La Cantina di Manuela
Milano
via Procaccini, 41
02 3452034
WEB
Eikon
dal 6/3/2009 al 16/4/2009
lun-sab 9-13 e 16-20. Chiuso la domenica

Segnalato da

Mariangela Maritato




 
calendario eventi  :: 




6/3/2009

Eikon

La Cantina di Manuela, Milano

Cesare Giardini, Davide Avogadro, Massimiliano Robino. La mostra mette a confronto tre artisti che hanno sviluppato un linguaggio pittorico originale, con stili e poetiche tra loro differenti e per molti versi distanti.


comunicato stampa

A cura di Mariangela Maritato

“L’evento fondamentale dell’età moderna è la conquista del mondo come immagine”
M. Heidegger

Nella società dell’immagine le nuove icone che si affacciano sulla scena del mondo globalizzato sono il riflesso di una storia e di una cultura comune che non conosce più confini geografici. La letteratura, il cinema, la televisione e la realtà di tutti i giorni forniscono materiale iconico e modelli che influenzano le espressioni di artisti che sperimentano una nuova figurazione come sintesi di una coscienza collettiva e di un percorso di ricerca pittorico individuale. La mostra mette a confronto tre artisti che hanno sviluppato un linguaggio pittorico originale, con stili e poetiche tra loro differenti e per molti versi distanti. Non a caso Davide Avogadro, Cesare Giardini e Massimiliano Robino appartengono a generazioni diverse che non per questo si rifiutano di entrare in dialogo tra loro. E’ la comune ispirazione alla realtà, trasfigurata nella pittura fantastica e surreale di Giardini, interpretata o alterata in maniera realistica da Avogadro e sintetizzata in soluzioni pittoriche essenziali in Robino, a rappresentare il filo rosso tra le diverse opere.

Le tinte pastello e i colori vivaci proiettano i personaggi di Cesare Giardini in atmosfere fantastiche. I volti, spesso stilizzati, sono espressivi e trasognanti. Nascono dalla memoria del vissuto, dalla storia o dalla letteratura. Nel corso degli ultimi anni l’artista si è dedicato prevalentemente al paesaggio di frontiera e al rapporto tra paesaggio e nuova architettura. Nei suoi quadri sono comparsi vari protagonisti: dai viaggiatori ai clochards, dagli scrittori ai poeti maledetti. Ritrae nel 2001 Pier Paolo Pasolini. Negli anni precedenti aveva raffigurato Kafka, Rimbaud e Marcel Proust. Ma anche il personaggio Dorian Gray dell’omonimo romanzo di Oscar Wilde e Lady Chatterley di D.H.Lawrence. Nel 2006 ha dedicato un’intera mostra a Dino Buzzati e ai suoi personaggi. Attualmente dipinge anche gente incontrata per strada, per lo più compagni di viaggio. Come nel caso del “Fotografo” che presenta in questa mostra. Abbastanza recente anche una serie di dipinti intitolati “Il Viandante”. Invenzioni che vogliono essere un omaggio ai pellegrini, viaggiatori e migranti di ogni tempo con riferimenti alla Parabola dei ciechi di Bruegel Il Vecchio, alla Via Lattea di Bunuel e alla Ricotta di Pasolini. Ispirati al cantautore De Andrè, invece, i dipinti Susan dei marinai e Bocca di Rosa.

