Triennale Bovisa
Milano
via Lambruschini, 31
02 36577801, 02 724341 FAX 02 89010693
WEB
Hsiao Chin
dal 15/2/2009 al 4/4/2009
martedi' - domenica 10.30-20.30, tutti i giovedi' fino alle 23

Segnalato da

Antonella La Seta



approfondimenti

Hsiao Chin
Maurizio Vanni



 
calendario eventi  :: 




15/2/2009

Hsiao Chin

Triennale Bovisa, Milano

Viaggio in-finito 1955-2008. Un'ampia antologica dell'artista cinese di cui sono documentati 53 anni di attivita' attraverso una selezione di oltre 100 dipinti a olio o acrilico su tela, fra i quali molti inediti. La pittura di Hsiao Chin si pone come mediazione tra l'Occidente e le filosofie orientali, mettendo in dialogo l'estetica dell'arte occidentale con quella della cultura d'origine dell'artista. L'allestimento segue un criterio cronologico suddiviso in 9 periodi. A cura di Maurizio Vanni.


comunicato stampa

A cura di Maurizio Vanni

La Triennale di Milano in collaborazione con la Fondazione Marconi presenta un’ampia antologica dell’artista cinese Hsiao Chin, di cui sono documentati 53 anni di attività attraverso una selezione di oltre 100 dipinti a olio o acrilico su tela, fra i quali molti inediti mai esposti in precedenza.
La pittura di Hsiao Chin si pone come mediazione tra l'Occidente e le filosofie orientali, mettendo in dialogo l’estetica dell’arte occidentale con quella della cultura d’origine dell’artista.

L’allestimento segue un criterio cronologico e presenta opere esemplari di tutto il percorso artistico di Hsiao Chin, suddivise in nove periodi, che permettono di capire la sua costante evoluzione e i suoi riferimenti culturali, filosofici ed esistenziali:
1955-58 periodo di studio;
1958-63 periodo taoista, caratterizzato dalla riflessione sulla filosofia taoista e dalla ricerca di una perfetta armonia con la Natura;
1964-67 periodo di ricerca sul Mandala tibetano;
1970-73 periodo dell’Hard Edge, che segna un deciso cambiamento artistico ed esistenziale;
1974-80 periodo Ch’an (Zen), in cui l’artista si riavvicina alle filosofie orientali e approfondisce la conoscenza del Buddismo Zen;
1981-89 periodo Qi, in cui si dedica allo studio per aumentare l’energia vitale e il Qi;
1989-90 periodo della tragedia di Tienanmen, un momento drammatico contraddistinto dalla reazione alla strage e ai soprusi di Tienanmen;
1991-95 periodo della Grande Soglia, che può essere considerato come il momento della rinascita in seguito al dramma personale per la scomparsa della figlia Samantha e il superamento della Grande Soglia per arrivare a indagare le dimensioni dell’universo;
1996-2008 periodo delle indagini dimensionali, momento di ricerca intriso di una intensa spiritualità.

