mi interessava che la mia ricerca portasse a un risultato divertente.
GB: Forse può apparire strano che tu artista, una figura professionale abituata a pensare in maniera quanto mai autoriale, abbia voluto realizzare i fumetti in uno stile assolutamente impersonale, anti-autoriale. In questi lavori non si vede la tua "mano". Tanto è vero che li hai fatti fare a un disegnatore professionista. In fondo, il tuo approccio è di carattere concettuale.
FS: Sì, mi interessava il fumetto in sé, lo stile Marvell come ready made, e non esprimermi facendo un fumetto. E poi volevo che i miei lavori avessero un impatto molto simile a quello più piacevole e patinato del mondo della moda, della pubblicità, della grafica più evoluta. Cerco di esprimermi in un modo che possa essere godibile per tutti.
GB: E questo mi sembra uno scatto decisivo, che ti fa spiccare il volo rispetto ai tanti epigoni del concettuale: facendo un fumetto, andando cioè a pescare una delle forme d’espressione più gustosamente pop della nostra cultura, tu giungi a un "concettuale pittoresco", bello per i sensi, che reintroduce proprio quegli elementi che il concettuale aveva voluto eliminare dall’arte. Il concettuale ha reso l’arte in bianco e nero, tu ripristini il colore.
FS: Cerco la bella immagine, perché sono convinta che sia il tramite migliore per la comprensione dello spessore concettuale dell’opera. Mentre, ovviamente, non condivido chi sostiene che la bella immagine è fine a se stessa, un vuoto estetismo. Personalmente provo fastidio nel trovarmi di fronte a lavori che non mi danno alcuno stimolo sensoriale. Lo stimolo intellettuale è imprescindibile, ma non basta.
GB: Al proposito, mi sembra che per i tuoi video tu ti rifaccia più all’impostazione attraente del videoclip musicale, che non a quella, spesso ostica, del video d’artista.
FS: Sì, è una scelta mirata e consapevole. È questo il tipo di linguaggio che mi interessa. Senza contare che nei miei video la musica ha un ruolo fondamentale. Anzi il mio lavoro parte proprio dalla musica, è la musica che ispira le immagini.
GB: Credo che i tuoi lavori possano far sorgere un dubbio: arte o design? Per te c’è differenza tra un artista e le varie figure professionali dei cosiddetti "creativi", ossia grafici, designer, art director…?
FS: Anche se oggi la pubblicità guarda più che mai all’arte e l’arte guarda più che mai alla pubblicità, la differenza rimane. Ricordiamoci che chi produce un videoclip o una campagna pubblicitaria è sempre condizionato da qualcun altro che interviene e che, in un modo o nell’altro, prescrive il risultato. L’artista, al contrario, è liberissimo. Il creativo deve rispettare delle indicazioni precise. Ha più limiti, anche se ne ha indubbiamente di meno dal punto di vista dei mezzi a disposizione. In fondo, il suo fine sarà sempre quello di far fare qualcosa al consumatore.


CURRICULUM

Francesca Semeria, nata a Sanremo nel 1967, vive e lavora a Milano

Personali
2000
F5D, a cura di Guido Bartorelli, Perugi artecontemporanea, Padova

Collettive
1996
Woman’s Foundation, New York
1997
Associazione ANLAIDS, Roma
Amplicon, a cura di Alessandra Galletta, Via Farini, Milano
Giovani e sconosciuti, a cura di Italo Zannier
S.p.a., a cura di Piero Cattani, Ravenna
Visual Rave, a cura di Antonio D’Avossa, Milano
1998
En plein air, a cura di Elena Privitera, Pinerolo, TO
Alphacentauri, a cura di Manuela Corti, Galleria d’Arte Contemporanea Videa, Parma
Centro sociale Cox 18, Milano
1999
Bad Babes, a cura di Alessandra Galasso, c/o Care of, Cusano Milanino, MI
Nimes, a cura di Mario Gorni e Roberto Pinto
Art & Future, a cura di Fabio Cavallucci, Associazione culturale Sinestesia, S. Sofia, FO
ArtBeat, a cura di Guido Bartorelli e Fabriano Fabbri, la Salara, Bologna e la Posteria, Milano
M’sieur Tarzan, a cura di Guido Bartorelli e Daniela Lotta, Perugi artecontemporanea, Padova
Fantasimilia, a cura di Italo Zannier e Sabina Zannier
Dove a chi, Associazione Culturale Bertold Brecht, Milano
Party del corpo, a cura di Marco Tagliafierro, Milano

Performance
1995
Medusa-Cyborg, Killer Plastic, Milano
1997
Califano, Magazzini Generali, Milano
1998
Lenny Kravitz, nell’ambito di Are you experienced?, Centro Sociale Leoncavallo, Milano

Rassegne video
1997
Centro Sperimentale Arte a Parte, Milano
1999
Rassegna video artiste italiane, inclusa in Sweetie, a cura di C. Perrella e M. Sossai, Roma
Video.it, a cura di Mario Gorni e Elena Volpato, Torino


Francesca Semeria ringrazia Claudia Volonté, Valentina Guido, Ugo Carlevaro, Simone Luci, Alessandra Guerriero, Guido Venturini

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dal 17/3/2011 al 17/4/2011

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