Galleria Artra
Milano
via Burlamacchi, 1
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Oliver Ressler
dal 14/12/2008 al 29/1/2009
martedi' - sabato 15-19

Segnalato da

Galleria Artra



approfondimenti

Oliver Ressler
Marco Scotini



 
calendario eventi  :: 




14/12/2008

Oliver Ressler

Galleria Artra, Milano

For A Completely Different Climate. Con questo nuovo appuntamento l'artista riconferma il suo ruolo nello spazio compreso tra arte e attivismo. Molti sono i temi trasferiti da Ressler dallo spazio sociale allo spazio simbolico attraverso diverse strategie visuali e differenti forme di mediazione. Un'installazione multimediale con una proiezione lunga 18 metri, lightboxes, video e altri materiali accompagnano la domanda che l'artista ci pone: "che cosa significa realmente cambiare clima?". Mostra a cura di Marco Scotini.


comunicato stampa

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A cura di Marco Scotini

Con il titolo For A Completely Different Climate, lunedì 15 dicembre si apre l’ampia personale di Oliver Ressler presso la Galleria ARTRA di Milano. A distanza di tre anni dalla sua prima mostra italiana, l’artista viennese ritorna ora con un progetto completamente inedito sulle sorti del nostro pianeta, proprio nei giorni in cui l’Europa è chiamata a prendere la sua decisione sul riscaldamento globale.

Reduce dalla Biennale di Taipei 2008 dove non figurava solo come artista ma anche come curatore della sezione “A World Where Many Worlds Fit”, Oliver Ressler è riconosciuto internazionalmente per le sue partecipazioni alla Biennale di Siviglia 2006, alla Biennale di Mosca 2007, a quella del Baltico e presso il Berkeley Art Museum, il Massachusetts Museum of Contemporary Art, oltre che per il suo progetto itinerante Alternative Economics, Alternatives Societies (2003-2007) in ventuno tappe, tra cui figurano Madrid, Istanbul, Ljubljana, Lüneburg, Belgrado.

Con questo nuovo appuntamento Oliver Ressler non solo riconferma il suo ruolo all’interno di quello spazio compreso tra arte e attivismo. Non solo dimostra ancora una volta che per lui lo spazio della rappresentazione è anche e sempre uno spazio d’azione. Migrazione, razzismo, privatizzazione carceraria, socializzazione delle fabbriche, economie alternative, prospettive politiche marginalizzate, ingegneria genetica, linguaggi della protesta sono solo alcuni dei temi trasferiti da Ressler dallo spazio sociale allo spazio simbolico attraverso diverse strategie visuali e differenti forme di mediazione. Temi che, una volta elaborati, vengono ricondotti poi ai più diversi contesti: dallo spazio pubblico, a situazioni dimostrative o di protesta, infine alle istituzioni artistiche.

Proprio a partire da tutti gli ambiti che ha attraversato e che continua instancabilmente ad attraversare, Ressler appare come uno degli interpreti più lucidi della attuale condizione del “biocapitalismo”, come l’ha definita qualcuno. E cioè un capitalismo che istituisce una coincidenza radicale tra lavoro e vita. Che pone la vita come tale, quale forza-lavoro, al centro dei processi di produzione e di assoggettamento, senza alcuna possibilità di congetturare un fuori rispetto ai rapporti capitalistici stessi. Per questo i progetti che Ressler sviluppa, e le immagini che ne risultano, si pongono sempre in modo trasversale, e cioè in modo tale da attraversare il tempo della vita tutto intero.

Con il progetto sul riscaldamento globale, pensato per Milano, Ressler propone una socializzazione del sapere tecnologico e scientifico. Aggiunge un altro capitolo alla lunga serie di ambiti già indagati. Con For A Completely Different Climate, Ressler non cerca solo di svelare la struttura ideologica della tecnologia e della sua rappresentazione, ma continua la sua ricerca sulla produzione di libera informazione e di pubblico accesso alla formazione di politiche comuni, insinuando il sospetto di quali ordini di natura politica-economica si nascondano dietro il discorso ecologista. L’obiettivo è anche quello di dissolvere i confini della specializzazione e soprattutto di superare la gerarchia tra tecnici e dilettanti aprendo la tecnologia dell’ambiente come campo di empowerment.

Punto di partenza formale ed espositivo del progetto è la serie di diapositive sul pianeta che aprono il noto film-documentario “An Inconvenient Truth” (2006) diretto da Davis Guggenheim e che accompagnano il racconto biografico dell’ex vicepresidente degli Stati Uniti Al Gore, diviso tra carriera politica e campagne di informazione sul riscaldamento globale. In sostanza una rappresentazione ufficiale e popolare dei pericoli e delle sorti del pianeta. Punto di partenza concettuale invece, nonché sua origine occasionale, è il Climate Camp che si è tenuto all’inizio di agosto del 2008 in Kent, presso la stazione elettrica alimentata a carbone di Kingsnorth per protestare contro la volontà della compagnia elettrica proprietaria di costruire una nuovo grande impianto, una volta distrutto l’attuale. Un’installazione multimediale con una proiezione lunga diciotto metri, lightboxes, video e altri materiali accompagneranno la domanda che Ressler ci pone: “che cosa significa realmente cambiare clima?”

