Museo del Corso
Roma
via del Corso, 320
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Il Quattrocento a Roma
dal 27/4/2008 al 6/9/2008
10 - 20; giov-ven 10 - 23
06 916508451

Segnalato da

Arthemisia




 
calendario eventi  :: 




27/4/2008

Il Quattrocento a Roma

Museo del Corso, Roma

La rinascita delle arti da Donatello a Perugino. In mostra oltre 170 opere, tra plastici, arredi sacri e civili, ceramiche, sculture, disegni, medaglie papali e quadri, provenienti dai principali musei italiani e stranieri. Il percorso presenta un'indagine approfondita sugli aspetti sociali, urbanistici, religiosi ed artistici della Roma del XV secolo, che trova la sua massima espressione nei capolavori dei grandi artisti che vi operarono: Mantegna, Perugino, Piero della Francesca, Pinturicchio, Donatello, Michelangelo, Filippo Lippi, solo alcuni degli artisti in mostra. A cura di Claudio Strinati, Marco Bussagli.


comunicato stampa

a cura di Claudio Strinati, Marco Bussagli

Il Museo del Corso della Fondazione Roma, presieduta dal Prof. Avv. Emmanuele F. M. Emanuele, promuove, in collaborazione con la Soprintendenza Speciale per il Polo Museale Romano, la prima grande mostra dedicata al Quattrocento romano: “Il Quattrocento a Roma. La Rinascita delle Arti da Donatello a Perugino”. La mostra, prodotta e organizzata dalla Fondazione Roma in collaborazione con Arthemisia, è aperta al Museo del Corso di Roma dal 29 aprile al 7 settembre 2008.

“Questa nuova esposizione del Museo del Corso – dichiara il Prof. Emanuele – intende fare luce su un periodo ed un contesto per troppo tempo trascurati dagli studiosi che, non senza ragione, si sono concentrati su Firenze e sui geni che in quel secolo stavano aprendo una nuova era per l’arte dell’intera Europa. Approfondendo e valorizzando quanto stava contestualmente accadendo a Roma, il Museo del Corso vuole offrire nuovi e fondati spunti per capire la grande rinascita dell’Urbe, che nel XV secolo visibilmente inizia, e che si completerà splendidamente nel secolo successivo”. “Volgendo lo sguardo al passato, il Museo del Corso – conclude il Presidente – si conferma centro di produzione di iniziative di alto spessore culturale, volte ad indagare le radici profonde della nostra civiltà, per poter meglio comprendere i fenomeni, non solo culturali, che attraversano la società di oggi. Da questa mostra parte una nuova occasione di approfondimento scientifico e culturale, indispensabile per poter comprendere in modo integrale la storia del Rinascimento italiano, e destinata a restituire maggiore dignità e peso al contributo di Roma allo splendore del Rinascimento”.

In mostra oltre 170 opere, tra plastici, arredi sacri e civili, ceramiche, sculture, disegni, medaglie papali e quadri, provenienti dai principali musei italiani e stranieri, tra i quali: i Musei Vaticani, il British Museum, lo Stiftung Museum Kunst Plast di Düsseldorf, il Skulpturensammlung und Mueseum für Byzantinische Kunst di Berlino,

Il percorso presenta un’indagine approfondita sugli aspetti sociali, urbanistici, religiosi ed artistici della Roma del XV secolo, che trova la sua massima espressione nei capolavori dei grandi artisti che vi operarono: Mantegna, Perugino, Piero della Francesca, Pinturicchio, Donatello, Michelangelo, Filippo Lippi, solo alcuni degli artisti in mostra.

Accanto alle prestigiose opere e testimonianze dell’epoca, due elementi di assoluta novità corredano l’esposizione: una grande tavola multimediale di Roma quattrocentesca, con cui il pubblico può interagire ed esplorare nel dettaglio edifici e monumenti della Roma dell’epoca, e la ricostruzione tridimensionale della Cappella Carafa di Santa Maria Sopra Minerva, realizzata dall’Enea che, per la prima volta, ha applicato la tecnologia con radar ottico a colori (solitamente utilizzata per indagini spaziali) ad un monumento artistico. Grazie a questa tecnologia, il visitatore può fruire di una visione nitida e ravvicinata degli affreschi del Lippi, conservati nella Cappella Carafa e scarsamente visibili dal vivo, fino a percepirne i minimi dettagli.

Arricchirà la mostra, a partire dal 20 maggio, il capolavoro di Piermatteo d’Amelia, “Madonna con Bambino”, del quale si erano perse le tracce da oltre venti anni. L’opera, sottoposta a lungo restauro, verrà presentata al pubblico per la prima volta dopo il suo ritrovamento proprio in occasione di questa mostra.

