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3/7/2008

Gabor Szenteleki

Galleria del Carbone, Ferrara

Inaugura venerdì 4 luglio alle ore 19,00 presso la Galleria del Carbone di Ferrara la mostra personale di Gabor Szenteleki.

Il giovane artista ungherese presenta venticinque opere eseguite ad olio ed a tecnica mista. L’incontro tra la pittura di Szenteleki e la Galleria del Carbone nasce dalla collaborazione con la Galleria Koller di Budapest e la critica d’arte Laura Gavioli che hanno proposto alla direzione artistica una interessante e per certi versi spiazzante espressività supportata da una notevole capacità tecnica. La mostra ha il Patrocinio della Fondazione Cassa di Risparmio di Ferrara e rimarrà in parete fino al 3 Agosto.

Dimensioni Mentali

I corpi umani nella luce, attraverso il loro linguaggio fatto di gesti e di movimenti ora
evidenti ora impercettibili, cercano di comunicarci qualcosa. Non sembra quasi che venga ad essere espresso tutto l’esprimibile? Vediamo.

Nella gran parte delle sue opere l’artista si concentra su una singola figura, interpretata, dunque, come entità a sé, e lo spazio che la circonda, che sia un cielo ricco di splendide nuvole o che sia un oscuro fondale, non ha che una funzione puramente delimitante: la figura occupa e riassume in sé l’intero dipinto. L’attenzione é tutta concentrata sulla persona, sulla sua fisionomia e la sua gestualità. Attraverso questo unicum egli indaga i temi dell'esistenza umana: le sue figure sono al contempo emblematiche e simboliche.
Pur nella loro centralità i soggetti raffigurati non vengono indagati con l'occhio dello psicologo ma “sorpresi” nell'espressione di un sentimento, sia esso paura curiosità, disperazione, incertezza, gioia, tristezza, ilarità o quant’altro.

I dipinti sono quasi sempre connotati da una certa vena ironica che tuttavia mai sfocia nel sarcasmo, e così le sue figure ci appaiono talvolta curiose ed insolite ma mai caricaturali, e se, raramente, il confine dell’ironia viene varcato, il grottesco non sfocia mai nel cinismo. Il moto di stupore non si innesta mai da un semplice divertissement, ma é originato da qualcosa di più profondo: l'indagine sulla natura umana.
Le posture stravaganti, così come le gestualità incongrue simboleggiano stati d'animo apparentemente celati, la debolezza insita nell’esistenza, con i suoi peccati quotidiani. Si identifica, dunque, il gesto di una mano, nascosta dietro un corpo, con il sospetto, il dubbio, l’incertezza.

Per Gàbor Szenteleki la pittura tradizionale funge da bussola; in altre parole, egli é in costante ricerca di parallelismi con alcuni maestri del passato quali Caravaggio, Goya, Benczur o contemporanei come Tibor Csernus, Odd Nerdum. La scelta delle fonti di ispirazione é assolutamente prioritaria per un artista, ma come far sí che le proprie opere acquistino autonomia nei confronti di quelle che le hanno precedute?
L’artista non si considera l’erede del passato e non considera le sue opere come parte di una evoluzione. Non cerca di imitare le vecchie correnti artistiche o di prendersene gioco, bensí di risolverne il mistero in una sorta di celebrazione basata sugli aspetti e i valori semplici che le hanno contraddistinte, dipanando una chiara continuità con esse.

Non si domanda come si potrebbe dipingere quel soggetto al giorno d’oggi, ma piuttosto come potrebbe dipingerlo lui in accordo con i mezzi stilistici dei suoi predecessori. In questo senso vi é un chiaro percorso di reinterpretazione delle forme d’arte tradizionali che non intende stravolgerne il significato originale ma solo richiamarne la loro permanente attualità. I dipinti, pertanto, si arricchiscono di contenuti attraverso la combinazione di tradizione e di modernità.

L’amore dell’artista per la pittura che si manifesta nella costante ricerca e nella sperimentazione, gli permette di evitare che la lezione dei grandi maestri si sostanzi in una semplice imitazione. La sua attenzione per il particolare, la sua inclinazione alla resa minuziosa di ogni dettaglio pittorico, la sua eleganza stilistica, risultano essere del tutto consoni al progetto pittorico, evitandogli le insidie di una rigidità formale.
Egli non ingabbia l’osservatore ma lo seduce lentamente, lo affascina e lo appassiona, invitandolo alla necessaria riflessione. Con i dipinti carichi di tensione e di suggestione, con le figure in movimento e le espressioni dei volti, l’artista si domanda come si potrebbero rappresentare i sentimenti dell’uomo attraverso il linguaggio della postura, della mimica e della gestualità. Questo senza mettere in scena una rappresentazione „d’amblée”, ma solo ricercando la potenza dell’espressività.

É, dunque, la sua un'arte pienamente visiva, funzionale allo sguardo che sa indugiare con curiosità. Semplificando si può affermare che questi lavori altro non sono che una pura veduta d’insieme dei sentimenti umani. I motivi classici della pittura, dal caldo gioco delle ombre al rigido controllo della luce, dalla posa canonica dei modelli, alla resa artistica accurata e precisa, vanno ben oltre la pura apparenza, là dove emerge irresistibile il soggetto in sé, con i suoi valori tradizionali, il suo universo esistenziale, in un circolo virtuoso di richiami agli artisti del passato e di aperture all'arte contemporanea, all’uomo dei nostri tempi, al suo esprit.
Qui sfavillano nel mare visivo, i dati sensibili delle cose osservate, le analisi mentali e le idee personali. In tutto ciò vi é per noi una potente sensazione di tensione realista.
Adam Winter

Inaugurazione ore 19

Galleria del Carbone
Via del Carbone, 18/A - Ferrara
Orario: lun-ven 17-20; sabato e festivi 10.30-12.30 17-20 - mart chiuso
Ingresso libero

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