OLIVER RESSLER
For A Completely Different Climate
A cura di Marco Scotini

Il progetto espositivo For A Completely Different Climate si occupa di un movimento sociale emergente che indaga e combatte selettivamente la risposta (o la non-risposta) degli stati e delle società di capitali al cambiamento climatico. Questo movimento di sinistra ha la potenzialità di mobilitare gente soprattutto in Gran Bretagna, dove nell’agosto del 2008 è stato organizzato un Climate Camp per chiudere la centrale elettrica alimentata a carbone di Kingsnorth, a est di Londra. Anche se la stazione Kingsnorth verrà chiusa, la società per l’energia E.ON ha intenzione di costruire, in quello stesso luogo, una nuova centrale elettrica a carbone che assicurerà profitti per i prossimi decenni. Tale progetto è in totale conflitto con il necessario obiettivo di ridurre le emissioni di CO2. Impedire la realizzazione di una nuova centrale elettrica a carbone a Kingsnorth ha un grande valore simbolico, dato che un’opposizione di successo potrebbe comportare la fine di altri progetti già pianificati e volti alla realizzazione di centrali elettriche a carbone in altri luoghi della Gran Bretagna.

Il fulcro della mostra For A Completely Different Climate è una videoinstallazione su tre canali basata su 96 fotografie scattate presso il Climate Camp e durante le manifestazioni e gli assedi di Kingsnorth. Le immagini sono combinate con brevi testi e con registrazioni audio delle manifestazioni e dei workshop. In una presentazione della durata di 16 minuti, tre proiezioni connesse verranno mostrate su una parete lunga 18 metri della galleria. La mostra include anche tre lightbox che associano le fotografie ai protocolli di ricerca della polizia e a fogli informativi che identificano la repressione statale.

For A Completely Different Climate è il mio terzo progetto focalizzato sulle problematiche sollevate dal cambiamento climatico. A 100 Years of Greenhouse Effect, realizzato nel 1996 (Salzburger Kunstverein), ha fatto seguito nel 2000 Sustainable Propaganda, un lavoro che, mediante una serie di mostre, ha commentato il discorso egemonico dello “sviluppo sostenibile” (tra le sedi espositive, la Künstlerhaus Bethanien di Berlino). Dal documentario di Al Gore “An Inconvenient Truth” (2006), basato su una serie di diapositive, il dibattito in merito al riscaldamento del globo è entrato a far parte della consapevolezza generale. Gore crede che, mediante la compravendita dei diritti sulle emissioni e l’utilizzo di tecnologie pulite ed efficienti, si possa frenare il riscaldamento globale. Ad ogni modo, For A Completely Different Climate si serve di una serie di diapositive per focalizzarsi in primo luogo sull’opposizione al sistema esistente e dà spazio alla gente che, smentendo Gore, ritiene che approcci compatibili con il mercato, quali la compravendita delle emissioni, non riguardino la protezione del clima, ma tendano unicamente ad assicurare la continua crescita capitalistica. Come viene fatto notare nelle registrazioni audio dell’installazione, le emissioni di CO2 continuano ad aumentare anni dopo la firma del Protocollo di Kyoto. Il cambiamento climatico potrebbe dunque venire affrontato solo mediante una trasformazione radicale della società, che sfidi efficacemente l’attuale distribuzione della ricchezza e i rapporti di potere che sono garantiti dalle forze armate.
(Oliver Ressler)

Concetti, fotografie, registrazioni audio, montaggio e produzione: Oliver Ressler
Assistente al montaggio: David Grohe
Fotografie delle lightbox sulla Great Rebel Raft Regatta: Amy Scaife, Mike Russell
Ringraziamenti speciali a: Climate Camp, Tadzio Mueller, Marco Scotini, Marcella Stefanoni
Supported by Galleria ARTRA

Inaugurazione lunedì 15 dicembre 2008 ore 18:00

Artra
Via Burlamacchi 1, 20135 Milano
Aperto dal martedì al sabato 15.00/19.00

-------english

Under the title ''For A Completely Different Climate'', on Monday, Dec. 15 an extensive show of Oliver Ressler’s work opens at Galleria Artra in Milan. After an interval of three years since his first Italian exhibition, the Viennese artist now returns with a completely new project concerning the fate of our planet, precisely during the days when Europe is being called upon to make its decision on global warming.

Back from the 2008 Taipei Biennial where he not only appeared as an artist, but also as the curator of the section ''A World Where Many Worlds Fit,'' Oliver Ressler has been internationally recognized for his participation in the 2006 Seville Biennial, the 2007 Moscow Biennial, the Baltic Biennial, his work at the Berkeley Art Museum and the Massachusetts Museum of Contemporary Art, as well as for his itinerant project ''Alternative Economics, Alternatives Societies'' (2003-2007), which appeared in twenty-one locations, among them Madrid, Istanbul, Ljubljana, Lüneburg and Belgrade.