L’esposizione è a cura di Claudio Strinati, Soprintendente del Polo Museale Romano, e di Marco Bussagli, docente presso l’Accademia di Belle Arti di Roma, e si avvale del coordinamento di Maria Grazia Bernardini della Soprintendenza del Polo Museale Romano.
Sezioni della mostra
La mostra si snoda attraverso cinque ampie sezioni:

1. La città
L’esposizione si apre con una ricognizione storica sull’aspetto urbanistico e architettonico di Roma nel Quattrocento, con la documentazione del tessuto viario, delle mura, delle case, singole o a schiera, degli edifici di servizio (per esempio lo Spedale di Santo Spirito), delle dimore nobiliari, come il Palazzo di papa Barbo, delle grandi basiliche romane, alcune delle quali riprodotte in plastico.

2. La vita civile e religiosa
La seconda sezione è dedicata alla vita quotidiana, con le stoviglie, i mobili e gli arredi delle dimore di allora, con strumenti musicali e “vesti” per la guerra. Un grande ruolo ebbe, infine, la devozione che la mostra documenta con una sezione dedicata agli arredi sacri, come reliquari, croci astili e stendardi processionali, ai pellegrinaggi e al culto del Santo Volto, emblema stesso della città.

3. Roma, scrigno dell’antico
Meta indiscussa di tutti gli artisti del rinascimento, Roma è la città che permetteva di tornare indietro nei secoli, osservando e studiando le meraviglie prodotte dall’arte del passato anche solo passeggiando per le strade o sedendosi sui rocchi di colonna per osservare i resti del Foro, il Colosseo, l’arco di Costantino; tutti edifici che puntualmente ispiravano le grandi opere di allora. La ricognizione sui tesori dell’antichità che Roma offriva agli occhi degli artisti offriva inesauribili spunti d’ispirazione e di riflessione. Non è un caso che sulle rive del Tevere Leon Battista Alberti abbia scritto il De statua (1450) e il De re aedificatoria (1443-1452) negli anni di papa Niccolò V Parentuccelli (1447-1455) e che, in quegli stessi anni, si dedichi alla Descriptio Urbis Romae (1447), che potremmo definire come la prima topografia moderna della città, premessa indispensabile per la celebre Lettera a Leone X di Raffaello (1513) che ritornò sull’argomento il secolo successivo.
Quasi un museo a cielo aperto, Roma insegnava agli uomini del Quattrocento quali fossero le basi stesse del “rinascimento” delle arti, passate adesso dal calligrafismo del Gotico fiorito, di cui Pisanello è l’ultimo esponente, alla plastica bellezza di un Mantegna o di un Piero della Francesca, illuminata dall’esperienza dell’antico.

4. La Roma dei Papi
La città, però, non era solo il luogo dove studiare l’antico, ma rappresentava anche la più importante meta del Cristianesimo occidentale, da quando l’Europa aveva perduto i Luoghi Santi di Gerusalemme e, soprattutto, da quando si era concluso nel 1377 il periodo avignonese con il ritorno del Papa sul colle Vaticano. Questo mutamento politico e storico, coincide con lo sviluppo delle arti a Roma nel Quattrocento ad opera dei papi, a cominciare dal pontificato di Martino V (1417-1431). Una rassegna dei ritratti e delle imprese dei pontefici, che si sono avvicendati sul trono di Pietro fino alla fine del XV secolo, restituisce il giusto ruolo ad una figura che aveva già una dimensione mondiale rispetto ai destini politici e religiosi dell’Europa.
Sono documentate in mostra le figure di Martino V (1417-1431), Eugenio IV (1431-1447), Niccolò V (1437-1455), Pio II (1458-1464), Paolo II (1464-1471), Sisto IV (1471-1484), Innocenzo VIII (1484-1492), Alessandro VI (1492-1503).

5. I grandi artisti
Il ritorno dei papi a Roma, perciò, non ebbe solo un’immensa portata religiosa, ma si rivelò, come era stato in precedenza e come sarà successivamente, un formidabile ”motore” culturale intorno al quale ruotarono gli artisti più importanti del secolo. Meta ambita da tutti gli artisti della penisola e dell’Europa, Roma nel Quattrocento assiste ad una fioritura delle arti che la mostra vuole documentare tanto in pittura quanto in scultura. Così, i pittori che si possono ammirare nelle sale del Museo e che hanno partecipato alla rinascita della Roma artistica, dopo la lunga parentesi avignonese sono Masolino, Gentile da Fabriano e Pisanello. Ci sono inoltre grandi nomi come Filippo Lippi, Beato Angelico, Benozzo Bozzoli che hanno lasciato tracce del loro passaggio a Roma, insieme a Benedetto Bonfigli e Piero della Francesca la cui opera oggi è ridotta solo alla volta della Cappella di San Pietro e Paolo in Vincula a Santa Maria Maggiore. Accanto ai grandi artisti, come Mantegna, Pinturicchio e Filippino Lippi, sono documentati pure pittori di estrazione locale e di formazione tardo-gotica Leonardo da Roma, Antonio da Viterbo e Bartolomeo di Tommaso, per dimostrare quale fosse il tessuto culturale sul quale andava a sovrapporsi la nuova arte rinascimentale. Infine, sono presenti in esposizione le opere dei pittori che hanno risentito della lezione di Piero, come Antoniazzo Romano e, da caposcuola, Melozzo da Forlì. Accanto alla pittura, però, è documentata anche la scultura con originali e riproduzioni fedeli dei grandi monumenti romani, come il celebre Ciborio detto di Sisto IV, il Monumento funebre a Paolo II e i grandi scultori di allora come Mino da Fiesole, Andrea Bregno e Antonio del Pollaiolo autore della Tomba di Sisto IV (1471-1484), documentata con le incisioni dell’epoca.
Negli ultimi anni del Quattrocento rivestì ruolo da protagonista anche il Pinturicchio, che dipinse in Vaticano, a Santa Maria in Aracoeli, a Santa Maria del Popolo e a Palazzo Colonna. Il secolo si chiude con l’arrivo di Michelangelo che eseguì due superbi capolavori, il Bacco e la Pietà.

