Brown project space
Milano
via Eustachi, 3
320 6844091
WEB
Let's forget about today until tomorrow
dal 27/1/2009 al 19/3/2009
mart-sab 16-19

Segnalato da

Brown




 
calendario eventi  :: 




27/1/2009

Let's forget about today until tomorrow

Brown project space, Milano

Francesco Barocco, Loredana Di Lillo, Giulio Frigo, Alessandro Piangiamore. Un group show come risultato di un confronto tra quattro artisti italiani, non coetanei, moderati da un curatore, Marco Tagliafierro. Un esperimento che intende interrogarsi sulle ragioni di scelte teoriche e formali affini tra artisti dal background profondamente diverso.


comunicato stampa

Francesco Barocco, Loredana Di Lillo, Giulio Frigo, Alessandro Piangiamore
Coordinati in un progetto ideato da Marco Tagliafierro

Un group show come risultato di un confronto tra quattro artisti italiani, non coetanei, moderati da un curatore.

Un esperimento che intende interrogarsi sulle ragioni di scelte teoriche e formali affini tra artisti dal background profondamente diverso.

Cinque domande rivolte a ciascuno dei quattro artisti:
1.Il tuo lavoro è anche la conseguenza di una riduzione al minimo dell’aspetto simbolico?
2.Il simbolico che rifiuti è quello stereotipato, troppo evidente, che crede di essere elitario?  
3.Anche tu, come i Futuristi, intendi uccidere il chiaro di Luna?  
4.E’ corretto ritenere che tu agisca per far venire in primo piano la pura rappresentazione del “fare” artistico piuttosto che puntare sull’evidenza spettacolare del significato?  
5.Un’installazione che realizzi o una situazione che predisponi possono favorire il sorgere degli avvenimenti per come tu li ipotizzi, senza avere la sicurezza che questi possano accadere se non verificandolo a operazione conclusa, oppure intendi operare sul controllo totale dei fenomeni che vai ad innescare traverso i segni che chiami in causa?

Le risposte hanno attivato una discussione privata tra i quattro artisti coinvolti ed il curatore che ha sottoposto loro i quesiti in questione.

Come avvertiva il grande studioso francese Henry Corbin, nella “Storia della filosofia islamica”, la perdita delle vie che conducono all’immaginale si può trasformare in una vera “catastrofe dello spirito”. “Qualora-continua Corbin-ci si privi di questo mondo, di questa coscienza, l’immaginativo decade nell’immaginario e i racconti simbolici non sono più che romanzi”.
Francesco Barocco

Quello che rifiuto sono le interpretazioni dei significati simbolici, frutto di una mia ulteriore attribuzione di significati.
Loredana Di Lillo
Ci sono immagini, modi di dire e simboli, appunto, che con il tempo hanno perduto la loro capacità comunicativa e il loro potere evocativo, diventando in qualche modo retorici e ridondanti. Oppure da un’altra prospettiva, si puo’ dire che siano diventati “una lingua mostra”.

Giulio Frigo
Non sono interessato ai simboli in quanto “indicatori di appartenenza”. Mi interessa piuttosto la loro capacità di evocare una relazione tra un oggetto concreto e un’immagine mentale. Credo, però, che in questo caso sia più appropriato parlare di archetipi.
Alessandro Piangiamore

Quindi la speculazione intellettuale si è tradotta in una mostra a quattro.
Quattro autopresentazioni per quattro lavori.

Alessandro Piangiamore 
Dammahum, 2008, collage da stampa lambda, cm 40x40 circa.
Concepisco il mio lavoro come una sorta di ipertesto, nel quale ogni elemento è connesso a una molteplicità di altri, creando una fitta rete di rimandi tra i singoli lavori, in un costante gioco di referenze incrociate. Allo stesso tempo ogni lavoro mantiene un'autonomia formale e concettuale, che gli permette di avere una vita propria.
Untitled è un collage, le cui parti provengono dalla stessa immagine. Si tratta di un paesaggio diviso in due in corrispondenza della linea di demarcazione tra cielo e terra. Le due parti in questo caso sono sovrapposte in maniera da creare una sorta di ridondanza all'interno dell'immagine stessa.
Il lavoro nasce come riflessione sull'idea classica di paesaggio e sulle implicazioni che quest'ultimo ha con la tradizione pittorica nella storia dell'arte, passando dal figurativismo all'astrattismo.  