With this new appearance Oliver Ressler not only confirms his role in that space that lies between art and activism, and not only demonstrates once again that for him a space of representation is also and always a space for action. Migration, racism, privatisation, the prison system, worker ownership of factories, alternative economies, marginalised political perspectives, genetic engineering and the languages of protest are only some of the themes Ressler has transferred from the social arena to the symbolic arena through the use of a variety of visual strategies and different forms of mediation. Themes that once developed are then re-proposed in the most varied contexts: from public space to demonstrations or protest situations, or finally to artistic institutions.

Indeed given all the fields that Ressler has been engaged in and tirelessly continues to occupy himself with, he appears as one of most lucid interpreters of the current situation of ''Biocapitalism'', as someone has defined it. In other words a capitalism that establishes a radical connection between work and life, whereby life and the workforce are one and the same, at the centre of the processes of production and subjugation, without any possibility of presupposing an ‘outside’ in relation to capitalist relationships themselves. For this reason the projects Ressler develops, and the images that result from these, are always presented in transversal way so that they cut across the whole sphere of life.

With this project on global warming created for Milan, Ressler proposes a socialization of scientific and technological knowledge, adding another chapter to the long list of areas he has already investigated. With ''For A Completely Different Climate,'' Ressler not only seeks to reveal technology’s ideological structure and its representation, but also continues his research into the production of free information and public access in creating common policies, igniting suspicion about the nature of political-economic agendas that may lie hidden behind the ecological debate. His objective is also to remove the boundaries of specialization and, above all, to overcome the hierarchy between experts and non-professionals, thus opening environmental technology as a field of empowerment.

The visual and formal starting point for the project is the series of slides of the planet that opened the renowned documentary film ''An Inconvenient Truth'' (2006) directed by Davis Guggenheim, and which accompany the biographical story of the former Vice President of the United States, Al Gore, a story divided between his political career and his information campaigns on global warming – essentially an official and popular presentation of the hazards and the fate facing the planet. On the other hand, the conceptual starting point, as well as its occasional origin, is the climate camp that was held in Kent in early August 2008 at the coal-fed power station at Kingsnorth, to protest against the plans of the owner, an electricity company, to build a large new plant once the present one is demolished. A multimedia installation with an 18 m long projection, light boxes, video and other materials accompany the question Ressler asks us: ''What does climate change really mean?''

OLIVER RESSLER
For A Completely Different Climate
Curated by Marco Scotini

The exhibition project “For A Completely Different Climate” deals with an emerging social movement that questions and selectively fights the response (or non-response) of states and corporations to climate change. This leftist movement has the potential to mobilize especially in Britain, where in August 2008 a Climate Camp was organized to close the Kingsnorth coal-fired power station east of London. Although the Kingsnorth station will be shut down, the energy corporation E.ON plans to build, at the same location, a new coal-fired power station that will assure profits for the next few decades. This project completely conflicts with the necessary goal of reducing CO2 emissions. Preventing a new coal-fired powerplant in Kingsnorth is of great symbolic value, since a successful resistance could mean the end of other planned projects for coal-fired powerplants elsewhere in Britain.

The centre of the exhibition “For A Completely Different Climate” is a 3-channel slide installation, based on 96 photos taken in the Climate Camp and at the demonstrations and blockades of Kingsnorth. These photos are combined with short texts and audio recordings of the demonstrations and workshops. In a presentation lasting 16 minutes, three connected projections will be shown on an 18-metre-long wall of the gallery. The exhibition also includes three light boxes combining photos with police search protocols and information sheets that identify state repression.

“For A Completely Different Climate” is my third project focusing on climate-change concerns. The “100 Years of Greenhouse Effect” was done in 1996 (Salzburger Kunstverein) and followed in 2000 by “Sustainable Propaganda” that used a series of exhibitions to comment on the hegemonic discourse of “sustainable development” (exhibitions included Künstlerhaus Bethanien, Berlin). Ever since Al Gore’s documentary “An Inconvenient Truth” (2006), that is based on his slide shows, the debate about global warming has been part of the mainstream. Gore believes that trading emissions rights and using clean and efficient technologies can prevent global warming. However, “For A Completely Different Climate” uses the medium of a slide show to focus, above all, on resistance to the existing system and provides space for people who in contradiction to Gore believe that market-compatible approaches such as emissions trading is not about the protection of the climate, but instead only about ensuring continued capitalist growth. As noted in the installation’s audio recordings, CO2 emissions continue to rise years after the signing of the Kyoto Protocol. Climate change could therefore only be confronted through a radical transformation of society that would effectively challenge the existing distribution of wealth and power-relationships that are guaranteed by the military.
(Oliver Ressler)

Concept, photos, audio-recording, editing and production: Oliver Ressler
Editing assistant: David Grohe
Lightbox photos on the Great Rebel Raft Regatta: Amy Scaife, Mike Russell
Special thanks to: Climate Camp, Tadzio Mueller, Marco Scotini, Marcella Stefanoni

Supported by Galleria Artra

Galleria Artra
via Burlamacchi, 1 - Milano
Orario: dal martedi' al sabato 10.30/13.00 15.00/19.00
Ingresso libero

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