Teatro dell'Arte CRT
Milano
viale Alemagna, 6
02 72434258 FAX 02 863813
WEB
Teatrino Clandestino
dal 5/3/2002 al 7/3/2002
02 861901
WEB
Segnalato da

CRT




 
calendario eventi  :: 




5/3/2002

Teatrino Clandestino

Teatro dell'Arte CRT, Milano

Hedda Gabler. Il dramma della protagonista diventa pre-testo per costruire una ulteriore tappa nel percorso che Teatrino Clandestino sta costruendo sul rapporto tra immagine, video e teatro, e tra staticita' e movimento. La messa in scena dello spettacolo e' realizzata in uno spazio che e' uno e, nel contempo, molti, non isolati ma compenetrati tra loro, come in una visione cinematografica.


comunicato stampa

Hedda Gabler

con Fiorenza Menni, Angela Presepi, Renata Salmini, Michele Cipriani, Pietro Pilla, Giorgio Porcheddu
realizzazione video Francesco Borghesi
scenografia Pietro Babina (ideazione), Federico Babina (design), Luca Piga (realizzazione)
costumi e decori Fiorenza Menni
musiche Recoil, Pietro Babina
promozione e organizzazione Marcella Montanari, Chiara Fava
amministrazione Francesca Leonelli
scritto e diretto da Pietro Babina
produzione Teatrino Clandestino
in collaborazione con La Biennale di Venezia, ERT Emilia Romagna Teatro

Teatrino Clandestino, tra le più note formazioni del Nuovo Teatro, presenta Al Teatro dell'Arte di Milano, dal 5 al 7 marzo, la sua ultima produzione: Hedda Gabler, tratto dal dramma borghese di Henrik Ibsen, ulteriore tappa del percorso che Teatrino Clandestino sta conducendo sul rapporto tra immagine video e teatro già intrapresa in Si Prega Di Non Discutere Di Casa Di Bambola e Otello.

Il dramma della protagonista diventa pre-testo per costruire una ulteriore tappa nel percorso che Teatrino Clandestino sta costruendo sul rapporto tra immagine, video e teatro, e tra staticità e movimento. La messa in scena dello spettacolo è realizzata in uno spazio che è uno e, nel contempo, molti, non isolati ma compenetrati tra loro, come in una visione cinematografica.

