Santa Maria delle Croci
Ravenna
via Guaccimanni, 7/9
0546 28747

Lisetta Carmi
dal 16/1/2009 al 21/2/2009
mar-merc-ven 16/18 sab-dom 10/12 16/19
0544 485305

Segnalato da

Silvia Loddo



approfondimenti

Lisetta Carmi
Uliano Lucas



 
calendario eventi  :: 




16/1/2009

Lisetta Carmi

Santa Maria delle Croci, Ravenna

Fotografia. "Per vent'anni, tra gli anni '70 e gli anni '80, Lisetta Carmi viaggia tra Sud America, Marocco e Israele, documenta la vita dei Provos in Olanda, la guerra civile in Irlanda, i villaggi contadini dell'Afganistan, del Pakistan e dell'India. Realizza reportage in Sicilia e in Sardegna e osserva con altrettanta curiosita' la sua citta'." Esposizione a cura di Uliano Lucas.


comunicato stampa

a cura di Uliano Lucas

Il prossimo 17 gennaio, su iniziativa dell’Assessorato alle Pari Opportunità del Comune di Ravenna, sarà allestita nello spazio di Santa Maria delle Croci la mostra Lisetta Carmi fotografa, curata dal critico e fotoreporter Uliano Lucas.
In Oriente si dice che siano molte le strade a disposizione di un uomo per raggiungere la Verità, per scoprire dietro la molteplicità delle cose il senso ultimo dell’esistenza...

«Lisetta Carmi, una delle fotografe più sensibili e acute che l’Italia abbia conosciuto – dice Lucas – di queste strade ne ha percorse tante: pianista nella sua giovinezza, fotografa nell’età matura e poi fedele induista, fondatrice di un ashram in Puglia e oggi membro di un centro di studi scientifici su un nuovo stadio di coscienza definito in-assenza, ha cercato incessantemente, attraverso le mille esperienze vissute, la ragione delle contraddizioni del mondo».

L’aver subito durante l’infanzia discriminazioni razziali per il fatto di essere ebrea accentua la sensibilità del suo sguardo sulla marginalità. Una Leica ricevuta in regalo da suo padre diventa per lei lo strumento migliore per soddisfare un urgente bisogno di scoprire, conoscere e confrontarsi con la più semplice e sincera umanità.

«Sono sempre stata dalla parte di chi soffre – racconta la Carmi – dalla parte di chi lotta, di chi il potere lo subisce: di coloro che hanno meno la possibilità di decidere del proprio destino. Non è stata una scelta, ma un’inclinazione; forse perché, nella mia coscienza, c’è questo retaggio antichissimo di persecuzione».

Per vent’anni, tra gli anni Sessanta e gli anni Ottanta, Lisetta Carmi viaggia tra Sud America, Marocco e Israele, «documenta la vita dei Provos in Olanda, la guerra civile in Irlanda, i villaggi contadini dell’Afganistan, del Pakistan e dell’India». Realizza reportage in Sicilia e in Sardegna. E osserva con altrettanta curiosità la sua città, il porto, «le vecchie carboniere e le navi che trasportavano il vino, le banchine percorse dalla ferrovia, piene delle reti e degli argani con cui i “camalli” svuotavano le stive delle navi, la vita dell’angiporto ed i traffici allora intensi di una Genova sospesa fra vecchio e nuovo»; i quartieri; il cimitero monumentale di Staglieno, «nelle cui statue coglie l’ambigua autocelebrazione della borghesia genovese di fine ´800, riuscendo al contempo, attraverso sapienti inquadrature e giochi di luce, a dare nuova vita e plasticità ai monumenti funebri e al macabro connubio di amore e morte in essi espresso»; il teatro Duse, dove lavora con registi come Squarzina, Quartucci e Scabia.

Incontra poi quegli artisti, scrittori, musicisti che fecero di Genova negli anni Sessanta «una città aperta alle sperimentazioni delle avanguardie artistiche europee. Nelle sue prime fotografie ritroviamo così i volti di un giovanissimo Lele Luzzati, del pittore Emilio Scanavino, di Gino Paoli, che iniziava a quel tempo la sua carriera di cantante abbandonando quella di pittore, di Gilberto Govi che portò fama nazionale al teatro dialettale di Genova, o ancora di intellettuali di passaggio nella città come il regista Joris Ivens o il pittore Victor Vasarely». Memorabili anche i ritratti del poeta Ezra Pound, che ottennero il premio Niépce per la loro capacità di sapere rendere l’estraneità di quell’uomo alla vita e a questo mondo: quella che lei definì “l’ombra di un poeta”.

Uno guardo speciale è rivolto ai «carruggi frementi di vita ai margini della Genova che ha conosciuto da fanciulla, in un provocatorio e rivoluzionario desiderio di conoscere se stessa attraverso le nuove realtà in cui si immerge anima e corpo. L’incontro con il gruppo di travestiti che abitavano nell’antico ghetto ebraico, durante una festa di Capodanno del 1965, è uno dei punti più alti di questa ricerca, che ha dato vita ad un documento fotografico di singolare coraggio nella storia della fotografia italiana» (Uliano Lucas).

Inaugurazione 17 gennaio Ore 16:30
Teatro Rasi, via di Roma 39
Saluti dell’assessore alle Pari Opportunità Giovanna Piaia
Incontro con Lisetta Carmi e Uliano Lucas

ore 18:30 Apertura della mostra presso Santa Maria delle Croci

Santa Maria delle Croci
via Guaccimanni 7/9, Ravenna
mar-merc-ven 16/18, sab-dom 10/12 16/19
ingresso libero

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