Galleria del Carbone
Ferrara
via del Carbone, 18/A
0532 761642 FAX 0532 761642
WEB
Leigh Ann Hallberg
dal 3/6/2008 al 27/6/2008
lun-ven 17-20; sabato e festivi 10.30-12.30 17-20 - mart chiuso

Segnalato da

Paolo Volta




 
calendario eventi  :: 




3/6/2008

Leigh Ann Hallberg

Galleria del Carbone, Ferrara

Drammi Cellulare. L'artista, partendo dall'indagine con il microscopio elettronico, presenta opere che esplorano questioni di ripetizione strutturale e di scala, stimolando interrogativi sulle possibilita' visuali della conoscenza.


comunicato stampa

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Inaugura mercoledì 4 Giugno alle ore 18.00 alla galleria del Carbone la mostra personale di Leigh Ann Hallbergé dal titolo: ''Cellular Dramas and Somatic Memories'' dal titolo italiano ''Drammi Cellulare e Ricordi Somatici'' L'artista statunitense Hallbergé partendo dall'indagine con il microscopio elettronico e […] sperimentando con la grafite sul Mylar (carta da lucido o pellicola trasparente), ha iniziato una serie di opere che esplorano questioni di ripetizione strutturale e di scala, stimolando interrogativi sulle possibilità visuali della conoscenza. I disegni fedelmente resi di Cellular Dramas si basano sull'osservazione meticolosa di Hallberg per le configurazioni e le forme di un vasto mondo naturale. La mostra ha il Patrocinio della Fondazione Cassa di Risparmio di Ferrara e rimarrà in parete fino al 28 giugno.

Leigh Ann Hallberg:
Cellular Dramas and Somatic Memories
Drammi Cellulare e Ricordi Somatici

Erika Doss - University of Notre Dame - South Bend, Indiana - USA

Traduzione di Caroline Sewards e Lucia Boni

Nonostante il nostro affetto e la previsione di efficacia delle macchine e dei metalli – per le nostre macchine, computer, cellulari, i-pod – gli americani contemporanei sono anche attratti dal destabilizzante enigma della biologia umana e specialmente del corpo umano.

Esposizioni e mostre come “Body Worlds” (“Mondi corporei) e “Bodies Revealed, Fascinating and Real” (“Corpi rivelati, affascinanti, reali”) – spettacoli che promettevano si rivelare i misteri visuali del fisico sconosciuto mettendo in scena centinaia di cadaveri “plastinati”, disposti in varie pose “simil-vitali” (giocare a basket, cavalcare, ecc.), sono “ferocemente” (esageratamente) popolari così come anche programmi televisivi come CSI (Crime Scene Investigation) e NCIS (Naval Criminal Investigative Service), meglio identificabili come gialli in stile “howdunit” (“come è stato fatto”), i cui personaggi usano tecniche forensi e bio-metriche all’avanguardia per risolvere i loro casi (nei gialli classici:di un delitto, di un fatto il detective deve scoprire l’autore, si chiamano “whodunit” cioè “who done it” chi l’ha fatto, qui invece, il focus è su “come è stato fatto”).

Se (questi generi di intrattenimento della cultura visuale) intrattenimenti di questo tipo, legati alla cultura visuale, confermano quanto Mark Selzer descrive come una fascinazione culturale contemporanea, con “un culto della ferita”, con un collettivo ammassarsi intorno a scene di shock e trauma fisico, essi piuttosto minimizzano abilmente le disordinate banalità del decadimento fisico in favore della seduzione visuale. Inscenano progetti insoliti, angoli bizzarri, luci colorate, “Mondi Corporei” e CSI, sono produzioni altamente “costruite” e altamente persuasive la cui tendenza generale è di estetizzare la biologia e la patologia del corpo umano. Emerge un altro problema: queste visivamente irresistibili produzioni corpo – centriche aiutano a rinforzare la nozione acritica del determinismo biologico, la nozione che il comportamento umano sia determinato da tratti fisici e biologici ereditari.

Le nuove opere di Leigh Ann Hallberg organizzati in insiemi intitolati Cellular Dramas and Somatic Memories, sono analogamente utilizzate in geografia visuale del corpo e della biologia, però su una scala introspettiva che rifiuta qualunque facile supposizione. Questi lavori riguardano più il porsi domande sull’interiorità del corpo stesso che non un mero intrattenimento corporale.

Come ha affermato Maurice Merleau-Ponty in Fenomenologia della percezione (1945) , “Il corpo è il nostro tramite generale per costruirsi un mondo”, intendendo fondamentalmente che la coscienza umana è situata dentro il corpo, e mettendo a pari il corpo soggetto percettore con il “corpo vissuto”. Rifiutando le divisioni mente/corpo, soggetto/oggetto, Merleau-Ponty non solo si discosta dalle dualità cartesiane, ma sottolinea le interdipendenze emotive cruciali della percezione.

Come ha scritto”ogni volta che provo a comprendere me stesso mi si presenta anche l’intera struttura del mondo percettibile”.

Hallburg è analogamente impegnata, nonostante il corpo in questione non sia semplicemente la dominante umana ma “l’intera struttura del mondo percettibile” tratto dall’applicazione più ampia della biologia come branca di conoscenza attenta a tutti gli organismi viventi e i processi vitali.

