Nanni Balestrini
Vanessa Beecroft
Gea Casolaro
Michele Dantini
Daniela De Lorenzo
Piero Gilardi
Ketty La Rocca
Fabio Mauri
Liliana Moro
Michelangelo Pistoletto
Pietro Ruffo
Andrea Salvino
Anna Valeria Borsari
Mauro Staccioli
Marco Bazzini
La rassegna, curata da Marco Bazzini, e' un viaggio nell'arte contemporanea che cerca di ricucire alcuni fili che legano il '68 al presente. Concepito come una serie di personali, il percorso espositivo abbraccia 40 anni di arte italiana e testimonia le diverse fasi del lavoro di ogni artista creando, tra le opere proposte e i periodi a cui esse appartengono, un originale dialogo. Con: Nanni Balestrini, Vanessa Beecroft, Gea Casolaro, Michele Dantini, Daniela De Lorenzo, Piero Gilardi, Ketty La Rocca, Fabio Mauri, Liliana Moro, Michelangelo Pistoletto, Pietro Ruffo, Andrea Salvino e Anna Valeria Borsari. Contemporaneamente "Pensare la scultura" mostra i disegni, bozzetti e modelli preparatori di Mauro Staccioli.
A cura di Marco Bazzini
Si inaugura sabato 1 novembre, alle ore 18.00 presso le sale espositive del Centro per l'arte contemporanea Luigi Pecci 1988: vent'anni prima, vent'anni dopo. La rassegna, curata da Marco Bazzini, propone un percorso tra opere che a partire dal 1968 e fino ai giorni nostri hanno fatto storia. Un viaggio nell'arte contemporanea cercando di ricucire alcuni fili che legano il '68 al presente.
Opere di Nanni Balestrini, Vanessa Beecroft, Anna Valeria Borsari, Gea Casolaro, Michele Dantini, Daniela De Lorenzo, Piero Gilardi, Ketty La Rocca, Fabio Mauri, Liliana Moro, Michelangelo Pistoletto, Pietro Ruffo, Andrea Salvino, ad illustrare un "racconto per immagini" degli ultimi quarant'anni. Una narrazione che si avvale della poetica di alcuni artisti che hanno fatti propri alcuni temi nati in quella stagione controversa o che direttamente da quella sono stati ripresi nel nostro presente.
Concepito come una serie di piccole personali, il percorso espositivo, che abbraccia quaranta anni di arte italiana, intende testimoniare le diverse fasi legate al lavoro di ogni artista e creare, tra le opere proposte e le generazioni a cui esse appartengono, un originale dialogo.
Fuori dai luoghi comuni che caratterizzano il '68 come una stagione di ribellione, giovanilismo e utopia, si analizzano alcuni filoni tematici che proprio da quella fase storica hanno preso origine e che oggi trovano nuova considerazione e attenzione nel dibattito contemporaneo.
Il '68 fu soprattutto una grande e controversa stagione politica in cui furono gettati molti semi, alcuni dei quali germogliarono nei decenni successivi. Muovendo dai grandi sommovimenti che il linguaggio artistico ha conosciuto proprio in quegli anni la mostra ci conduce attraverso un percorso artistico e tematico che va dalla partecipazione nel sociale alla riconosciuta emancipazione femminile, dal coinvolgimento nei temi della psichiatria democratica alla nascita di una coscienza ecosostenibile, per arrivare alla disseminazione dell'essere contro che caratterizza l'oggi in una fluidità di movimenti non sempre violenti (tra i due estremi di contestazione e volontariato).
Muovendosi tra opere e mostre che hanno fatto storia, come il Teatro delle mostre (La Tartaruga, Roma, 1968, di cui saranno riproposte le installazioni Luna di Fabio Mauri e Il muro della Sorbonne di Nanni Balestrini), la nascita del Centro Pecci alla fine degli anni Ottanta (da cui la data che dà il titolo alla mostra e la presenza di alcuni artisti che in questi anni vi hanno esposto e le cui opere sono in Collezione come Pistoletto, Gilardi, Liliana Moro, Daniela De Lorenzo) nonchè alcune personalità importanti dagli anni Settanta (come Ketty La Rocca e la meno conosciuta Anna Valeria Borsari) fino alle ultime generazioni (Pietro Ruffo, Andrea Salvino, Michele Dantini, Gea Casolaro), la mostra vuole ricucire alcune tematiche che legano il '68 al presente.