Francesco Barocco 
Esagramma, 2008, ottone, cm 67 x 55 x 55. / "Senza titolo", 2008 , acquaforte, cm 36 x 26. 
L'opera, attraverso l’alternarsi delle sue linee intere e spezzate, traduce tridimensionalmente quattro sentenze (esagrammi) dell'I-Ching, l’antichissimo Libro dei Mutamenti cinese. Quella che in apparenza potrebbe sembrare una scultura di memoria minimalista vuole, al contrario, essere una struttura che racchiude e restituisce uno spazio magico. Il lavoro dialoga con un’incisione, anch’essa di lettura non immediata; l’installazione nel suo complesso, allude a una dimensione spazio-temporale sincronica, propria dell’oracolo, che nella sua inattualità è in fine decisamente contemporanea. 

Loredana Di Lillo 
Another Vision, 2009, collage su carta, 42,8x32,7 cm / Paper Cuts, 2009, collage e spray su carta, cm 52x37 / Hole, 2009, tecnica mista e vetro tagliato, cm 36,5x26 / The Face of the Moon, 2009, collage e spray su carta, cm 43x37 / You  Make Plans, We Make History, 2009, stampa su carta, cm 98x68,6 / Continuities, 2009, disegno su carta, cm 41x30,8 / Animal Shadows, 2009, collage su carta, cm 72x52 / Black Circles, 2009, collage e sparkle glitter su carta, cm 25,8x20,2 / Cosmogonia Sculture, 2009, collage su carta, cm 63x47,5 / Jynweythek ylow, 2009, tecnica mista, cm 101,5x71

Alludere a una sensazione di tempo, che non può essere né mostrata né presentata, è stata prerogativa di molti artisti e filosofi, da Kant a Hegel, da Giotto a molti altri a noi più vicini. Lo stesso Barnett Newman ne
parla in uno scritto incompiuto del 1949, intitolato “Prologue for the new Esthetic” dove lui stesso ammette di non essere interessato a un problema formale o spaziale, quanto di una condizione del tempo che è sconosciuta alla nostra coscienza.Un’ora che non può rientrare dentro le categorie del passato o del presente, ma è piuttosto uno scarto fatto per destituire e smantellare ciò che non riusciamo a pensare.
Il lavoro studia questo rapporto, nasce prevalentemente da pagine ritrovate fatte di paesaggi o ritratti ricostruiti, assemblate secondo un ordine costante dello spazio del tempo.
L’opera prevede l’installazione di otto cornici di differenti dimensioni collocate in ordine decrescente.   

Giulio Frigo  
"The center is everywhere, the circumference nowhere", 2009, filo viola.
Fin dalle epoche più remote si formarono nella mente degli uomini alcuni concetti geometrici, che nacquero spontaneamente dall'esame degli oggetti di cui essi erano circondati; esame reso più acuto dalle necessità di soddisfare a certe esigenze primitive della vita. Sorse allora la geometria nel senso etimologico della parola, che deriva dal greco e significa misura della terra. Ma, maturatosi a poco a poco il pensiero, trasformatesi le concezioni concrete in astratte, scoperta da una mirabile armonia nelle cose dell'Universo, si sentì fortemente il bisogno di liberarsi dalle cognizioni che provenivano dalla semplice esperienza e si cercò di comprendere e scoprire la verità attraverso il ragionamento.
Ebbe così origine la geometria razionale. 
Se gli uomini concepiscono come reale un'idea, tale concezione diventa reale nelle sue conseguenze.  
Pensa a una sfera... 


Il titolo della mostra
Let’s forget about today until tomorrow

E’ stato scelto dagli artisti perchè ascoltandolo, nella sua apparente leggerezza, e’ sembrato produrre invece un vero e proprio cortocircuito linguistico che sospende il tempo.

Se ci si pensa, ci si sveglia e si vive sempre “oggi”. Domani e ieri sono astrazioni irraggiungibili a livello esperienziale. Dimenticarsi di oggi fino domani, in questo senso, equivale a fare uno scacco matto al tempo cronologico per suggerire invece l’inattualità dell’attimo, il quale, in moltissime filosofie è l’equivalente dell’eterno, cioè l’opposto del tempo. Inattuale significa non conforme al tempo.
Giulio Frigo

Inaugurazione Mercoledì 28 Gennaio 2009, ore 19

Brown Project Space
via Eustachi 3, Milano
Orari: dal martedì al sabato, dalle 16.00 alle 19.00
Ingresso libero

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