Sono outsiders, deformi, sdoppiati, ritratti in atteggiamenti e posture che ricordano i quadri religiosi del passato i protagonisti delle tele di Davide Avogadro. Non a caso l’artista afferma di subire costantemente il fascino delle opere religiose e di un’iconografia cristiana che lo ha portato ad adottare soluzioni stilistiche tradizionali per ritrarre personaggi comuni che non rispecchiano, però, i canoni classici di bellezza. Il risultato va oltre l’estetica del brutto diventando accurata analisi psicologica dei protagonisti di ogni singolo quadro. Ragazzi con canottiere bianche che sembrano appena usciti dal riformatorio. Donne corpulente, anziane che mostrano, nell’atteggiamento, i sintomi di malattie mentali. Come nella tela “Meraviglia delle meraviglie” che mostra una donna anziana con lo sguardo rivolto verso un fiore che tiene gelosamente tra le sue mani come un dono prezioso. Non si tratta di santi o madonne, eppure i soggetti vengono raffigurati spesso con gli sguardi e le braccia rivolte verso il cielo in atteggiamenti di ascesi mistica e preghiera. Il realismo della pittura di Avogadro va oltre la rappresentazione fedele dei corpi e dei colori naturali delle carni. E’ un realismo psicologico in grado di deformare un’immagine riprodotta con fedeltà quasi fotografica rendendo agli occhi dello spettatore anche le ansie, le curiosità e le inquietudini dei suoi personaggi. Splendidi nella forma nonostante le evidenti deformazioni fisiche che, spesso, sono solo mentali, nell’occhio di chi guarda .
Nel loro linguaggio iconico più sintetico ed essenziale, le opere di Massimiliano Robino vanno oltre la volontà di rappresentare dei personaggi. La sua è una ricerca soprattutto formale che lo ha portato ad uno stile “neo pop” caratterizzato da frastagliate campiture di colore. Emergono dai suoi quadri le ombre dei volti e dei corpi. I volumi. L’equilibrio dei pieni ed i vuoti delle strutture formali. Colori luminosi e cromatismi ricercati. I verdi, gli azzurri, i gialli acidi. Ogni colore nasce da una ricerca accurata e non è mai casuale. I personaggi ed i soggetti vengono fuori dalla tradizione antica, moderna e contemporanea, ma sono scelti soprattutto per le loro implicazioni con gli interrogativi che si pone l’artista sull’origine dell’uomo, sulla storia, i suoi simboli e sul linguaggio. Come i teschi del dipinto “Ciao Darwin”, che hanno lo scopo di raffigurare il pensiero del padre de L’Origine della specie in una sintesi pittorica suggestiva e di impatto. Se il tribalismo è il tema cardine della serie “Afro”, il mettersi sulle tracce dello sviluppo storico della scrittura ha portato di recente l’artista ad analizzare, con la pittura, le peculiarità estetiche dei geroglifici egiziani attualizzandole in un linguaggio che parla i suoi colori, le sue forme ed i suoi contrasti nella volontà di divenire un’espressione universale. Il dipinto “Verde Horus” è testimonianza di questa nuova stagione della sua pittura.

Cesare Giardini
Nasce a Vigevano il 3 agosto 1948. Influenzato dall’ambiente familiare, frequentato da artisti, musicisti e letterati e dal padre e dallo zio anch’essi pittori, si dedica presto con passione al disegno e alla pittura. Si diploma all’istituto d’arte e ha studiato nudo e pittura alla Scuola degli Artefici all’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano. Ha lavorato nel prestigioso studio di vetrate artistiche della sua professoressa di figura sig.ra Panigati e, quindi, ha insegnato per circa un decennio nella scuola pubblica e in una scuola d’arte della Regione Lombardia, di cui è stato cofondatore e dove ha approfondito la sperimentazione dei linguaggi della comunicazione visiva, della fotografia e del cinema d’animazione. Dalla fine degli anni Settanta si dedica unicamente alla pittura come professione. Negli anni Ottanta sospende la ricerca figurativa per avviare una ricerca sulla pittura informale avvicinandosi all’astrazione lirica con una ricerca sul colore e il segno, sui supporti e i colori, sul vento e sulla musicalità. Negli anni Novanta ritorna, decisamente, alla figurazione. La sua ricerca artistica verte sul tema del viaggio, viaggio inteso come luogo dei sogni, della memoria e grande metafora dell’esistenza. Ultimamente i suoi soggetti indagano il paesaggio italiano nelle sue recenti trasformazioni: le periferie, le frontiere e soprattutto i centri commerciali (cattedrali nel deserto), con riferimento letterario alle cattedrali nel deserto e al Deserto dei Tartari di Dino Buzzati. Parallelamente continua a dipingere anche figure, personaggi letterari e viaggiatori. Sulla sua pittura hanno scritto tra gli altri: Luciano Caramel, Floriano De Santi, Milena Milani, Lorella Giudici, Giorgio Seveso, Raffaele De Grada, Pier Sandro Pallavicini, Viola Lilth Russi e Giuseppe Castelli. Cesare Giardini ha esposto nelle principali località italiane e in molte città all’estero in gallerie e in spazi pubblici, sue opere si trovano in prestigiose collezioni private e pubbliche. Si interessa alla grafica con incisioni, acquatinte e serigrafia. Lavora anche alla ceramica in importanti atelier e fabbriche di Albisola. Cesare Giardini è presente sul n. 41 del volume ''L’arte moderna, dal secondo dopoguerra ad oggi'', Mondadori, 2005. Nel 2008 gli viene dedicata una grande antologica nello Spazio Tadini a Milano e al Castel Dell’Ovo a Napoli.

