Federico Bianchi Contemporary Art
Lecco
piazza Manzoni, 2
380 3948228
WEB
Alexander Wolff
dal 15/2/2008 al 23/4/2008
tue. - fri. 3 - 7.30 p.m. sat. 10.30 a.m. - 7.30 p.m.

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Federico Bianchi Contemporary Art



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Alexander Wolff
Chris Sharp



 
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15/2/2008

Alexander Wolff

Federico Bianchi Contemporary Art, Lecco

Tutto accade una prima volta. Niente di cio' e' mai stato. L'artista utilizza tecniche differenti - wall painting, collage, aquarello - che comprendono anche il cucire insieme tele e tessuti di vario tipo, o attaccare quadrati di stoffa in formazioni modulari.


comunicato stampa

.................english below

La tentazione di chiamare Alexander Wolff un "bersaglio mobile" è forte. Ma sarebbe fuorviante, perché implicherebbe un qualche tipo di intelligenza speciosa, o atteggiamento difensivo come se reagisse in opposizione a, quando le scelte che fa sembrano piuttosto essere governate da una sincera e durevole curiosità.

Lavorando principalmente su lettighe e muri, Alexander Wolff utilizza una moltitudine di tecniche che recentemente includono cucire e intrecciare assieme tela e stoffe varie, o attaccare tra loro quadrati modulari di tessuto tramite bottoni in griglia e altre formazioni. Alcuni di questi tessuti sono tinti in scale monocromatiche, altri sono candeggiati, o scampoli, o sembrano essere ritagli dal suo studio. Anche pittura muraria, collage, acquerello e quadri da mercato delle pulci riciclati (ridipinti) sono apparsi fra i suoi modi di creare immagini, così come astrazioni ad acrilici e olio, alternando patterns e altri motivi. La sua "tavolozza" è recentemente stata in gran parte un affare terroso, au natural, letteralmente, poiché a volte egli usa sporcizia nelle sue pitture murarie, e in termini di calore e tono totali, dettati non tanto dal gusto personale ma dai materiali che l'artista usa.

Diversamente da una grande quantità di quadri, non c'è niente di veramente feticista in ciò che fa, i suoi lavori seducono molto meno di quanto intelligentemente si facciano amici. Si manifestano francamente in pieghe di pensiero operate, che emergono dai materiali, un non-prezioso ma delicato senso di oggettività e sistemi articolati visivamente che egli permette a sé stesso di violare. Nonostante lavori in una tradizione concettuale Alexander Wolff non è esattamente un "pittore concettuale", poiché il lavoro non è guidato esclusivamente da idee. Si riserva il diritto di essere particolare quanto vuole, lavorando in un modo lineare che non solo incorpora, ma dipende da esperimenti, errori e fallimenti per procedere fluidamente, piuttosto che in modo intermittente (dev'essere detto che Alexander Wolff è anche conosciuto per la sua collaborazione a progetti più puramente concettuali, ben distanti dalla pittura, e inoltre per le sue sculture e anche co-pubblicare una rivista d'arte, in modo mutevole quanto - se non più - il suo dipingere). Evitando il grandioso récits di pittura, la sua pratica pittorica potrebbe essere meglio descritta come un'accumulazione di eterogenee note a piè di pagina di un corpo principale di lavori (quadri) che non esisteranno mai. Dunque, più del suo lavoro si vede - piuttosto che districare come la maggior parte delle pratiche "pluralistiche" - più diventa ricco e coerente. Cruciale nel suo metodo di lavoro è la costante espansione dei suoi stessi parametri e, se si volesse chiamarlo costante, sarebbe attraverso il suo impegno a cambiare in caso la sua curiosità lo richiedesse - come fa molto spesso.

............................english

The temptation to call Alexander Wolff a 'moving target' is strong. But that would be misleading, as it would imply some kind of specious cleverness, or defensive stance as if reacting in opposition to, when the choices he makes seem rather to be governed by a sincere and abiding curiosity.

Working for the most part on stretchers and walls, Alexander Wolff uses a multitude of techniques that recently include stitching and weaving together canvas and various fabrics, or attaching modular squares of fabric together via buttons in grid and other formations. Some of these fabrics are dyed in monochromatic scales, others are bleached, or found, or seem to be scraps from his studio. Wall painting, collage, watercolor, and recycled (painted-over) flea market paintings have also figured among his modes of picture making, as have acrylic and oil paint depicting abstractions, alternating patterns and other motifs. His 'palette' as of late has been largely a loamy, au natural affair, literally, in that he sometimes uses dirt in his wall paintings, and in terms of over-all warmth and tone, which is dictated less by personal taste, but rather by the materials the artist uses.

Unlike a great deal of painting, there is nothing really fetishist about what he makes; his works seduce a lot less than they intelligently befriend. They frankly occur in textured folds of thought, which emerge in the material, an un-precious yet delicate sense of objecthood and visually articulated systems that he permits himself to violate. Although he works in a conceptual tradition Alexander Wolff is not exactly a 'conceptual painter,' as the work is not exclusively idea driven. He reserves the right to be as idiosyncratic as he pleases, working in a linear mode that not only incorporates, but depends upon experiments, mistakes and failures in order to fluidly, as opposed to fitfully, proceed (it should be stated that Alexander Wolff has also been known to collaborate on more purely conceptual projects, far removed from painting, in addition to making sculptures and also co-publishing an art-magazine as, if not more, protean than his picture making.)

Eschewing the grand, chest-beating récits of painting, his pictorial practice could probably best be described as an accumulation of heterogeneous footnotes to a primary body of works (painting) that will never take place. As such, the more of his work you see - rather than unravelling like most 'pluralistic' practices - the richer and more coherent it becomes. Crucial to his working method is the constant expansion of his own parameters, and if he could be said to be consistent in any way, it is precisely through a commitment to change, should his curiosity require it- as it so often does.
Chris Sharp

Opening 16 February 2008 6.30 p.m.

Federico Bianchi Contemporary Art
Piazza Manzoni, 2 - Lecco
Ingresso libero

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