Galleria Civica
Modena
corso Canalgrande, 103 (Palazzo Santa Margherita e Palazzina dei Giardini)
059 206911, 059 2032940 FAX 059 206932
WEB
Tre mostre
dal 31/1/2009 al 25/4/2009
mart - ven 10.30-13, 15-18 sab, dom e festivi 10.30-18, lun 13 aprile apertura straordinaria 10.30-18

Segnalato da

Studio Pesci




 
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31/1/2009

Tre mostre

Galleria Civica, Modena

C'era una volta un anello e' una mostra di gioielli di Gabi Dziuba, presentati da Christian Philipp Muller, che trasforma lo spazio espositivo in un'immaginaria ambientazione per cercatori d'oro. Una ventina di gioielli e un'installazione dal sapore fiabesco raccontano di cappelli a cilindro, stivali e borchie impresse al vin rouge de France. Mark Dion presenta 5 torrette d'appostamento e una selezione di disegni preparatori per un progetto dedicato alla caccia, intesa come una pratica, o una tradizione, che puo' essere letta sia come prassi culturale che come attivita' appassionata, controversa e tradizionalmente ricca. Nell'Area Progetto l'installazione di Valerio Berruti dal titolo "E piu' non dimandare".


comunicato stampa

C'era una volta un anello
A cura di Cornelia Lauf

Corone, spade, anelli a sigillo e uccelli che brillano: ha il sapore di una favola la mostra di gioielli di Gabi Dziuba che insieme a Christian Philipp Müller trasforma lo spazio espositivo della Galleria Civica di Modena in una immaginaria ambientazione per cercatori d'oro. Una ventina di gioielli e un'installazione dal sapore fiabesco raccontano di cappelli a cilindro, stivali e borchie impresse al vin rouge de France. Inaugurerà domenica 1 febbraio 2009 alle ore 12.00 nelle Sale Superiori di Palazzo Santa Margherita, in corso Canalgrande 103 a Modena, la mostra C'era una volta un anello... Gioielli di Gabi Dziuba presentati da Christian Philipp Müller. Organizzata e prodotta dalla Galleria Civica di Modena e dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, la mostra è curata da Cornelia Lauf.

Gabi Dziuba, artista tedesca che vive e lavora a Monaco, presenta in questa occasione una selezione di pezzi originali in oro, argento e pietre preziose, la metà dei quali realizzati in collaborazione con alcuni dei più importanti artisti della scena contemporanea tedesca fra cui Martin Kippenberger, Heimo Zobernig, Hans-Jörg Mayer e Günther Förg. Mentre non è possibile collocare con precisione Gabi Dziuba in una corrente o movimento specifico, si può comunque affermare che l'artista ha spesso creato gioielli anticipando stili e mode poi confluiti nello street style come nella haute couture del gioiello. In questo caso propone una piccola ma significativa retrospettiva del suo lavoro e offre un'originale indagine sul confine fra arte e artigianato.

Uno degli obiettivi della mostra è quello di mettere in luce e in discussione i rapporti tra pratiche artistiche diverse; si aprono domande quali: fino a che punto il gioiello è frutto del lavoro artigianale? Come dialogano tra loro l'artista che progetta e quello che realizza? La Galleria Civica di Modena ripropone una commistione tra autorialità che era già stata protagonista della mostra di Runa Islam "allestita" da Tobias Putrih (gennaio-marzo 2008). I gioielli esposti in vetrine apposite dialogheranno con l'installazione ideata dall'artista Christian Philipp Müller, autore fra l'altro della grafica del catalogo.

I pezzi selezionati per la mostra ripercorrono, in un certo senso, la storia della produzione artistica di Gabi Dziuba, che ha creato gioielli dal sapore antico ma sempre profondamente umoristico, qualche volta anche ironico: diventano monili preziosi un cappello a cilindro o la chiave di un ipotetico maniero, un boccale da birra, un ciondolo di brillanti con la scritta Scheisse (merda) o l'anello con il pugno chiuso in argento e ametista del 2008. Come a dire che la fiaba può essere vista come una moneta: testa o croce, una faccia poetica e divertente, l'altra oscura fino a farsi dark e ad accogliere lo spirito punk.

