Studio d'Arte Campaiola
Roma
via Margutta, 29
06 85304622 FAX 06 85304606
WEB
Emilio Vedova
dal 14/5/2008 al 20/6/2008
lunedi 16-19.30, martedi-sabato 10-13 e 16-19.30

Segnalato da

Campaiola



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Emilio Vedova



 
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14/5/2008

Emilio Vedova

Studio d'Arte Campaiola, Roma

Opere 1960 - 1980. Retrospettiva. I quadri astratti scelti per questa mostra mettono in risalto il furore che Vedova aveva dentro di se' e che, con una grande intensita' emotiva, riusciva a liberare mediante pennellate violente, gesti biliosi e selvaggi, in un'esplosione di segni aspri e notturni.


comunicato stampa

Il 15 maggio 2008 lo Studio d’Arte Campaiola, inaugurerà all’interno dei suoi spazi espositivi una importante retrospettiva dedicata ad uno dei “profeti dell’astratto” nonché dei massimi esponenti dell’Informale italiano quale Emilio Vedova.

Attraverso un’accurata selezione di lavori tenteremo di ripercorrere un momento particolarmente significativo del suo percorso artistico, l’arco temporale che va dagli anni ’60 agli anni ’80. A partire da questo periodo, l’artista esordì, con grande risonanza, oltre i confini nazionali. In Germania, dove le sue esposizioni d’allora non sono mai state interrotte e negli Stati Uniti, dove venne più volte invitato per tenere delle lezioni nelle più importanti università americane.

I quadri scelti per questa mostra mettono in risalto il furore che Vedova aveva dentro di sé e che, con una grande intensità emotiva, riusciva a liberare mediante pennellate violente, gesti biliosi e selvaggi. Ogni opera è un’esplosione di segni aspri e notturni, nei quali si intravede il suo coraggio, la sua indignazione, la passione intensa e sofferta che caratterizzò l’intera sua vita. La pittura passa attraverso il filtro della sua personalità e si tramuta in forme astratte dove prevale il segno nero. Colore, questo, che rimarrà negli anni il suo tratto distintivo, sovente accostato al bianco-luce e al rosso-squarcio-ferita-traccia. La tela diviene una membrana sottile, dove la materia assurge a mistero, l’audace linguaggio astratto si tramuta nell’unico mezzo per esprimere quei sentimenti che non si possono comunicare altrimenti.

I suoi gesti, la miriade di segni, le immagini estreme diventano il modo per soddisfare le proprie esigenze espressive: liberi spiragli rivolti all’aprirsi di una nuova coscienza. Per l’evento, curato da Emiliano Campaiola, verrà pubblicato un catalogo con testi critici di Costanzo Costantini e Duccio Trombadori che, insieme alle immagini di repertorio e alle foto delle opere, cercherà di documentare, con scrupolosa dedizione, l’iter artistico del maestro veneziano nel ventennio in questione.

note biografiche:
Accostatosi alla pittura da autodidatta, Emilio Vedova frequenta per un breve periodo la scuola serale di decorazione ai Carmini. Nel 1942 aderisce al gruppo Corrente, cui appartengono anche Birolli, Vittorini, Guttuso e Morlotti e dal 1943 partecipa attivamente alla resistenza. Nel 1946, a Milano collabora con Morlotti al manifesto Oltre Guernica e a Venezia è uno dei fondatori del Fronte Nuovo delle Arti. In questo periodo inizia la serie delle Geometrie nere, opere appunto in bianco e nero che risentono dell’impostazione spaziale cubista. La sua prima personale negli Stati Uniti si tiene alla Catherine Viviano Gallery di New York nel 1951, anno in cui riceve anche il premio per i giovani pittori alla prima Biennale di San Paolo. Nel 1952 Vedova prende parte al Gruppo degli Otto, passando dal primo neocubismo delle Geometrie nere ad una pittura le cui tematiche politico-esistenziali trovano via via espressione in una gestualità romanticamente automatica ed astratta, in una sperimentazione di tecniche e materiali di matrice dada e costruttivista, realizzando i Plurimi quadri/sculture articolate e movibili, in legno e metallo dipinti.

Nel 1965 e nel 1983 viaggia negli Stati Uniti dove tiene numerose conferenze. Per il padiglione italiano all’Expo ‘67 di Montreal crea un collage-luce in cui piccole lastre proiettano immagini mutevoli in un grande spazio asimmetrico. Tra il 1975 ed il 1986, insegna all’Accademia di Belle Arti di Venezia. Dalla fine degli anni ‘70 sperimenta numerose tecniche e forme, quali i Plurimi-Binari (opere mobili su binari d’acciaio), monotipi, pannelli circolari doppi (Dischi), e incisioni su vetri di grandi dimensioni. Nel 1995 inizia una serie di oggetti sfaccettati e manovrabili dipinti su legno, denominati Disco-Plurimo.
Muore a Venezia il 25 ottobre 2006.

Inaugurzione 15 maggio 2008

Studio d'Arte Campaiola
via Margutta, 29 - Roma
Orario: lunedì 16-19.30, martedì-sabato 10- 13 e 16-19.30
Ingresso libero

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