Diavolo rosso
Asti
piazza S. Martino, 4 (ex chiesa di San Michele)
0141 355699
WEB
Carlo Maria Maggia
dal 15/2/2008 al 29/4/2008
20-24 chiuso lunedi e martedi'

Segnalato da

Diavolo rosso




 
calendario eventi  :: 




15/2/2008

Carlo Maria Maggia

Diavolo rosso, Asti

L'installazione "In difesa dell'agricoltura" (ovvero, come barattare un angelo con un albero) si articola nella navata di una meravigliosa ex chiesa barocca, dove gli aerei "angeli agricoltura" sono inseguiti da un funambolico "diavolo industria". L'iniziativa, a cura di Emanuela Genesio, coinvolge i visitatori nella piantumazione di in nuovi ontani.


comunicato stampa

Inaugurazione dell'installazione "In difesa dell'agricoltura" (ovvero, come barattare un angelo con un albero) - vedi PDF Evento realizzato con l'appoggio dell'ente parchi astigiano e del wwf di Asti e con il patrocinio di Regione, Provincia e comune di Asti, si articola nella navata di una meravigliosa chiesa barocca, dove gli aerei "angeli agricoltura" sono inseguiti da un funambolico "diavolo industria".

Intervento sociale ambizioso, curato da Emanuela Genesio, si propone come evento-rottura di sensibilizzazione ambientale, coinvolgendo i visitatori a partecipare e ad adottare gli angeli che si trasformeranno in altrettanti Ontani (pianta endemica a rischio di estinzione) da piantare in aree protette della Provincia.

In-difesa dell’agricoltura, ovvero come barattare un angelo con un albero Ci sono immagini-simbolo negli occhi dell’uomo occidentale.
Chi le ha incontrate e pensate (nel migliore dei casi digerite) sa che sostengono, come pilastri granitici, l’immaginario collettivo. È nella dicotomia universale di bene/male, così avulsa dalla filosofia orientale, che più si manifestano. “È pericoloso essere eredi”1, pericolosi i simboli che non separano il senso dal segno e ci annegano in inferni e paradisi dai confini cesellati, perfettamente tracciati. Angeli e demoni abitano da sempre l’iconografia cristiana, costellando di bianco candore e di rosso fulgore l’affresco del Giudizio Universale, spesso sopito nei meandri della nostra psiche e pronto, prima o poi, a risorgere.
Tanto vale, allora, dar loro la forma (creare) che il nostro immaginario vede; chiamarli coscientemente con il loro nome, prenderli in mano e prosaicizzarli fino a farne dei pupazzi a misura d’uomo. Atto di esorcismo giocoso, ironico e onirico, che ci permette di accettare le semplificazioni della nostra mente, della nostra storia.
In-difesa dell’agricoltura è la rappresentazione di questo bizzarro meccanismo mentale e sociale. Un dinamismo che non si risolve nei simboli di bene e male, proprio nel momento in cui quei simboli convenzionali appaiono nelle loro sembianze tradizionali di angeli e demoni. È un omaggio all’operazione italiana Difesa della Natura che ha impegnato Beuys negli ultimi quindici anni della sua esistenza: “intesa non soltanto sotto un aspetto ecologico, ma principalmente in senso antropologico, quindi in difesa dell’uomo, dell’individuo, dei valori umani, della creatività”2. Da una parte, è la rappresentazione della presa di coscienza che il concetto di progresso ha assunto in maniera distorta e, dall’altra, del gesto concreto, possibile che il canto della bellezza della natura sempre può sollevare. L’installazione di Maggia è quindi teatrale e civile, nel senso che mette in scena e produce, drammatizza e realizza, gioca e s’impegna. Il meccanismo teatrale installato al Diavolo Rosso, infatti, non è che una parte (quella teatrale appunto) della totalità dell’opera, che si materializza in un’operazione civile in collaborazione con gli enti astigiani che sostengono l’iniziativa. Nella chiesa sconsacrata, Maggia crea un meccanismo aereo in cui tre fantocci bianchi, gli angeli-agricoltura, e uno rosso, il diavolo-industria si muovono su un percorso ad anello senza raggiungersi mai. Si tratta di un’opera in evoluzione, interattiva, visto che con una Scheda di adozione dell’angelo, lo spettatore può acquistare per l’irrisorio prezzo di 25 euro un pupazzo che si andrà ad aggiungere ai primi tre e che finanzierà concretamente la piantumazione di un ontano nell’area rurale prescelta. Un gesto partecipato che rivaluta un simbolo.
La ricerca di comunicazione tra l’opera e lo spettatore presente in tutte le creazioni di Maggia svela la medesima energia che egli percepisce nella relazione tra la natura e l’uomo, l’intuizione e la coscienza, l’eros e il pensiero. Per l’artista, non c’è soluzione di continuità tra il fare e l’essere: comunicare è l’essenza dell’amore, il contatto tra le cose del mondo e la loro possibile armonia. Oggi, tra agricoltura e industria, è difficile respirare equilibrio. Oggi, nel mondo, c’è una dicotomia più che una unità dialettica. Perciò, per Maggia, è meglio camminare che lamentarsi: camminare come azione d’amore, come possibilità dell’essere nella sua inevitabile impermanenza. “Le linee della vita sono varie, come vie, come orli di montagne”3, scriveva Hölderlin per parlare dell’uomo. Non esiste in terra compiutezza che non sia anche illusione. Tuttavia, “l’arte è probabilmente l’unica attività rimasta libera, capace di elaborare forme simboliche in grado di ripensare a tutto, specie l’immaginazione di una vita a venire, interpretando la realtà e contribuendo a determinarla secondo il rispetto della vita stessa”4. Un modo per Maggia, come per noi, di far coincidere simbolo e azione.

Emanuela Genesio

1 F. W. Nietzsche, Così parlò Zarathustra, Milano, BUR, 2005, p. 95.
2 L. De Domizio Durini, Premessa, in Il cappello di feltro. Joseph Beuys, Milano, Charta, 1998, p. 10.

La serata di inaugurazione e' Sabato 16 Febbraio dalle 18 alle 24, con possibilita' di aperitivo o cena.
Alle 23 dj set e videoinstallazione

Diavolo Rosso - ex chiesa di S.Michele
piazza S.Martino, 4 Asti
La mostra sara' visitabile fino al 30 Aprile con orari 20/24 (chiuso Lunedi e Martedi)

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