Tell the Boys I'm on My Way. In mostra due istallazioni a cura di Milovan Farronato nell'ambito del progetto "short show". Un numero imprecisato di pappagalli fa il suo ingresso e si concretizza nella vacuita' dello spazio.
Vuoto in quanto novità, assenza come strategia. Spazio libero, vuoto accessibile, stanza sgombra. Privazione di coordinate temporali, libertà dai rimandi e dai riferimenti iconografici. Totale immersione nei suoni e quindi nei ricordi che inducono gradualmente l’immaginazione a materializzare presenze invisibili.
Siamo esonerati da ogni altro pensiero, se non inseguire un’immagine sfuggente senza materia, senza scritte, senza occhi, senza fisionomia: aniconica e mutevole. Anche il silenzio inizia a definirne in un dato momento una specifica presenza.
Un numero imprecisato di pappagalli fa il suo ingresso e si concretizza in questa vacuità. Non è un unico esemplare, e neppure una copia: è un gruppo, una moltitudine che emette un dissennato suono fesso, cacofonico. Quindi vola sopra i nostri sguardi disegnando traiettorie diagonali; torna a produrre improvvisi schiamazzi e di seguito leggeri tramestii. L’incongruo vociare corale si impossessa dell’ambiente, lo sottolinea, lo trasforma in una voliera. E noi in essa.
Andreas Märker ha probabilmente scelto di riprodurre il corredo sonoro di questo uccello specifico per la sua familiarità con l’uomo; per le sue particolari vocalizzazioni che in cattività valgono come richieste d’attenzione, affetto e compagnia. È un uccello longevo che si affeziona a un unico compagno. Per questo l’iconografia del pappagallo appoggiato alla spalla del pirata possiede una verità di base. Viene quindi offerta un’immagine riflessa del nostro sentire emozionale? All’interno di uno spazio che si fa sempre più solido, sempre più pieno, sempre più scultura.
E in questo scenario, vuoto e pieno contemporaneamente, un coro a cappella intona una vecchia lirica blues da una postazione mimetizzata. Su un discreto tavolino munito di anonima tovaglia sono appoggiati tre succhi di frutta stappati, le cui imboccature emettono l’intonato canto a tre voci. Una trinità riproposta dai frutti scelti: mela, pera e arancia. Ma questa è un’altra storia… anche in questo caso suonata, arrangiata e cantata dall’artista!
Inaugurazione 19 febbraio 2008
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via Procaccini 4 - Milano
Ingresso libero