Auditorium Parco della Musica
Roma
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L'intento dell'artista di fronte alla conservazione dell'opera contemporanea
dal 9/1/2009 al 9/1/2009
dalle 10

Segnalato da

Ovidio Jacorossi




 
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9/1/2009

L'intento dell'artista di fronte alla conservazione dell'opera contemporanea

Auditorium Parco della Musica, Roma

Giornata internazionale di studi. Il convegno, a cura di Achille Bonito Oliva, e' stato ideato in occasione della chiusura della mostra "I fuochi dell'arte e le sue reliquie", con opere della collezione Jacorossi.


comunicato stampa

PARC - Direzione generale per la qualità e la tutela del paesaggio, l'architettura e l'arte contemporanee - e Fondazione Musica per Roma promuovono la giornata internazionale di studi L’intento dell’artista nella conservazione dell’opera contemporanea. Il convegno, a cura di Achille Bonito Oliva, è stato ideato in occasione della chiusura della mostra I fuochi dell’arte e le sue reliquie, con opere della collezione Jacorossi, presso gli spazi dell’Auditorium.

L’obiettivo è quello di intavolare una comune riflessione sul tema della conservazione dell’arte contemporanea attraverso le parole di artisti, galleristi, collezionisti, direttori di museo, conservatori museali. Il convegno vuole evidenziare la necessità ma anche le criticità del coinvolgimento dell’artista nella conservazione dell’opera d’arte contemporanea, nonché le molteplici attività di promozione e sviluppo delle attività istituzionali volte alla conservazione del contemporaneo.

Il tema della giornata di studi nasce da una riflessione legata alla vicenda di alcune opere della collezione di Ovidio Jacorossi. Nel 1992 un incendio si sviluppò in un ambiente attiguo al magazzino dove erano custodite opere di Cucchi, De Dominicis, Sartorio e Schifano, causando alcuni danneggiamenti. Schifano, interpellato dal collezionista nelle scelte da operare nei confronti delle sue opere coinvolte nell’incendio, si mostrò entusiasta dell’esito apportato sulle sue opere dal fuoco e decise dunque di non intervenire.

In quale momento l’opera esce dalla sfera di responsabilità dell’artista? E’ giusto chiedere all’artista di intervenire o re-intervenire sul proprio lavoro, senza che questo comporti una doppia datazione dell’opera? In seguito all’ingresso in una collezione pubblica o privata, è corretto che siano i diversi artisti a decidere in merito all’opportunità del restauro, oppure è preferibile che siano applicate strategie conservative che tengano conto non solo della registrazione dell’intendimento dell’artista, ma anche di un coerente sistema teorico nel quale inquadrare gli interventi di restauro sulle diverse opere? Se l’unico criterio fosse l’esecuzione della volontà dell’artista non si creerebbe il rischio di una discontinuità della prassi conservativa? Sono queste le principali questioni su cui i relatori dibatteranno.

Immagine: Mario Schifano, Intitolato, 1990, tecnica mista, 150 x 180 cm.

10 gennaio 2009, ore 10

Auditorium Parco della Musica
viale Pietro de Coubertin, 30 - Roma

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