Galleria Bianca Maria Rizzi
Milano
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Entrelacement
dal 16/9/2008 al 1/10/2008

Segnalato da

Galleria Bianca Maria Rizzi




 
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16/9/2008

Entrelacement

Galleria Bianca Maria Rizzi, Milano

Una collettiva per osservare quanti e quali tipi di espressione pittorica compaiono nella poetica di 6 artisti, decisamente diversi tra loro nello stile come nella scelta dei temi, ma tutti accomunati dall'utilizzo del medesimo soggetto: la figura.


comunicato stampa

a cura di Claudia Bernareggi

Per quanto vi siano differenti scelte stilistiche e differenti tematiche nell’arte contemporanea, sempre la figura umana – ma oggi è il caso di non azzardare più tale qualificazione – è stata soggetto prescelto per divenire il mezzo attraverso cui esprimere un concetto, astratto o meno. Che sia un sentimento, una rivoluzione, un consenso od un assenso, un mezzo di espressione privata e intima o un confronto con la realtà pubblica, tutto passa attraverso l’uomo e, dunque, la sua raffigurazione. In questa sede si osserveranno quanti e quali tipi di espressione compaiono nella poetica di sei artisti, decisamente diversi tra loro nello stile come nella scelta dei temi, ma tutti accomunati dall’utilizzo del medesimo soggetto: la figura. Certo, siamo nell’età contemporanea, e il sempre maggiore rapporto con tecnologie in progresso continuo, ci porta a considerare non più solo la figura propriamente umana, ma anche diverse realtà e, di conseguenza, diverse entità, che possono abitarle. Da qui prende vita una raggiera di considerazioni in grado di rappresentare a tutto tondo questa tematica dell´individuo ancora indubbiamente attuale, partendo da un approccio molto umano, quello dell’ autoanalisi, e passando dalle influenze del mondo dei media e dell’esagerata commercializzazione, fino ad arrivare alla creazione di mondi paralleli: un espediente, forse, per sfuggire a questa realtà. Esattamente come nell’entrelacement, tecnica narrativa detta ad incastro, le differenti poetiche di questi artisti si intrecciano sino a creare una narrazione unica, come se tutte quante stessero accadendo contemporaneamente attorno allo spettatore.

NICOLA PADOVANI – LA TERAPIA A partire dagli anni ’40 il disegno ha iniziato ad essere concepito come rivelatore della dimensione emotiva, un mezzo attraverso cui proiettare il sé e le proprie pulsioni, determinando l’attività grafica come elemento in grado di affrontare uno sfogo a cui la propria coscienza si opponeva. Nella moltitudine di sfaccettature in cui la figura umana diviene significante, di estremo rilievo diviene quindi l’aspetto terapeutico, in quanto consente di rappresentare graficamente il proprio vissuto, di prenderne le distanze e poter cambiare aspetti della vita reale rielaborando i meccanismi di difesa attuati dalla coscienza. Mediante immagini di indiscutibile efficacia visiva, Nicola Padovani prende in esame il principio e l’epilogo dell’esperienza, il percorso di autocoscienza dell’essere umano, fase in cui il sé deve necessariamente affrontare il sé, i propri limiti e le proprie maschere.

PAOLO LOMBARDI – L’EMERSIONE Anche nel caso di Paolo Lombardi, la figura diviene simbolo dell’affioramento graduale dell’essere umano, un affioramento però che riguarda non soltanto la psiche dell’uomo quanto la sua essenza in toto. In una successione di periodi diversi, l’artista ha infatti dato vita prima ad una rappresentazione del corpo umano molto accademica - le forme e le posture sono tipiche degli studi anatomici - seguita da una predilezione per i volti, molto più espressivi, a cui si aggiunge la considerazione del gruppo. L’ultima fase presenta un ulteriore avvicinamento di campo: il ritratto e il primo piano divengono il soggetto prediletto. Tale percorso, tendente ad una sempre maggiore intimità nella scelta dei soggetti, mette in luce il medesimo atteggiamento anche dal punto di vista formale. Se dapprima infatti abbiamo una netta divisione in riquadri che accentuano l’analisi oggettiva del soggetto, in seguito si passa all’uniformità di fondo, dalle divisioni meno evidenti fino alla loro scomparsa. Quelle che affiorano sono vere e proprie tracce della presenza umana, che non si manifesta unicamente a sé stessa, ma anche all’altro.

