Spazio Aref
Brescia
piazza della Loggia, 11
030 3752369 FAX 030 48854
WEB
L'arte dell'impegno
dal 6/3/2009 al 28/3/2009
gio-dom 16-19.30

Segnalato da

Aref




 
calendario eventi  :: 




6/3/2009

L'arte dell'impegno

Spazio Aref, Brescia

Pittura sul XX secolo. L'esposizione raccoglie 15 opere di importanti pittori nazionali e bresciani del '900 che hanno come soggetto temi, fatti protagonisti dei grandi eventi storici e politici del XX secolo. Opere di Renato Guttuso, Paolo Baratella, Gian Giacomo Spadari...


comunicato stampa

Sabato 7 marzo 2009 alla Galleria dell'Aref in piazza Loggia 11/f alle ore 18 sarà inaugurata la mostra: L'arte dell'impegno. Pittura sul XX secolo. Il tema dell'arte come specchio e rappresentazione della realtà, la vita e la storia degli uomini, hanno sempre coinvolto e attraversato tutta l'arte contemporanea, essendo tutt'oggi di attualità. Anche se è difficile asserire che esista un'arte politica in quanto tale, certamente si possono individuare dei sottili fili che legano tra loro importanti esperienze che, dalla nascita delle grandi lotte operaie della metà dell'800, giungono sino alle guerre di popolo antimperialiste della metà degli anni Settanta. Di volta in volta grandi mostre internazionali come quella dell'Arte della libertà e dell'Arte della Resistenza hanno riproposto capolavori di grandi protagonisti dell'arte mondiale.

L'esposizione raccoglie quindici opere di importanti pittori nazionali e bresciani del '900 che hanno come soggetto temi, fatti protagonisti dei grandi eventi storici e politici del XX secolo. Il pubblico potrà vedere ad esempio la grande tela Fronte ai cancelli delle fabbriche, dipinta da Enrico Ragni nel 1945, il Che Guevara guerrigliero del 1968 di Ermete Lancini e il Vietnam di Vittorio Botticini. In mostra anche artisti nazionali dell'importanza di Renato Guttuso, Paolo Baratella e Gian Giacomo Spadari, di cui sono presenti tre grandi tele: Reportage del 1971, Apparizione Che Guevara e Lenin del 1971.

In occasione della mostra l’Aref organizza quattro iniziative sulla Resistenza, l'antifascismo e la guerra del Vietnam che si terranno a Spazio Aref dal 22 al 29 marzo. Per questo si rimanda al comunicato stampa relativo.

In occasione della mostra L’arte dell’impegno. Pittura sul XX secolo alla Galleria dell’Aref fino al 29 marzo 2009, SpazioAref propone una serie di iniziative collaterali.

Domenica 22 marzo alle ore 18.00 Miretta Rizzi Miari presenterà il libro I martiri di Rodengo Saiano recentemente ripubblicato grazie all’interesse e al contributo dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Rodengo Saiano. Sarà presente Marco Rota, Vice Sindaco e Assessore alla cultura del Comune di Rodengo Saiano

Da venerdì 27 a domenica 29 marzo l’Aref ospita l’associazione fuoritesto, che presenta tre video per la regia di Sabrina Benussi.
L’associazione culturale fuoritesto promuove la conoscenza della realtà culturale, sociale e artistica in direzione della costruzione di una paesaggio storico dell’età contemporanea. Raccoglie e diffonde - attraverso le tecniche di comunicazione visiva, audiovisiva e multimediale – la memoria e le testimonianze individuali e collettive, la voce dei protagonisti e le immagini degli avvenimenti e situazioni legate al nostro presente storico.

Sabrina Benussi vive a Pordenone, docente, attualmente opera presso l'Istituto Statale d’arte di Cordenons Pordenone. Con particolare interesse, da alcuni anni, promuove iniziative aperte alla partecipazione degli studenti allo studio del linguaggio filmico e multimediale. Il percorso formativo e l'impegno professionale l'hanno portata ad approfondire il proprio interesse per le nuove forme e tecnologie della comunicazione, in relazione alla sentita necessità di usare più incisive modalità di formattazione e di trasmissione dei saperi e delle testimonianze, partecipate, individuali e di massa, da utilizzare nell'ambito dell'insegnamento e della produzione documentaristica. È tra i soci fondatori dell’associazione culturale fuoritesto.