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Mark Dion

Collezionista, ricercatore, catalogatore di ciò che ha raccolto, cacciatore o avventuriero l'uomo è sempre stato attratto dalla natura. Vincitore o vinto la rispetta e la viola, la studia e la altera. Ma in ogni caso, la conosce. O così desidera. Mark Dion. Concerning Hunting non è una mostra per giovani marmotte, come sembra suggerire nel suo saggio in catalogo Jacob Wamberg. E' un lavoro che esprime tutto il fascino esercitato dalla caccia sull'artista americano Mark Dion. Al di là delle contraddizioni di cui è portatrice, la caccia interessa a Dion per la sensibilità del cacciatore e la profonda conoscenza che ha della natura. Fatto che risulta con evidenza paradossale proprio anche in relazione alla morte degli animali. Dopo il Kunstraum Dornbirn (Austria, aprile 2008), l'Aarhus Kunstbygning (Danimarca, giugno 2008) e prima di proseguire la sua circuitazione internazionale alla Herbert-Gerisch Stiftung Neumünster (Germania, maggio 2009), e alla Kunsthalle Krems (Austria, novembre 2009), inaugura domenica 1 febbraio 2009 alle ore 12.00 a Palazzo Santa Margherita, in Corso Canalgrande 103 a Modena, la mostra Mark Dion. Concerning Hunting, a cura di Verena Gamper e Dieter Buchhart.

Organizzata e prodotta dalla Galleria Civica di Modena e dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, la rassegna è una delle cinque tappe di un percorso espositivo che si adatta e si modifica in base alle condizioni di ciascuna istituzione ospitante. Ciò consente uno sviluppo appassionante del progetto, che può generare e declinare nuove opere e nuove installazioni.

Con questa rassegna la Galleria Civica di Modena presenta il lavoro di un artista con la natura nel mirino. Cinque torrette d'appostamento e una selezione di disegni preparatori per un progetto dedicato alla caccia, intesa come una pratica, o una tradizione, che può essere letta sia come prassi culturale che come "attività appassionata, controversa e tradizionalmente ricca". Il cacciatore-dandy s'affaccerà dalla postazione di tiro The Dandy-Rococo (2008). Arredata con sfarzo, con specchi, suppellettili eleganti, vasellame in argento e un prezioso lampadario, somiglia a un nobile casino di caccia. Il cacciatore-bibliotecario, avrà invece sistemato la sua torretta, The Librarian (2008), con attenzione maniacale: scaffali pieni di libri, una poltroncina, oggetti ed attrezzi appesi ordinatamente al muro e alle pareti; il cacciatore-ingordo - che spara (e uccide) con il fine ultimo del cibo - presenterà al visitatore una tavola apparecchiata, salumi e selvaggina appesi al soffitto nella postazione di tiro The Glutton (2008), mentre il cacciatore-sciatto, The Slob (2008) avrà appeso qua e là manifesti con immagini di nudo e mescolato alle sue cose in disordine riviste pornosoft. Per finire The Ruin (2008), una torretta d'avvistamento crollata a terra, dove tutto è abbandonato e in frantumi. "Nei diversi capanni di caccia e nelle postazioni di tiro rialzate - scrive Verena Gamper - i visitatori possono rivivere lo sguardo dei cacciatori verso la natura e soffermarsi inoltre in questi interni attrezzati e fastosi. Al centro del contrasto artistico di Dion non c'è più solo la natura ma la caccia come rapporto culturale con essa".

Completano la mostra 6 stendardi in feltro che ritraggono animali-prede - un coniglio impallinato, Hunting Standard (Rabbit), (2005), un cervo ferito dalle frecce Hunting Standard (Stag), (2005), una volpe catturata, Hunting Standard (Fox), un cinghiale con la testa mozzata, Hunting Standard (Boar) (2005) - orsi-ornamento in uno stemma, Hunting Standard (Bears) (2005) e armi, Hunting Standard (Rifle) (2005). Sarà inoltre esposta l'opera dal titolo Men and Game, proveniente dal Musée de la Chasse et de la Nature, Chambord, una serie di circa cento fotografie di diverse provenienze ed epoche, ognuna di differente formato e cornice, allestite insieme in una grande installazione a parete. Essa è frutto dell'attività di collezionista di Mark Dion che negli anni ha raccolto e accorpato materiale fotografico con scene di caccia, cacciatori con prede: una documentazione delle più disparate esperienze intorno all'attività della caccia e incentrate sulla figura protagonista del cacciatore.

"Da più di venti anni - continua Verena Gamper - animali imbalsamati, espositori in vetro straripanti e tavoli scientifici appartengono al repertorio visivo dell'artista americano Mark Dion. Tutto il suo lavoro è dedicato al fascino della natura che trasforma l'uomo in collezionista, in ricercatore e in avventuriero. Le installazioni, gli interventi, le rappresentazioni e le fotografie dell'artista appaiono soprattutto come una critica al rapporto distratto e crudele che spesso gli uomini hanno con la natura; tuttavia per lui il suo lavoro è essenzialmente la comprensione del concetto complesso di natura e società che si nasconde dietro le diverse forme che ha acquisito. (...) La rappresentazione della natura e il rapporto con essa sono lo specchio della società e dei suoi bisogni".