Durante il periodo della mostra, a completamento del progetto espositivo, sarà presentato un ciclo di incontri in cui importanti testimoni e intellettuali porteranno il loro contributo di studio a un dibattitto che a distanza di quarant'anni resta ancora attuale.
Le conferenza saranno poi trascritte nel catalogo, edito da Giunti Editore, come parte integrante del progetto.
Tutte le attività del Centro sono promosse da Regione Toscana, Comune di Prato con il contributo di Fondazione Monte dei Paschi di Siena, ASM SpA, Gruppo Consiag, CariPrato SpA e Unione Industriale Pratese. Museo associato AMACI.
Catalogo: Giunti Editore
1 novembre 2008 - 11 gennaio 2009
Sale espositive CID/Arti Visive
Orari: tutti i giorni, ore 10 -19, chiuso martedì
Ingresso gratuito
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Mauro Staccioli: pensare la scultura
a cura di Marco Bazzini
Prato, 29 ottobre 2008 - Inaugura il prossimo 1 novembre la mostra a cura di Marco Bazzini Mauro Staccioli: pensare la scultura che il Centro per l’Arte contemporanea Luigi Pecci di Prato dedica all’artista toscano autore di Scultura Prato la grande istallazione divenuta ormai uno dei simboli della città. La rassegna, inserita nel progetto Territoria 3. Lo spazio del Contemporaneo, ripercorrere l’attività progettuale di Staccioli attraverso bozzetti, disegni e modelli preparatori realizzati per le sue opere scultoree ormai celebri in tutto il mondo.
Dalla fine degli anni Sessanta Staccioli ha formulato una personale concezione ambientale dell’opera scultorea, chiamata ad interagire con lo spazio fisico per cui è destinata e per cui viene ideata. Per Staccioli la pratica della scultura risulta dall’incontro, dal dialogo, dall’interazione fra l’opera e l’ambiente, giacché come afferma lo stesso artista: “creare scultura significa esistere in un luogo”.
Prima di ogni edificazione un intenso processo di studio, pari a quello di un architetto, caratterizza la ricerca del segno nello spazio mentale dell’immaginazione. “Il disegno dell’idea – ha dichiarato l’artista – comporta una pratica di ricerca attraverso l’immagine. Il disegno rappresenta un’idea prima di tutto; è l’immagine di qualcosa che dovrà essere: la scultura, l’oggetto fisico”. Da questa concezione dell’opera scultorea e dello spazio fisico nasce la necessità di far riferimento all’idea costruita che attraverso appunti, schizzi, fogli sciolti, taccuini e fotografie testimonia l’instancabile riflessione intorno alla pratica scultorea.
In questa raccolta si ritrova l’importanza di un “cantiere delle idee” che Staccioli arricchisce continuamente con quelli che sono i classici strumenti dell’artista, il disegno in primis ma anche l’apporto di nuovi strumenti documentativi come le fotografie e i fogli lucidi e trasparenti applicati di volta in volta sopra l’immagine fotografica della veduta di un luogo sui quali traccia i segni e le forme dell’opera da realizzare.
Di grande interesse anche i documenti che fanno riferimento ai primi anni ’70, dove, insieme ai disegni preparatori e agli schizzi si ritrovano in ordine sparso appunti sulla vita politica, sugli scioperi e le manifestazioni, che confermano come Staccioli abbia “sempre concepito la scultura come la risultante di un’azione ad un tempo estetica e politica”.
In occasione della mostra sarà realizzata dall’editore Corraini di Mantova una monografia in cui saranno raccolti alcuni dei progetti realizzati dall’artista con contribuiti critici di Luca Massimo Barbero, Marco Bazzini e un’introduzione di Gillo Dorfles.
Inaugurazione: 1 novembre ore 18.00
Centro per l'arte contemporanea Luigi Pecci
Viale della Repubblica 277 Prato
Orario: tutti i giorni 10 - 19. Chiuso martedì
ingresso gratuito