Venerdì 27 marzo 2009 – ore 21.00 – Introduce Luida Cicognetti dell’Istituto Parri di Bologna

Non era tempo. Testimonianze di ex deportati del pordenonese
Dvd realizzato da Aned Pordenone con la collaborazione dell’associazione Fuoritesto. Sceneggiatura e regia di Sabrina Benussi, musiche di Carlo Boccadoro, fotografia di Giuliano De Monte, montaggio di Lucia Sartore e Nevio de Conti.
La raccolta delle testimonianze dei sopravvissuti è un tassello insostituibile nella ricostruzione dell’organizzazione dell’attività e della vita dei campi di concentramento. I Lager sono il buco nero del Terzo Reich, la zona d’ombra avvolta dalla ambiguità e dalla dissimulazione, il luogo della deterrenza psicologica e della concreta realizzazione del Nuovo Ordine Europeo voluto da Hitler, ma anche per questo è il luogo dell’incertezza documentaria, del mascheramento, della mistificazione lessicale. Il contributo della fonte orale resta quindi fondamentale perché il decadimento biologico dei testimoni oculari è incipiente.
In questo senso voglio ricordare che nel Friuli Venezia-Giulia è attivo da un paio d’anni un importante programma di recupero della memoria degli ex-deportati. Il programma, denominato “L’ultimo appello”, è stato finanziato dalla Commissione Europea, dall’Istituto per la Storia del Movimento di Liberazione nel Friuli Venezia-Giulia e promosso dall’Associazione Nazionale ex-Deportati. In quest’ambito la Sezione di Pordenone dell’Aned ha attivato uno specifico programma denominato “Per non dimenticare”, che si è concretato nella realizzazione di un archivio locale e nel documentario che qui presentiamo. Lo scopo ultimo e più impegnativo di questo progetto è quello di realizzare un archivio video multimediale della memoria della deportazione dall’allora Adriatisches Kűsterland. La potenzialità dell’archivio video, realizzato con materiali ad alta definizione, è vastissima: dalla realizzazione di documentari, all’uso didattico, all’uso a fini di ricerca per gli storici, all’inserimento in rete per l’alta diffusione. La memoria di Auschwitz, Buchenwald, Mauthausen, Dachau, Flossenburg, per citare solo alcuni campi di concentramento, va salvata e custodita per le future generazioni. Per lo storico dei Lager è praticamente impossibile non occuparsi degli archivi della memoria. Pubblicare libri e realizzare documentari è fondamentale per l’Associazione degli ex-deportati, ma l’archivio, la raccolta delle fonti, la sua organizzazione, la sua consultabilità, sono l’anima del nostro futuro.
(dal testo di Marco Coslovich nel libretto allegato al dvd)

Sabato 28 marzo 2009 – ore 18.00 – Introduce Marino Ruzzenenti

Ri_conoscenza. Voci dalla resistenza nel pordenonese.
Il documentario è stato presentato nell’edizione 2005 al Triestefilmfestival e nell’agosto 2006 è stato selezionato e ha partecipato al festival del cinema italiano a Rovigno (Croazia) organizzato dalla Federazione italiana dei circoli del cinema. Ha partecipato a due rassegne di documentari sulla Resistenza a Trieste e a Monfalcone. In occasione del 25 aprile e del 2 giugno 2006 è stato messo in onda integralmente dall’emittente televisiva Telepordenone. E’ stato presentato inoltre al teatro Verdi di Pordenone a Montereale e a Caneva.
Raccogliere le testimonianze dei partigiani e di quanti hanno vissuto in prima persona la Resistenza in un documentario è una preziosa occasione per rivedere avvenimenti, accaduti più di sessant’anni fa, dal punto di vista di chi quegli episodi gli ha vissuti; i ricordi dei testimoni, spesso drammatici e toccanti, si trasformano nella memoria viva e vibrante non solo della Resistenza, ma di tutto un tragico periodo della nostra storia.
I volti segnati dall'età dei testimoni e le loro voci, di volta in volta decise o esitanti, imperiose o flebili, parlano dell'unicità irriducibile di ogni esperienza umana e consentono di cogliere così le ricadute che la cosiddetta Grande storia ha sulla quotidianità soggettiva.
Partigiani, contadini, operai, uomini e donne sono le tessere di un quadro complesso, di una memoria storica non ancora pacificata e pienamente elaborata che è offerta alla riflessione dello spettatore.

