Galleria Zamenhof
Milano
via Zamenhof, 11
02 83660823 FAX
WEB
Dramatis Personae
dal 14/10/2008 al 21/11/2008
02 83660823

Segnalato da

Davide Corsetti




 
calendario eventi  :: 




14/10/2008

Dramatis Personae

Galleria Zamenhof, Milano

Collettiva di pittura e scultura. "I colori, le forme, i gesti che caratterizzano le figure ritratte hanno la forza di alludere a situazioni di cui quello che vediamo immortalato sulla tela o nello spazio e' solo un istante" (V. Patarini).


comunicato stampa

a cura di Valentina Carrera e Virgilio Patarini

Opere: quadri e sculture di Paolo Avanzi, Francesco Baini, Teresa Bonaventura, Anna Maria Bracci, Nadia Ginelli, Bruno Golin, Paolo Lo Giudice, Vincenzo Marega, Italo Mazzei, Paolo Merghetti, Giovanni Oteri, Giuseppe Samperisi.

Dramatis Personae
''A prima vista l’unica cosa che accomuna le opere selezionate per questa mostra e’ la presenza della figura umana: che sia evanescente silhouette (Marega, Baini e Ginelli) o personaggio minuziosamente disegnato (Merghetti e Giacomini), sagoma arcaicamente stilizzata (Golin) o drammaticamente scomposta (Bracci e Avanzi), giocoso bozzetto variopinto (Mazzei) o ironico assemblaggio d’improbabili oggetti d’uso quotidiano (Lo Giudice), testa classicheggiante (Bonaventura e Oteri) o figura espressionista (Samperisi)… c’e’ sempre una presenza antropomorfa (o piu’ di una) che abita lo spazio o la superficie dipinta.

Tuttavia ad una piu’ accorta disanima si potra’ ben notare come ci sia dell’altro che affratella le opere qui presentate: ciascuna di queste umane presenze evoca un mondo, richiama alla memoria o alla immaginazione una storia. Non e’ solo figura, dunque, ma anche e soprattutto ‘personaggio’. “Dramatis personae” in latino significa, semplicemente, “personaggi”.

I colori, le forme, le espressioni, i gesti, i contesti che caratterizzano le figure ritratte hanno la forza, di volta in volta, di alludere a intrecci, situazioni, vicende, di cui quello che vediamo immortalato sulla tela o nello spazio e’ solo un istante, un fotogramma, un momento forte in cui si condensano, in potenza, i momenti futuri e si concentrano, come in una sorta di ‘precipitato’, i momenti passati. “Carpe diem”, insegna Orazio: cogli l’attimo. Anzi, non ‘cogli’, ma ‘afferra’, ‘ghermisci’, per fare una traduzione piu’ corretta.

Poi certo le modalita’ con cui questi tredici artisti ‘strappano l’attimo’ sono molto diverse tra loro: diverse le poetiche, diversi gli stili. Ma comune la capacita’ (e la volonta’, piu’ o meno consapevole) di condensare storie, emozioni, vicende nello spazio circoscritto di una singola opera. E fare di un quadro o una scultura un crocevia di situazioni. Un crogiolo.

Ci sono poi punti di contatto per cosi’ dire ‘trasversali’ che consentono di accostare tra loro alcuni dei pittori e degli scultori qui radunati e di raggrupparli per affinita’ stilistiche e compositive.
Baini, Ginelli, Avanzi e Bracci condividono un analogo rapporto fortemente dialettico e problematico tra la figura e lo sfondo, in un gioco di piani scomposti e ricomposti che spazia dalle atmosfere rarefatte e diafane di Baini e Ginelli, alle fratture stilizzate e postcubiste della Bracci, fino agli effetti optical di Avanzi. Anche Marega si pone la questione del rapporto figura&sfondo, optando per una soluzione radicale, di grado zero, che vede lo sfondo appiattito e la figura ridotta a pura e semplice contorno.

In Oteri, Bonaventura, Merghetti, Giacomini, Samperisi e Golin evidente e’ il richiamo ad una sorta di aurea classicita’: attonita e sospesa, fuori dal tempo, nelle teste della Bonaventura, citata esplicitamente nelle tele di Oteri, minuziosa e icastica in Merghetti, tersicorea e simbolista nelle incisioni della Giacomini, pastosamente e vagamente espressionista in Samperisi, ieratica e arcaica nei legni scolpiti da Golin.
Decisamente ludici e sgargianti invece i quadri di Mazzei che fanno il paio, idealmente, con gli assemblaggi scultorei di Lo Giudice.

Dal che si evince, in conclusione, che la ‘parata’ di personaggi che attraversa questa mostra e’ decisamente variegata: personaggi drammatici accanto ad altri ilari o grotteschi, evanescenti figure poetiche accanto a solide presenze carnali, in una ridda di stili ‘teatrali’ mischiati tra loro che forse assomiglia alla tragicomica varieta’ di questi nostri tempi confusi. Tempi in cui facilmente la tragedia si risolve in farsa. E viceversa.''
Virgilio Patarini

Galleria Zamenhof
via Zamenhof, 11 - Milano
Ingresso libero

IN ARCHIVIO [69]
Premio 'Il Segno'
dal 1/6/2013 al 29/7/2013

Attiva la tua LINEA DIRETTA con questa sede