Il corpo principale della mostra e' costituito dalle opere su carta. Protagonisti i "Ninots" (pupazzi), una sorta di elemento chiave, il motivo conduttore, del suo immaginario visivo. Parallelamente all'attivita' cinematografica infatti, Luna realizza installazioni, performance e video.
a cura di Luca Beatrice
Nato a Barcellona nel 1946, Juan José Bigas Luna è considerato uno dei più importanti autori del cinema spagnolo.
Dopo essersi occupato di giornalismo e di letteratura erotica, dall'inizio degli anni sessanta “scopre” l’arte concettuale e il video, quindi successivamente il disegno e la pittura. Nel suo caso si può parlare non solo di passione, ma di un vero e proprio percorso parallelo nelle arti visive, come testimoniano le numerose mostre in musei e gallerie, le installazioni, le performance, i video.
E’ nota a tutti la sua carriera di regista. Bigas Luna esordisce nel cinema nel 1978 con “La chiamavano Bilbao” dove già emergono tematiche a lui care, come feticismo, monomania, erotismo.
Il suo capolavoro è “Le età di Lulù” , tratto dall’omonimo romanzo “scandalo” di Almudena Grandes (1990), mentre è del 1992 la pellicola che gli conferisce notorietà e fama internazionale, “Prosciutto Prosciutto”, con Anna Galiena, Penélope Cruz e Stefania Sandrelli, vincitrice del Leone d’Argento alla Mostra del Cinema di Venezia.
Altri successi, “Uova d'oro”, (1993) con Alessandro Gassman, “La Teta y la Luna” (1994) e “Bambola” con una conturbante Valeria Marini (1996).
Il suo cinema visionario, barocco e iperrealista, gli ha fornito un importante bagaglio di immagini e suggestioni convogliate poi nell’arte visiva. Bigas Luna prosegue in quella tradizione folle e geniale della cultura spagnola che ha tra i capostipiti Luis Buñuel e Salvador Dalì. In ogni caso, da quando ha “scoperto” l’arte contemporanea Luna ha messo insieme progetti articolati e complessi, come testimonia “Ingestum”, l’antologica realizzata nel 2008 all’IVAM di Valencia, uno dei musei spagnoli più importanti.
Bigas Luna torna in Italia con l’esposizione più completa finora realizzata, che comprende tutti i linguaggi dai lui utilizzati, in un progetto concepito appositamente per Marena Rooms Gallery di Torino. Il corpo principale della mostra è costituito dalle opere su carta. Protagonisti i “Ninots” (pupazzi, da cui il titolo), una sorta di elemento chiave, il motivo conduttore, del suo immaginario visivo. Bigas Luna utilizza qualsiasi foglio per tratteggiare questi strani personaggi, un po’ come faceva il pittore tedesco Martin Kippenberger nei disegni delle stanze d’hotel. Pupazzi dal timbro surrealista, vengono fuori dallo strano pennello “vegetale” di Bigas Luna (il gambo di un cipollotto) seguendo una sorta di automatismo psichico. Accanto all’immagine compare la scrittura, frasi tronche, appunti, pensieri, idee.
Un altro mezzo tipico è quello del video, che pur conservando la struttura del cinema, si propone di evidenziare un solo concetto ed esperirlo nella brevità del linguaggio. Marena Rooms Gallery presenta i quattro lavori video più conosciuti di Bigas Luna: “Mamador Molar”, “Collar de Moscas”, quasi una citazione da Bunuel, “Allattatrices” e “Virgen Lactatio”, duplice versione, pagana e religiosa, del nutrimento dal seno materno, vera e propria ossessione nella poetica luniana.
I video sono accompagnati da quattro fotografie di grande formato della serie “Personatges” e da un’installazione che riprende “La mesa de l’ultima cena”. Il rapporto tra cibo, corpo, cultura e creatività è infatti un altro punto focale per il regista catalano, che ci invita a considerare tutti i sensi della nostra percezione. Sollecitando l’aspetto rituale della conoscenza, si potrebbe infine dire che quella di Bigas Luna è un’arte dove lo sguardo serve per gustare e la bocca per conoscere.
Catalogo Silvana Editoriale
Inaugurazione: giovedì 5 febbraio 2009, ore 19 - 21
Marena Rooms Gallery Contemporary Art
Via dei Mille, 38 - Torino
Ingresso libero