La mostra, che resterà allestita fino al prossimo 26 aprile, sarà accompagnata da un catalogo bilingue, pp. 164, edito dalla casa editrice tedesca Hatje Cantz, con un ricco repertorio di immagini delle opere presentate, testi critici di Dieter Buchhart, Verena Gamper, Martin Henatsch, Angela Vettese, Jacob Wamberg.

La rassegna è il risultato di una collaborazione internazionale fra Danimarca, Austria, Germania, Italia ed è stata curata dal Direttore della Kunsthalle Krems, Dieter Buchhart e da Verena Gamper. Fra i numerosi prestatori che con la loro disponibilità hanno reso possibile la riuscita del progetto, Georg Kargl Fine Arts Vienna, Galerie In SITU, Fabienne Leclerc, Parigi, Musée de la Chasse et de la Nature, Parigi, e collezionisti privati. Fattivo sostegno anche da Tanya Bonakdar Gallery di New York, Galleria Emi Fontana, Milano, Galerie Christian Nagel, Colonia, Städtische Galerie, Nordhom, Collezione Grässlin, St. Georgen e Kunst im öffentlichen Raum Niederösterreich.

Note Biografiche

Mark Dion (New Bedford, Massachusetts, 1961) vive e lavora tra New York e Beach Lake, Pennsylvania. Si è laureato presso la School of Visual Arts di New York nel 1984, ha concluso nel 1985 un corso di studi al Whitney Independent Study Program, sempre a New York, e nel 2003 alla University of Hartford School of Art, ad Hartford, Connecticut. Il suo lavoro si esprime attraverso diverse tecniche: disegno, fotografia e installazioni. Ha partecipato a numerose mostre personali e collettive in Europa e negli Stati Uniti. Fra le personali si ricorda: Mark Dion, The Octagon Room, Tanya Bonakdar Gallery, New York (2008), Mark Dion: travel of William Bartram - Reconsidered, Bartram's Garden, Philadelphia, Pennsylvania (2008), Mark Dion, Systema Metropolis, The Natural History Museum London (2007), Bureau of the Centre for the Study of Surrealismand its Legacy, The Manchester Museum, (2005), Salon de Chasse, Musée de la Chasse et de la Nature, Chȃteau de Chambord (2005), Project 82, Mark Dion - Rescue Archaeology, The Museum of Modern Art, New York (2004). Fra le collettive ricordiamo: Selective Knowledge, Institute for Contemporary Arts, Atene, (2008), Comme des bȇtes. Ours, chat, cochon & Cie, Musée Cantonal des Beaux Arts, Losanna (2008), Folkestone Triennial - Tales of Time and Space, Biennale of Sidney (2008), Idylle, National Gallery, Praga (2007), Drawing as Process in Contemporary Art, Smart Museum of Art, The University of Chicago (2006), Cryptozoology, Bates University Museum, Lewiston, Maine (2006).

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Valerio Berruti

Inaugurerà domenica 1 febbraio 2009 alle ore 12,00 a Palazzo Santa Margherita, in corso Canalgrande 103 a Modena, l'installazione di Valerio Berruti dal titolo E più non dimandare, primo appuntamento della nuova edizione di Area Progetto, iniziativa dedicata alla creatività giovanile emergente promossa dalla Galleria Civica di Modena diretta da Angela Vettese, in collaborazione con l'Ufficio Giovani d'Arte del Comune di Modena, a cura di Silvia Ferrari, Serena Goldoni e Ornella Corradini. A partire da quest'anno, grazie alla collaborazione con il GAI, Associazione per il Circuito Giovani <http://gai.informadove.it/> Artisti Italiani, sarà estesa a tutto il territorio nazionale. Valerio Berruti è stato proposto per la selezione dal Centro di Documentazione Arti Visive della città di Torino.

Nella zona del piano ammezzato del Palazzo centinaia di opere su carta allestite a parete rivestono tutti gli spazi disponibili, adattati e in un certo senso ritagliati sul profilo delle scale, intorno ai corrimani, e lungo il perimetro del ballatoio, come un grande affresco che ricopre tutte le superfici, come se si trattasse di una tappezzeria. Questi disegni, della dimensione di 40 x 60 cm, rappresentano singoli fotogrammi che ripresi in sequenza danno vita alla videoanimazione E più non dimandare della durata di un minuto e 15 secondi che sarà trasmessa in loop nello spazio dell'ammezzato. Protagonista dei disegni una bambina che si muove leggera e innocente di fronte ai piccoli ostacoli di una quotidianità tutta da sperimentare in cui si troverà a dover ostinatamente tacere le proprie domande e a scoprire la magia della sorpresa. Il titolo della videoanimazione, E più non dimandare, fa riferimento alla frase che Virgilio ripete tre volte a Dante nel quinto Canto della Divina commedia, a seguito di domande alle quali non può dare risposta.