Cellular Dramas ha origine dalla reazione di Hallberg alle immagini prodotte dal microscopio elettronico, un processo d’ingrandimento che può ingrandire i campioni fino a due milioni di volte rispetto alle dimensioni originali. Affascinata dai processi cellulari e dei cristalli rilevati in tali tomografie, Hallberg era incuriosita ulteriormente dal concetto di come queste viste ingrandite rivelano dettagliatamente le stesse proprietà chimiche e fisiche di repulsione come, per esempio, l’allontanamento dell’olio dall’acqua. Sperimentando con grafite sul Mylar (carta da lucido o pellicola trasparente), ha iniziato una serie di opere che esplorano questioni di ripetizione strutturale e scala, stimolando interrogativi sulle possibilità visuali della conoscenza. I disegni attentamente resi di Cellular Dramas sono basati sulle osservazione meticolose di Hallberg sulle configurazioni e forme di un mondo naturale vasto – i rami degli alberi, le biforcazioni dei fiumi – che potrebbero anche servire come progetti tecnici di anatomia umana. Imitando similitudini fra macro e microscopico viste dell’universo biologico, questi disegni rifiutano le differenze tra loro e accennano ad una sensibilità sociale condivisa. La sensibilità leggera e fresca del tocco di Hallberg, rileva una pazienza tranquilla per la pratica, fatta dello studio abbinato di una considerazione che informa in modo critico dei limiti e delle ambiguità della conoscenza visuale.

I disegni realizzati per la nuova serie di Hallberg, Somatic Memories, continuano ad esplorare questi temi, anche se su una scala molto ridotta e con attenzione amplificate sulla dimensione affettiva e personale della conoscenza. Alcuni sono ispirati ai merletti fatti a mano di Cluny, che appartengono alla sua famiglia da generazioni, aggiungendo memoria all’insieme delle fonti visive, Hallberg di nuovo ragionando contro le dimensioni insostenibili del determinismo biologico rivela le dinamiche della inchiesta biologica più cruciali e creative.

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Erika Doss
University of Notre Dame

Despite our fondness for the expected efficiency of metal and machines—for our cars, computers, cell phones, and iPods—contemporary Americans are also drawn to the unsettling enigma of human biology, and especially the human body. Exhibitions like Body Worlds and Bodies Revealed, Fascinating and Real—shows which promise to reveal the visual mysteries of the physical unknown by featuring hundreds of plastinated corpses arranged in various ''life-like'' poses (playing basketball, riding a horse)—are wildly popular. So are television programs like CSI (Crime Scene Investigation) and NCIS (Naval Criminal Investigative Service), best described as ''howdunit'' crime dramas whose characters use cutting-edge forensic and biometric tools to solve their cases?

If these sorts of visual culture entertainments affirm what Mark Seltzer describes as a contemporary cultural fascination with ''wound culture,'' with a collective gathering around scenes of physical shock and trauma, they also rather artfully downplay the messy banality of physical decay in favor of visual seduction. Featuring unusual designs, odd angles, and tinted lights, Body Worlds and CSI are highly stylized and highly persuasive productions whose general tendency is to aestheticize the biology, and pathology, of the human body.

Equally problematic, these visually compelling body-centered productions help to reinforce uncritical notions of biological determinism: the notion that human behavior is determined by inherited physical and biological traits.
Leigh Ann Hallberg's new works, collectively organized as Cellular Dramas and Somatic Memories, are similarly engaged in the visual geographies of the body and biology, but on an introspective scale that refuses any easy assumptions. These works are less about bodily entertainment than about considering and questioning, the interiority of the body itself. As Maurice Merleau-Ponty asserted in Phenomenology of Perception (1945), ''The body is our general means of having a world,'' basically arguing that human consciousness was situated in the body, and equating the perceptual subject with the ''lived body.'' Refusing mind/body, subject/object divisions, Merleau-Ponty not only dispensed with Cartesian dualities but emphasized perception's crucial affective interdependencies. As he wrote, ''whenever I try to understand myself, the whole fabric of the perceptible world comes too.'' Hallberg is similarly engaged, although the body in question is not simply the dominant human but the ''whole fabric of a perceptible world'' drawn from biology's broadest application as a branch of knowledge attentive to all living organisms and vital processes.

Cellular Dramas has its origins in Hallberg's reaction to images produced by electron-microscopy, a magnification process that can enlarge specimens up to two million times their original size. Fascinated with the cellular and crystalline processes that such imaging reveals, Hallberg was further intrigued with how these minutely magnified views revealed the same sort of chemical and physical properties of repulsion—of, for example, oil and water branching away from one another. Experimenting with graphite on Mylar, she embarked on a series that investigates issues of structural repetition and scale, and raises questions about the visual possibilities of knowledge. The carefully rendered drawings of Cellular Dramas are based on Hallberg's meticulous observations of the patterns and shapes of a large natural world—the branches of trees, the arterial divides of rivers—which might also serve as the structural blueprints of human anatomy. Intimating the similarities in macro and microscopic views of a biological universe, these drawings also refute their distinctions and hint at their shared social sensibilities. Hallberg's refreshingly controlled hand-touch sensibility reveals a quiet patience for studio practices coupled with a critically engaged consideration of the limitations of visual knowledge, or at least its ambiguities.

The drawings in Hallberg's newest series, Somatic Memories, continue these themes albeit on a much smaller scale and with a heightened attention to the affective and personal dimensions of knowledge. Some of them are based on handmade lace from Cluny, which has been in Hallberg's family for generations. Adding memory to the mix of visual sources, Hallberg again argues against the untenable dimensions of biological determinism to reveal the much more crucial, and creative, dynamics of biological questioning.

Inaugurazione ore 18

Galleria del Carbone
Via del Carbone, 18/A - Ferrara
Orario: dal lunedì al venerdì 17.00-20.00 sabato e festivi 10.30-12.30 17.00-20.00 martedì chiuso
Ingresso libero

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