Domenica 29 marzo 2009 – ore 18.00 – Introduce Pier Paolo Poggio Presidente della Fond. Micheletti

Dietro la cortina di bambù. Dalla resistenza ai vietminh, diario di Derino Zecchini 1946/1958
Allegato al libro un dvd di Sabrina Benussi: il racconto di Derino Zecchini con Moni Ovadia, musica Carlo Boccadoro. Associazione culturale Fuoritesto/Quaderni dell'IRSML Venezia Giulia.
Il lavoro è stato presentato in varie occasioni. Tra le altre ricorderemo la presentazioni a Cividale all’edizione 2007 del Mittelfest, a Gorizia al 3º Festival Internazionale di Storia, a Roma alla presenza dell’Ambasciatore vietnamita in seno al 2º Festival della cultura vietnamita “Il Drago e la Farfalla”, a Firenze alla libreria Majakovski (maggio 2007), a  Lestans nel marzo 2007 in collaborazione con il Craf, dall’assessore regionale Antonaz e nell’ottobre 2007 a Tv Capodistria in diretta è stato presentato il lavoro con un’ intervista al sig. Zecchini e alla curatrice. Nell’agosto 2007 ha inoltre partecipato al 7º Italian film festival di Rovigno (Croazia).
“Mi chiamo Derino Zecchini e ho 79 anni compiuti; ho fatto la Resistenza e dopo la liberazione sono tornato a casa. Eravamo 18 in famiglia e lavoro non c’era. Il lavoro nei campi non bastava per tutti”.

Così, Derino Zecchini inizia il racconto della sua vita. Una vita, quella del giovane partigiano di Gradisca di Spilimbergo, classe 1927, contrassegnata “dall’ideale di libertà”. Una vita da emigrante che lo condurrà in Francia prima, dove si arruolerà nella legione straniera e - dopo due anni di addestramento in Algeria – a Saigon poi, nell’allora Vietnam del Sud, dove successivamente diserterà per passare tra le file dei Vietminh, al cui fianco combatterà proprio contro i francesi, sconfitti definitivamente nel 1954 a Dien Bien Phu (a nord-ovest del Paese). Solo tre anni più tardi, il 9 novembre 1957, Derino Zecchini lascerà il Vietnam “la mia seconda Patria” per far ritorno in Italia, a casa, a Gradisca di Spilimbergo, dopo “aver vissuto 8 anni come un selvaggio”.
Quello di Zecchini non è un diario di guerra, non un trattato di politica, ma la storia di un uomo, fatta delle sue paure di soldato, della sua quotidianità da veterano in una terra sconosciuta, contrassegnata dalla morte, dalla violenza, dalle brutalità della guerra. Una quotidianità vissuta nel dubbio, nell’incertezza e nella speranza di poter vivere una vita ‘normale’, ovvero avere una famiglia, un lavoro e la voglia di ricominciare. Ricominciare lì, da dove era partito, in un Paese in cui aveva lottato per un futuro migliore. Dal giorno in cui Zecchini passa “con le armi nei ranghi dei Vietminh” che gli riservarono “una sorprendente accoglienza”, fino alla storica battaglia di Dien Bien Phu, il diario è fatto di scarne annotazioni in cui non si percepiscono i preparativi e gli scontri di guerra. Alla fine di questa, e dopo un anno passato in Cina, “Zecchini affida sempre più assiduamente i suoi pensieri, le sue considerazioni e le sua ansie al diario, in cui inserisce citazioni di altri scritti, disegni e poesie in francese” analizza la curatrice Sabrina Benussi. Attraverso la scrittura, Zecchini tenta “di dare una spiegazione a ciò che sta vivendo e, più in generale di dare un senso alla vita” conclude la Benussi.

Inaugurazione sabato 7 marzo 2009 h 18

Galleria dell’Aref
Piazza Loggia 11/f - Brescia
Apertura gio-dom 16-19.30

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Diego Finassi
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