Il progetto per l'allestimento è concepito per offrire ai visitatori molteplici livelli di lettura e di interazione fra codici espressivi differenti: da una parte i disegni-fotogrammi, dalll'altra il video. L'idea nasce dall'esigenza quasi didattica di coinvolgere lo spettatore nel processo creativo di un'animazione, rendendo così esplicito il grande lavoro che essa richiede, accompagnandolo nel percorso visivo. La mostra sarà allestita e visibile al pubblico fino al prossimo 15 marzo nei seguenti orari: dal martedì al venerdì dalle 10,30 alle 13,00 e dalle 15,00 alle 18,00, il sabato, la domenica e i festivi dalle 10,30 alle 18 con orario continuato. Lunedì chiuso. L'ingresso è gratuito.

Note biografiche

Valerio Berruti è nato ad Alba, in Piemonte, nel 1977. Laureato in Critica dell'Arte al DAMS di Torino, vive e lavora a Verduno (Cuneo) in una chiesa sconsacrata. Fin dalle prime esposizioni personali e collettive Berruti crea immagini essenziali, che ripensano i temi degli affetti, della quotidianità e dei legami familiari. Nel 2003 partecipa a Gemine Muse con un'installazione nel Museo d'Arte Antica di Torino; nel 2004 vince il Premio Celeste nella categoria "artista affermato" e il Premio Pagine Bianche della Regione Piemonte, mentre nel 2005 viene selezionato dall'International Studio and curatorial Program di New York come unico artista italiano; nello stesso anno allestisce la mostra Golgota alla Esso Gallery di Chelsea (New York). Nel 2006 realizza l'installazione Se ci fosse la luna per Palazzo Bricherasio a Torino che presenta l'anno successivo sulla facciata di Palazzo Re Enzo in piazza Maggiore a Bologna. Nel 2007 partecipa alla mostra collettiva Uniforms and costumes presso l'Herzliya Museum of Contemporary Art in Israele e al 48' October Salon di Belgrado. Tra gli eventi internazionali del 2008 ricordiamo la mostra personale Magnificat alla Keumsan Gallery di Seul, la selezione al Biennial of Young Artists from Europe and Mediterranean, XII edition e la collettiva Detour, presso il Centre Pompidou di Parigi.

Area Progetto: prossimi appuntamenti

Nel corso dell'anno si alterneranno le proposte artistiche di Alessio Bogani, (Modena), Ana Maria Bresciani Arenas, (Padova), Vania Comoretti, (Udine), Giacomo Ceccagno, (Padova), Martina Dinato, (Padova), Giovanni Lami, (Ravenna), Jebe - Adriana Jebeleanu, (Modena).

E' inoltre disponibile presso il bookshop di Palazzo Santa Margherita il catalogo Area Progetto 2005/2008. Giovani Artisti alla Galleria Civica di Modena, che presenta il lavoro dei diciotto giovani artisti modenesi protagonisti, fra il 2005 e il 2008, dell''iniziativa. Invitati a presentare progetti pensati appositamente per la zona di accesso di Palazzo Santa Margherita, gli artisti si sono misurati con lo spazio architettonico, sperimentando linguaggi, tecniche e orchestrazioni spaziali diverse. In catalogo circa 160 pagine a colori, testi critici sui singoli artisti e ampie sezioni dedicate con le immagini relative ai progetti. Il volume è in vendita a € 10,00.

Ufficio stampa
Studio Pesci, Bologna
Tel. +39 051 269267
info@studiopesci.it

Ufficio Stampa Galleria Civica di Modena
Tel. +39 059 203 2883
galcivmo@comune.modena.it

Inaugurazione domenica 1 febbraio 2009 ore 12

Galleria Civica di Modena
Sale Superiori di Palazzo Santa Margherita
Corso Canalgrande 103, Modena
Orari: da martedì a venerdì 10.30 – 13 | 15 - 18
sabato, domenica e festivi 10.30 - 18
lunedì chiuso
lunedì 13 aprile apertura straordinaria 10.30 – 18
ingresso libero

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Daniel Spoerri
dal 9/10/2015 al 30/1/2016

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