Davide Avogadro
E’ nato a Vigevano nel 1968 dove vive e lavora. Ha conseguito il Diploma al Liceo Artistico di Novara e all’Accademia di Belle Arti di Urbino. Dal 1995 ha iniziato a insegnare tecniche pittoriche e calcografia presso l’Istituto di Arti e Mestieri Roncalli a Vigevano. E’ stato uno dei protagonisti del Premio Cairo Comunication 2003 al Palazzo Della Permanente di Milano. Con altri giovani pittori esponenti della nuova figurazione italiana, da Matteo Bergamasco a Roberto Coda Zabetta , giusto per fare qualche esempio, stanno puntando sulla ritrattistica dal taglio cupo, sulle inquietudini e sui disagi che caratterizzano i tempi contemporanei. Non un nichilismo decadente del tardo Ottocento, ma un millenarismo riletto e rivisto alla luce delle tante sventatezze dell’ultimo decennio. La rivista Arte Mondadori gli ha dedicato un ampio servizio sullo scorso numero di aprile 2004. “ Avogadro – scrive il critico Maurizio Sciaccaluga - estende alla pittura, alla propria pittura la teoria di Rimbaud sul poeta veggente, che tramite lo “ sregolamento dei sensi” è capace di arrivare ad una visione dell’ignoto coincidente con l’assoluto. Nei suoi ritratti a figura intera, solitari o di gruppo, il giovane artista scarnifica i corpi , asciuga le silhouttes , elimina ogni cosa che non gli interessi più di tanto. Con pennellate grasse e violente, esagerate, butta giù velocemente personaggi fatti di ombre più che di luci, di cancellazioni più che di descrizioni….” L’artista , con una tecnica a tratti iperrealista e a momenti visionaria, immediata ed impulsiva, supera le strettoie del verismo per optare sulla riflessione metafisica . Non parla , come tantissimi oggi, dell’universo che gli sta intorno, che popola le sue strade, che dominagli spettacoli d’ogni giorno; preferisce costruirsi un territorio dove sia ancora lecito improvvisare , avere paura, temere , affrontare l’inconscio. In modo che “quell’ altro dall’io” possa essere un fratello da incontrare, conoscere , continuare a ritrarre.

Massimiliano Robino
Nasce a Vigevano nel 1973 dove vive e lavora. Dopo gli studi professionali, alla fine degli anni ‘80 si dedica con passione alla pittura prendendo lezioni “in bottega” nel laboratorio della pittrice e maestra Mariangela Marotta. Lo studio attento presso i musei di Parigi, di Londra ed Edimburgo delle opere di artisti moderni come François Bucher ed Elisabeth Vigée Le Brun lo hanno portato ad una cura minuziosa dei particolari nella prima fase realistica del suo percorso pittorico e ad affermarsi come ritrattista. Riproduce in questo periodo opere di Caravaggio, Renoir e Dalì, in seguito reinterpretati in chiave “pop” e neo espressionista. Nel 2005 inizia ad insegnare disegno, fisionomia e tecniche della pittura ad olio nel suo studio privato. La sua ricerca lo porta a maturare un linguaggio pittorico sempre più essenziale caratteristico dei lavori degli ultimi due anni. Nella pittura confluiscono il suo amore per la storia e la sua volontà di interpretazione del presente mettendo in risalto le ansie e le contraddizioni della società del consumo. Ultimamente la ricerca pittorica lo sta portando ad indagare le tematiche legate al “linguaggio” . Inizia ad esporre in mostre collettive in tutta Italia e con le prime personali a Milano, nel 2006, e a Palermo nel 2008 si fa conoscere sulla scena nazionale. Partecipa ad Arcore alla rassegna “Art Intensive!” a cura di Mariangela Maritato e Paolo Manazza, con importanti esponenti della pittura contemporanea italiana. In seguito, presso la Galleria d’arte 2000 di Tina Parotti, in Brera. Accolto benevolmente dalla critica, partecipa sempre nel 2008 al concorso Le segrete di Bocca, occasione di incontro con la critica e docente dell’Accademia di Brera di Milano Cristina Muccioli che curerà prossimamente una sua personale in Galleria Vittorio Emanuela nei locali della celebre libreria di Giorgio Lodetti. A febbraio 2009 partecipa alla collettiva Sight Night a Roma, presso la galleria 12-13 a cura di Marco Fioramanti. Una sua opera, “Infro-dite” è entrata di recente nella collezione permanente del Museo di arte moderna e contemporanea di Praia a Mare (Cs) mentre nei primi di gennaio 2009 ha esposto presso lo storico Palazzo Resuttano di Palermo in una mostra personale dal titolo Passato o Presente con testo critico a cura di Mariangela Maritato.

VERNICE: sabato 7 marzo ore 15:30

La cantina di Manuela
via Procaccini 41 Milano
Orari: Dal lunedì al sabato 9-13 e 16-20. Chiuso la domenica
Ingresso libero

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