Gio' Marconi (vecchia sede)
Milano
via Tadino, 15
02 29404373 FAX 02 29405573
WEB
Andre' Butzer / Matthew Brannon
dal 11/11/2008 al 9/1/2009
mart-sab 10:30-12:30, 15:30-19

Segnalato da

Cristina Pariset




 
calendario eventi  :: 




11/11/2008

Andre' Butzer / Matthew Brannon

Gio' Marconi (vecchia sede), Milano

Butzer espone 10 tele di grandi dimensioni che propongono un significativo percorso tra astratto e figurativo, ben reso dalla sua pittura densa, materica e stratificata. Brannon presenta una serie di opere dal titolo Grandmothers, dove vaglia i limiti dell'arte e della grafica, creando delle immagini che imitano la pubblicita' e la vita cosmopolita contemporanea interrogandosi su questioni che riguardano l'ambizione e il compromesso.


comunicato stampa

Andrè Butzer. Mostra personale

Mercoledì 12 Novembre verrà inaugurata alla galleria Giò Marconi, la personale di André Butzer.
Nella mostra, che occuperà il piano terra della galleria, André Butzer esporrà dieci tele di grandi dimensioni che propongono un significativo percorso tra astratto e figurativo, ben reso dalla sua pittura densa, materica e stratificata.
Alcune di queste opere presentano un fondo monocromo, per lo più fatto da diverse tonalità di grigio, sul quale si incrociano segni e forme geometriche dai colori vivi e forti. In altre tele, invece, i colori intensi si mescolano per dare vita a figure appena accennate, geometrie nascoste, che si confondono in un caos di pennellate.

Non mancheranno i suoi fantastici personaggi in stile cartoon, i "Friedens Siemense", che si muovono in scenari immaginari dai colori esuberanti e che non si discostano dai nuovi lavori astratti perché, come dice lo stesso artista: "I cosiddetti quadri astratti e figurativi sono per me solo diventati intercambiabili, poiché di volta in volta si conoscono l'un l'altro e si legittimano a vicenda".
Espressione violenta, stile crudo, nessuna formazione: André Butzer ricorda lontanamente i grandi artisti dell’ Outsider-Art. Tuttavia egli respinge il concetto come stigmatizzazione, affronta la cultura di massa simulando la produzione industriale e gioca la carta della serialità contro la presunta spontaneità e originalità dell’ Espressionismo. André Butzer parla solo di idee associate all’ Art Brut, definendo il suo lavoro caratterizzato da colori stesi in maniera grossolana e da una violenza espressionista liberata attraverso il colore, come “Belle Arti”.

In bilico tra cultura americana e tedesca avendo vissuto nei territori occupati dalle Forze Americane, André Butzer, quasi volendo mantenere un legame con la Storia, trasferisce il suo studio a Rangsdorf, a Sud di Berlino, in quella che fu una fabbrica di aerei utilizzati sia dall’ aeronautica tedesca prima che da quella sovietica poi.
Nel 2006, la galleria ha ospitato per la prima volta in Italia una personale di André Butzer dal titolo N-Leben. Il percorso della mostra presentava la vita di una città immaginaria dal nome Nasaheim, dove Butzer ha voluto raffigurare, gli aspetti più oscuri e luminosi della storia tedesca e americana.

Erano infatti riconoscibili, anche se trasformati in pupazzi, quei personaggi che durante l'epoca del nazismo facevano parte della "corte" di Hitler come anche grandi nomi dell'industria non solo tedesca ma anche americana.
Lo scorso marzo invece, la galleria Giò Marconi è stata sede dell’ ultima tappa della collettiva “Kommando Giotto di Bondone”, voluta e curata dallo stesso Butzer, dove un gruppo di artisti usando stili diversi, si è ispirato a Giotto di Bondone come precursore delle teorie rinascimentali.

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Matthew Brannon, GRANDMOTHERS

Mercoledì 12 Novembre Giò Marconi presenterà la prima mostra personale in Italia di Matthew Brannon dal titolo Grandmothers.
Saranno esposti nuovi lavori che comprendono un wall painting, una scultura, due arazzi e dieci stampe.
Dopo i primi, frustranti tentativi con la pittura, Brannon cominciò con consapevolezza a vagliare i limiti dell'arte e della grafica, creando delle stampe che imitavano la pubblicità allo scopo di far diretto riferimento alla vita cosmopolita contemporanea. In "Grandmothers" Brannon continua quest' esplorazione compiacendosi in particolare con questioni che riguardano l'ambizione e il compromesso.

Se si potesse identificare il nucleo soggettivo della pratica tortuosa di Brannon, questo consisterebbe proprio nelle stampe. Ognuna di esse, scrupolosamente realizzata in edizione unica, segue la semplice formula dell'accompagnare l'immagine al testo. Normalmente il ruolo del testo in questo genere di composizioni servirebbe a chiarire il significato dell'immagine, ma non è questo il caso di Brannon. Il testo invece complica e ostruisce l'interpretazione intuitiva. La nostra valutazione del significato della stampa conduce verso una lettura più psicologica, rivolta a soggetti come l'ansia di carriera, l'alcolismo, disavventure sessuali e la negazione. Le nostre elucubrazioni analitiche vengono presentate con immagini di passaporti, chewing gum, cosmetici, scarpe, bende.

Un'altra parte in divenire del corpo del lavoro continua questa non definita divisione tra la decorazione e le belle arti sottoforma di arazzi. Gli arazzi consistono in una stampa su tela di seta e un ricamo su tela appesi ad uno speciale attrezzo fatto di legno e ottone, creato proprio per questa funzione.

Sarà presente in mostra anche un wall drawing realizzato usando vernice acrilica per rivestimenti interni. Con una sicura visione economica, l'astrazione è creata per suggerire con arguzia il retro di un dipinto il quale non è removibile dal muro su cui è disegnato, ma volge letteralmente il suo retro verso lo spettatore. Con ironia Brannon indirizza la comprensibile vulnerabilità che gli artisti incontrano quando si tratta di esporre il proprio lavoro al pubblico, mentre simultaneamente sposta la nostra attenzione verso le nostre aspettative quando ci rapportiamo ad un'opera d'arte.

Completa la mostra un'opera dallo stesso ambiguo intento, una scultura rappresentante un'area backstage. Creando una struttura di lattice sul muro, Brannon trasforma la galleria da spazio espositivo ad una sorta di spazio 'dietro le quinte', suggerendo che il punto cruciale di ciò che sta accadendo ci è inaccessibile. Ci troviamo in uno spazio privilegiato e allo stesso tempo in uno spazio rimosso dall'attualità.

Immagine: Andrè Butzer, Untitled, 2008, Oil on canvas

Ufficio Stampa: Cristina Pariset
T. 02 48 12 584 F. 02 48 12 486 Cell. +39 348 5109589
cristina.pariset@libero.it

Inaugurazione mercoledì 12 novembre 2008 ore 19

Gio' Marconi
via Tadino, 15 02 Milano
Da martedì a sabato 10:30-12:30, 15:30-19
ingresso libero

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