Il catalogo, edito da Skira, è un cofanetto in due volumi, un oggetto prezioso ed un importante strumento di studio e conoscenza.

La Fondazione Roma è un ente privato che opera a sostegno del progresso economico e sociale della collettività. Essa trae origine dal solidarismo cristiano che in Europa ha dato vita ai primi esempi di welfare state, ed è soggetto attivo nella storia delle opere generate dallo slancio verso le persone più bisognose e verso le necessità del territorio. Senza soluzione di continuità storica, si inserisce tra il Monte di Pietà di Roma, istituito nel 1539 al fine di sconfiggere l’usura, e la Cassa di Risparmio di Roma, che non a caso lo incorporò nel 1937. L’identità di oggi è quella di una moderna operating foundation che agisce, secondo principi di solidarietà e sussidiarietà, a sostegno di cinque settori di grande rilevanza sociale: Sanità – Arte e cultura – Istruzione – Ricerca scientifica e Assistenza alle categorie sociali deboli. La Fondazione Roma recepisce ed applica il modello delle “Fondazioni Aperte”, che persegue come strategia operativa e con appassionato entusiasmo, anche attraverso preziose sinergie con gli stakeholder del territorio di riferimento, dando risposte in modo efficiente, flessibile, dinamico e trasparente alle esigenze della collettività.

Comitato scientifico
Cristina Acidini
Giancarlo Alteri
Maria Grazia Bernardini
Francesco Buranelli
Marco Bussagli
Franco Cardini
Anna Cavallaio
Vittoria Garibaldi
David Jaffè
Lorenza Mochi Onori
Antonio Natali
Antonio Paolucci
Vittorio Sgarbi
Claudio Strinati
Alessandro Zuccai
Rossella Vodret

Catalogo a cura di
Cristina Acidini, Giulia Barberini, Maria Grazia Bernardini, Stefano Borsi, Francesco Buranelli, Marco Bussagli, Franco Cardini, Anna Cavallaio, Guido Cornici, Anna Maria De Strobel, Christoph L. Frommel, Daniela Gallavotti, Marco Gallo, Vittoria Garibaldi, Sergio Guarino, Carlo Labella, Massimo Miglio, Lorenza Mochi Onori, Antonio Natali, Francesco Negri Arnoldi, David Jaffe, Laura Orbicciani, Antonio Paolucci, Stefania Pasti, Anna Maria Pedrocchi, Stefano Petrocchi, Selene Sconci, Nicola Spinosa, Claudio Strinati

Promossa da
Museo del Corso della Fondazione Roma
in collaborazione con
Soprintendenza Speciale per il Polo Museale Romano
Ministero per i Beni Culturali

Produzione e organizzazione
Museo del Corso della Fondazione Roma
in collaborazione con Arthemisia

Ufficio Stampa Arthemisia
Piazza Matteotti 2 – 61100 Pesaro
T +39 0721 370956 F +39 0721 377105 e-mail: press@arthemisia.it
Alessandra Zanchi e-mail: az@arthemisia.it
Ilaria bolognesi e-mail: ib@arthemisia.it
Ufficio Stampa Skira
Lucia Crespi
Via Francesco Brioschi 21 - 20136 Milano
T +39 02.89415532- 89401645 e-mail: lucia@luciacrespi.it

Vernica stampa Lunedì 28 aprile ore 12.00
Conferenza stampa presso la Sala delle Conferenze del Museo del Corso
Inaugurazione Lunedì 28 aprile ore 18.30

Museo del Corso
Via del Corso, 320 - Roma
Orario apertura: Tutti i giorni dalle 10 alle 20; giovedi e venerdi dalle 10.00 alle 23.00; Lunedì chiuso
Biglietti: intero: € 9; ridotto: € 7; scuole: gratuito

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