Nato a Shangai nel 1935, Hsiao Chin è figlio del musicologo Hsiao Xue-peng, fondatore del Conservatorio Nazionale di Musica di Shangai. A quattordici anni lascia la Cina per Taiwan.
A partire dalla fine degli anni cinquanta, nelle sue opere intreccia motivi culturali orientali, mutuati dalla cultura Tao e Zen, e occidentali, in particolare dopo i suoi viaggi in Europa e negli Stati Uniti dove ha modo di confrontarsi con l’ambiente artistico del periodo.
Le opere che vanno dal 1951 al 1956 sono caratterizzate dall’influenza dei Fauves, in particolare Matisse, Cezanne e Gauguin, la cui pittura viene però contaminata da riferimenti iconografici orientali come il calligrafismo, gli ideogrammi e l’impiego di colori tipici dei costumi del teatro popolare cinese.
Nell’impiego degli ideogrammi, il segno viene separato dal suo significato convenzionale e mentre in alcune opere il rapporto verbale e visivo è più immediato, in altre le forme allusive che richiamano la scrittura aumentano l’alone di indeterminatezza dell’opera. Nel 1955 Hsiao Chin fonda il gruppo Ton-Fan, che ha un ruolo decisivo nel contesto artistico cinese perché vi introduce i fermenti della pittura astratta.
Nel 1956 ottiene una borsa di studio dal governo spagnolo e si reca a Madrid e Barcellona, dove conosce Tàpies.
A 21 anni l’artista arriva in Europa non con la volontà di frequentare istituti d’arte o accademie ma con il desiderio di lavorare direttamente fianco a fianco con grandi artisti per poter ampliare il proprio bagaglio culturale e le proprie potenzialità espressive.
L’artista si avvicina così all’Informale e approfondisce lo studio di luce, colore, superficie, materia e tratto. Alterna opere materiche caratterizzate da un’esecuzione veloce e casuale con altre in cui ricorrono figure geometriche.
Nel 1959 si stabilisce a Milano, dove frequenta Lucio Fontana, Roberto Crippa, Piero Manzoni, Enrico Castellani. È un momento importante per la sua vita e per la sua carriera, che corrisponde all’inizio della lunga collaborazione con il gallerista Giorgio Marconi, alla conoscenza di tanti artisti internazionali, alla fondazione del Movimento Internazionale Punto, basato sulla trascendenza della vita terrena a vantaggio di un’esistenza più profonda, meditative e spirituale.
L’adozione dello stile corsivo della calligrafia cinese fa la sua comparsa nelle opere del 1961, insieme con l’impiego di superfici dove domina il bianco.
Le opere realizzate tra il 1958 e il 1963 risentono degli insegnamenti taoisti e dall’idea di armonia universale che lega tutti i livelli del cosmo, Cielo, Terra e Uomo.
Di grande importanza per l’artista la visita a New York nel 1967, dove rimane fino al 1971 e incontra Mark Rothko, Willelm de Kooning, Robert Rauschenberg e Roy Lichtenstein.
Nelle opere di questo periodo compaiono grandi cerchi, isolati o in gruppo, intorno ai quali si sviluppano strutture geometriche simmetriche. Il cerchio ha un significato simbolico e spirituale, rappresenta l’universo e l’origine di tutte le cose. Il colore non è più steso in modo uniforme, ma viene interrotto da altri colori.
Le tele realizzate tra il 1967 e il 1972 costituiscono la “serie solare”. La rappresentazione del sole ha un’importanza primaria in Hsiao Chin e si unisce ad altri elementi di ispirazione naturalistica, come il cielo, la cascata, il vento, la pioggia.
Questo tema ricomparirà in seguito nella serie La nascita del nuovo mondo e, negli ultimi anni, in ampie tele nelle quali l’artista trae ispirazione da grandiosi eventi cosmici.
Dal 1974 l’artista si riavvicina alle filosofie orientali, in particolare approfondisce lo studio del Buddismo Zen.
Verso il 1975 le linee sinuose e fluttuanti caratteristiche delle opere degli anni sessanta vengono abbandonate in favore di contrasti netti tra le superfici e l’uso di colori caldi e freddi.
Un ciclo di opere sviluppato dal 1989 al 1990 riflette invece la tensione del clima politico e culturale conseguente ai drammatici fatti di piazza Tienanmen, che colpiscono profondamente l’artista.

A partire dalla metà degli anni novanta, la serie La nascita del nuovo mondo ha per soggetto cerchi e quadrati accostati, figure simboliche che la cosmologia cinese associa al Cielo e alla Terra, al principio attivo e a quello passivo. Queste opere si distinguono per l’impiego di una ricca gamma cromatica e un approccio gestuale alla tela.
Nella sua produzione più recente l’artista approfondisce la ricerca introspettiva.
Scaturiscono forme geometriche, sfere e ellissi, costruite attraverso centri concentrici e attraversate da schizzi di colore.
Tutta l’opera di Hsiao Chin è caratterizzata da un costante mutamento, può essere considerata un’esplorazione, un viaggio, nel tentativo di tramutare in arte il flusso della natura attraverso la sintesi di Oriente e Occidente e la conciliazione degli opposti: colori caldi e freddi, spazi vuoti e pieni, forme rigide e flessuose, simmetrie e asimmetrie.

Immagine: Sole - 3 1964 Inchiostri e acrilici su tela 100 x 130 cm

Catalogo Carlo Cambi Editore

L’Esposizione è il frutto di una collaborazione tra la Fondazione La Triennale di Milano e la Fondazione Marconi

Per ulteriori informazioni:
Antonella La Seta, Responsabile Ufficio Stampa
Damiano Gullì
Marco Martello
ufficio.stampa@triennale.it tel. +39 02 72434241/205, fax +39 02 72434239

Inaugurazione 16 febbraio 2009, ore 18.30

Triennale Bovisa
via R. Lambruschini 31 Milano
Orari di apertura degli spazi espositivi: Martedì - Domenica 10.30-20.30
Tutti i giovedì sera la Triennale di Milano rimane aperta fino alle 23.00.
Ingresso libero per tutto il 2009

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