Galleria Massimo Minini
Brescia
via Apollonio, 68
030 383034 FAX 030 392446
WEB
Attilio Maranzano e Serse
dal 19/5/2008 al 25/7/2008
lun-ven 10.30-19.30, sab 15.30-19.30

Segnalato da

Valentina Costa




 
calendario eventi  :: 




19/5/2008

Attilio Maranzano e Serse

Galleria Massimo Minini, Brescia

La visita alla tomba Brion, complesso monumentale a pochi chilometri da Asolo, realizzata da Carlo Scarpa tra il 1969 e il 1978, e' stata per i due artisti il punto di partenza per costruire il progetto presentato. Attraverso la fotografia e il disegno, Maranzano e Serse mettono in mostra gli intrecci sistematici tra interno ed esterno cogliendo tutti gli spettri delle categorie del bello e del sublime.


comunicato stampa

La visita alla tomba Brion, complesso monumentale a pochi chilometri da Asolo nella provincia trevigiana, realizzata da Carlo Scarpa tra il 1969 e il 1978, è stata per Attilio Maranzano e Serse il punto di partenza per costruire il progetto ora presentato alla Galleria Massimo Minini.

La complessa struttura architettonica della tomba fu il risultato di una lunga lavorazione alla quale Carlo Scarpa dimostrò una particolare devozione, come dimostrano i numerosi disegni preparatori del progetto. I minuziosi dettagli, le solide relazioni spaziali tra le diverse strutture, i frequenti rimandi simbolici che accolgono sia la spiritualità del mondo orientale sia la razionalità di quello occidentale furono il risultato di numerosi studi che l’architetto avrebbe voluto raccogliere in un volume, purtroppo mai pubblicato, che avrebbe presentato oltre ai disegni esecutivi dell’opera anche i rapidi schizzi e gli appunti. Rimane, come testimonianza di queste intenzioni, la plaquette “Memoriae Causa”, una raccolta di fotografie edita dalla tipografia Valdonega, spunto e riferimento concettuale di ‘photographite’.

Con lo spirito dei viaggiatori romantici di fine ‘700, Maranzano e Serse compiono più visite alla tomba Brion, affascinati dalla magnificenza dell’opera architettonica e aperti a cogliere sia il valore estetico sia lo spessore culturale ed umano che la costruzione reca in sé. Ben presto la loro visita si trasforma in una sorta di pellegrinaggio attraverso il quale i due artisti riescono ad entrare in sintonia con il paesaggio circostante, inserendosi nella comunità del luogo, frequentando persone sempre pronte a chiacchierare e a raccontare storie.

Maranzano e Serse interpretano, rispettivamente con la fotografia e il disegno, gli intrecci sistematici tra interno ed esterno dell’opera di Scarpa, cogliendone tutti gli spettri delle categorie del bello e del sublime che da essa affiorano, i temi indissolubili dell’amore coniugale e del divino, esplicitati da simboli quali gli anelli interconnessi e la mandorla sacra. Partendo da appunti a matita relativi all’architettura, al paesaggio e ai riflessi dell’acqua, i due sviluppano un’attenta riflessione, trasformando la luce del cielo in luce nera, lunare e dando una parvenza metafisica alle masse architettoniche di cemento, marmo, metallo e vetro. Lentamente, con un percorso insolito e in continua rielaborazione, dalle prime sensazioni e annotazioni Maranzano approda alle fotografie e Serse realizza i disegni definitivi su carta.

Così, mentre Scarpa riuscì a sdrammatizzare il concetto funebre e a trasformare l'area sepolcrale in una "dolce città oziosa" o, più precisamente, come la definirà lo stesso Scarpa, in "un gioco, un Eden ripreso”, Serse e Maranzano accostano luce e tenebre anziché opporle, rievocano L’isola dei morti di Arnold Böcklin, annullano la distinzione tra il mondo dei sogni e il mondo reale, e impediscono a simili opere, a simili sensazioni, di scomparire nella nebbia di un paesaggio appena dipinto.

inaugurazione martedì 20 maggio, ore 18.30

Galleria Massimo Minini
Via Apollonio 68, Brescia - Italy
dal lunedì al venerdì dalle 10.30 alle 19.30, sabato dalle 15.30 alle 19.30
ingresso libero

IN ARCHIVIO [93]
David Maljkovic
dal 25/9/2015 al 13/11/2015

Attiva la tua LINEA DIRETTA con questa sede