Romberg artecontemporanea
Roma
piazza de' Ricci, 127
06 68806377
WEB
Graziano Pompili
dal 13/2/2009 al 21/3/2009
mart-sab 14-19:30 (lunedi e mattine solo su appuntamento)

Segnalato da

Romberg




 
calendario eventi  :: 




13/2/2009

Graziano Pompili

Romberg artecontemporanea, Roma

Scultore rigoroso e metodico, Pompili porta a Roma gli esiti di una lunga ricerca attorno ai suoi temi prediletti. Da sempre concentrato sulla metafisica degli archetipi, in modo particolare sulla cultura plastica che dalla palafitta conduce alla domus, l'artista ci trascina in un mondo abitabile che agisce sulla nostra memoria e sui nostri mondi morali.


comunicato stampa

a cura di Italo Bergantini e Gianluca Marziani

Le terramare erano antichi villaggi in legno su palafitte, costruite secondo una forma quadrangolare. Venivano edificate su terraferma ma in vicinanza di un corso d'acqua, con strade che si intersecavano ad angolo retto, in modo da ricreare un insediamento fortificato. Le terramare erano diffuse nella pianura padana (specialmente lungo il corso del Panaro, tra Modena e Bologna) e nel resto d'Europa. La civiltà legata a questi insediamenti si sviluppò nell'età del bronzo medio e recente, tra il XVII e il XIII secolo a.C..

Pompili è cresciuto nei territori silenti e distesi della pianura padana. Pompili ha un forte legame con l’archeologia, una delle sue più accese passioni. Terramare segna l’incrocio maturo tra un luogo fisico e mentale (la pianura padana), una tensione intellettuale (l’archeologia) e le attitudini plastiche di un percorso creativo senza dispersioni (la scultura).

La mostra diventa un percorso di avvicinamento e sintesi, un viaggio ideale negli archetipi che caratterizzano l’artista. Nelle stanze sotterranee vedremo, da una parte, una capanna di legno dorato, alta circa due metri e quindi agibile; dall’altra una grande lamiera, bianca e nera, con una sorta di costruzione palafitticola. Nella parte nobile della galleria toccherà, infine, ad alcune sculture in marmo bianco (bianco di Paros e statuario di Carrara) e ad altre in basalto o granito nero.

Trovarsi di fronte ad una piazza storica ha un significato particolare per le evocazioni e i contenuti scenografici che il luogo esprime. La palafitta (come archetipo nel lavoro di Pompili) impone la sua centralità totemica e il suo sviluppo verticale, somigliando ad un tronco che sostiene l’ingegno costruttivo degli uomini. La piazza e la palafitta hanno davvero una simile centralità tolemaica, come se fossero un punto energetico attorno a cui girano le strade, le azioni, le storie individuali e collettive. Da qui emerge l’altra imprescindibile qualità dell’artista, ovvero, saper inventare la visione di un domani antropologico attraverso gli strumenti essenziali delle civiltà lontane. Le palafitte, le capanne o le case scultoree sono la dimostrazione di una coerenza morale che unisce le abilità tecniche (non dimentichiamo che la scultura pesante è ancora un mestiere per pochi eletti) alla sintesi estetica di una metafora comprensibile.

La casa come elemento centrale di aggregazione e crescita, la natura come diapason e linfa elementare che alimenta i valori morali, le fondamenta come certezza delle radici e necessaria persistenza della memoria. Graziano Pompili fonde questi tre elementi in una poetica del controllo gestuale, della forza che diventa sintesi, del contrasto risolto. Natura e artificio, attraverso la potenza scultorea, usano lo stesso linguaggio e alimentano una visione ideale del domani.

Inaugurazione 14 febbraio 2009 ore 17

Romber Arte Contemporanea
Piazza De' Ricci 127, Roma
orario: da martedì a sabato 14-19:30 (lunedì e mattine solo su appuntamento)
ingresso libero

IN ARCHIVIO [19]
Guido Pecci
dal 24/5/2010 al 25/6/2010

Attiva la tua LINEA DIRETTA con questa sede