La drammaturgia di Pietro Babina si avvale principalmente di due elementi: la forma dialogica e il video. Nei dialoghi, interamente riscritti, si riflette la complessità enigmatica dei personaggi; il testo è capace di evocare altri spazi e molteplici suggestioni contemporaneamente a quelle suggerite sulla scena. L'immagione video, al contempo elemento drammaturgico e scenografico, diventa imprescindibile contraltare alle azioni agite dagli attori dal vivo sulla scena. Tra i primi piani dei personaggi sullo schermo e i corpi dei personaggi sulla scena si crea la sovrapposizione tra macro e micro. Se da un lato il velo separa, dall'altro, per sua natura consente di penetrare, di andare oltre, in un oltre
-per riavvicinarsi ad Ibsen...bisogna avere un'anima eroica.
-le rappresentazioni teatrali non sono interpretazioni, come si dice e crede, ma variazioni: ossia creazioni di nuove opere d'arte. L' interpretazione di un dramma è, dunque, un'opera d'approssimazione.
-ogni generazione s'accosta in modo nuovo ai capolavori dell'età passate; e così comunica ad essi una sorta di immortalità in movimento.
-talvolta in Ibsen riecheggia la tecnica del teatro di Dumas. Ma ambedue creano nel senso di superamento e di perfezionamento, svolgendo, da ciò che è dato, ciò che è nuovo e ancora imprevisto.
-ma ad Ibsen poeta chiediamo sensatamente, come ad ogni altro artista, favole, fantasie, non ragionamenti.
-nel primo atto Hedda entra per terza in scena, nel secondo la vediamo svagata giocare con le pistole, nel terzo dormire sul divano in attesa del rientro degli uomini dall'orgia notturna e nel quarto agitarsi inquieta.
-Lovborg uscirà dal dramma alla fine del terzo atto per non rientrarvi più divenendo oggetto di verbali di polizia e di pettegolezzi della demeure
-...in un'epoca in cui Nora e la signora Alving consumano la loro giovinezza in accanite lotte per la conquista della verità vediamo Hedda passare i pomeriggi seduta sul divano d'angolo in compagnia di Lovborg
-il personaggio è luogo indefinitamente rinnovabile di produzione di senso
-se qualcuno cresce troppo, se avanza pericolosamente verso il proscenio, dovrà inevitabilmente essere smontato, ridimensionato, altrimenti sarà espulso
-Hedda: Poveri noi, siamo inondati di sole !
-Brak: Coraggio!
Hedda: Ah si ! averne!
-Hedda: Non avete nulla in cui vi possa aiutare?
Tesman: No assolutamente nulla non ti preoccupare.
-ogni volta che le persone ibseniane devono raccontare l'antefatto, la verità segreta, cioè devono esprimere, come abbiamo visto, il giudizio sull'altrui e la loro vita, si siedono una accanto all'altra fan preludio al loro racconto. E' proprio qui in questo " siediti qui accanto a me" il centro del dramma delle persone ibseniane.
-Hedda si annoia non solo per il marito ma anche per la forma drammaturgica in cui è costretta a muoversi.
-Hilde: Come è stupido...come è assurdo che non si possa stendere la mano per cogliere la propria felicità.
-delle energie misteriose estraggono dall'uomo la sua essenza, lo costringono all'essenzialità; il processo tragico si svolge attraverso un manifestarsi sempre maggiore di questo unico essere.
-l'attore che conosce la qualità del suo stare solo, come umano, in una grande vastità desertica o in qualunque altra vastità naturale e sa trasportare quella identica qualità dello stare anche in una zona molto affollata, come un centro abitato possiamo pensare che sia un super-attore.
-Casa di Bambola ed Hedda Gabler, si svolgono in case situate all'interno del centro abitato, ma qui lo spazio si movimenta all'interno e i rapporti dentro/fuori, interno/ esterno passano attraverso i personaggi.
-in Hedda Gabler lo spostamento di mobili fa allargare e dilatare lo spazio di Tesman, mentre restringe quello di Hedda.
-l'attore che impersonava Hilmar secondo gli ordini del regista doveva recitare senza trucco e con i suoi propri capelli. Lo fece, ma non senza protestare.
-il titolo ideale per me sarebbe quello che esprimesse l'innocenza (o colpevolezza) finale di tutti quanti nel nuocersi. Perché in fondo nella commedia hanno ragione tutti, locché segue spessissimo nella vita.
-che Ibsen abbia lasciato in me una impressione profondissima ed abbia in parte modificato il mio concetto dell'opera scenica , è vero: ma non è men vero che ne vorrei, ne saprei piegare il mio ingegno alle sue forme, ne ragionare in luogo di rappresentare.
parole di
Franco Antonicelli, Silvio D'amico, Berit Erbe, Anatole France, Giuseppe Giacosa, Piero Gobetti,
Henrik Ibsen, Georgy Lukács, Thomas Mann, Lou Andreas Salomé, Paolo Puppa,
Daniela Quarta, Scipio Slataper e Teatrino Clandestino.

Tournèe
22 marzo Teatro Morlacchi, Perugia

BIGLIETTI
Intero 15 (lit. 29.044)
Ridotto giovani 10 (lit. 19.363)
Ridotto anziani 7,5 (lit. 14.522)

Prevendita TicketOne 02392261
TicketOne gruppi 023922662

ORARI
Inizio spettacoli ore 20.30
Festivi ore 16.00

Info:
CRT Centro di Ricerca per il Teatro
Settore Comunicazione
Tel. 02881298

Teatro dell'Arte
Viale Alemagna 6, 20121 Milano
Prenotazioni allo 0289011644

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