MASSIMO CORONA – GLI EFFETTI COLLATERALI Con Massimo Corona si comincia ad esplorare l’universo dell’individuo nel suo stretto rapporto col mondo esterno: è il circo mediatico, afferma l’artista, il soggetto principale dei suoi lavori. Partito dagli aspetti che caratterizzano la comunicazione dei media all’interno della società, dalla caotica comunicazione- non comunicazione, dalla massificazione e dal qualunquismo delle notizie, Corona passa all’analisi degli effetti che questo tipo di messaggio sortisce sul pubblico, focalizzandosi proprio sulle controindicazioni dovute all’esagerata esposizione ai media. Appiattimento psicologico, alienazione, frustrazione, danno vita ad un vero e proprio spettacolo di massa, in cui tutto è protagonista e nessuno lo è realmente. L’urlo cieco della donna di figure getting sick quasi rimbomba nel paesaggio vuoto e spoglio, dal fondo prevalentemente nero e catramoso, arido alla vista come nel sentimento.

NICOLA GENOVESE – L’UOMO NERO Anche per Nicola Genovese risulta evidente il confronto dell’essere umano con la società. Ciò su cui si focalizza nei suoi ultimi lavori rappresenta però la fase successiva di questo percorso di elaborazione dell’influenza del mondo esterno. L’uomo, divenuto ormai simbolo di una società povera di principi, non può fare nient’altro che esprimere la negatività che ha ormai conquistato tutto il suo essere interiore. In primo piano è dunque la cattiveria dell’uomo, la sua meschinità, il suo potere di conquista e di arricchimento. Non è soltanto il mondo, dunque, a divenire prodotto vendibile e commercializzabile, ma è l’uomo stesso che si fa merce, subendone le conseguenze fino a marcarsi di una data di scadenza, come ci suggerisce il video Expired. Velata da una sottile ironia tanto da raggiungere toni dal sapore grottesco, la figura inizia ad assumere delle sembianze inumane, quasi mostruose, simbolo del vizio, più che dell’alienazione pura e semplice. Qui l’uomo ha subito totalmente le influenze devastanti di una società che tende al vuoto e alla povertà, quasi alla cattiveria, e ne diventa il portavoce ufficiale.

MIRKO CANESI – LA METAMORFOSI Chiaro simbolo del contemporaneo, Mirko Canesi procede alla considerazione di un mondo altro, porgendo grande attenzione alla capacità di alcuni individui di guardare al di là delle cose, ad una realtà diversa dalla nostra. Le figure di Canesi divengono esseri prescelti, unici, in grado di osservare questo mondo parallelo. Anch’esse subiscono le influenze del mondo con cui sono a contatto, ma in questo caso la metamorfosi, fisica e psicologica, non viene interpretata come elemento negativo. Tutt’altro. Le presenze di Canesi sono esseri umani. In tutto. La loro trasformazione non diviene un effetto di influenza passiva del mondo, ma segno di un’attitudine peculiare, quella di guardare oltre e di portare su di sé le caratteristiche di questo “oltre” che il resto del mondo non è invece in grado di percepire. I soggetti di Canesi divengono elementi di transizione tra due mondi, e, nella loro esplicita ed evidente trasformazione, lasciano che anche coloro che non sono in grado di vedere, lo possano fare.

DANIELE GIUNTA – L’ENTITÁ Si giunge dunque ad un mondo ormai totalmente surreale. Il mondo reale è ormai annullato per dar vita ad un mondo parallelo, nuovo, sovrumano. Anche in questo caso i protagonisti si integrano perfettamente con il loro ambiente, ma la somiglianza con l’umano è ormai totalmente assente. Sia che si mostrino come fatue apparizioni o che si confondano con l’ambiente circostante, essi esistono e ne subiscono l’influenza, privi di temporalità, di corporeità, di matericità, fluttuanti in una realtà parallela, cupa, vacillante tra un mondo nostro ed un altro che è in divenire. Essi divengono vere e proprie entità. Come nell’ambiente onirico, tutto si fa passibile di qualunque interpretazione, non vi è alcuna definizione dei dettagli, tutto di questo mondo è inconsistente, anche coloro che lo abitano, tutto si forma e cambia a seconda dei punti di vista, così come la seta, materiale prediletto dall’artista, che grazie alle sue qualità translucide permette ai colori utilizzati di cambiare cromatismo a seconda della direzione dello sguardo dell’osservatore.

Immagine di Nicola Padovani

Inaugurazione Mercoledì, 17 settembre 2008 dalle 18 alle 22

Galleria Bianca Maria Rizzi
Via Molino delle Armi, 3 - Milano
ingresso libero

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