Triennale di Milano
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Jean Nouvel
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Jean Nouvel



 
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26/3/2002

Jean Nouvel

Triennale di Milano, Milano

Per la XX Esposizione Internazionale dal tema 'La memoria e il futuro' la Triennale presenta una mostra dedicata a Jean Nouvel. La mostra, dopo essere stata presentata al Centre Pompidou, approda con un allestimento curato dal grande architetto alla Triennale come prima tappa europea della grande esposizione dedicata all'opera di Jean Nouvel.


comunicato stampa

Per la XX Esposizione Internazionale dal tema 'La memoria e il futuro' la Triennale di Milano presenta dal 27 marzo al 2 giugno 2002 una mostra dedicata a Jean Nouvel.
La mostra, dopo essere stata presentata al Centre Pompidou, Musée national d'art moderne / Centre de création industrielle dal 6 dicembre 2001 al 4 marzo 2002, approda con un allestimento curato dal grande architetto alla Triennale come prima tappa europea della grande esposizione dedicata all'opera di Jean Nouvel, maestro indiscusso dell'architettura internazionale contemporanea e autore di alcune delle opere di maggior interesse realizzate nell'ultimo decennio in Europa e USA.

Architetto del concetto e del contesto, della smaterializzazione e dell'immagine, incontestabilmente esigente ed originale, Nouvel persegue ed elabora con pertinenza un'opera sempre aggiornata allo spirito del tempo. Vera e propria figura carismatica della cultura contemporanea, architetto di fama mondiale, ha ricevuto nel 2001 tre riconoscimenti internazionali (il Premio Borromini, la Medaglia d'oro del Royal Insitute of British Architetcts, il Praemium Imperiale conferito a Tokyo). Questa mostra è la più importante che gli sia mai stata consacrata. Lui stesso ne ha progettato l'allestimento. Su 1800 mq viene esposta la messe sconfinata dei suoi progetti, con maggiore riguardo ai più recenti, per lo più sconosciuti al grande pubblico.

Jean Nouvel nasce il 12 agosto 1945 a Fumel (Lot-etGaronne). Vuole diventare pittore, ma si iscrive nel 1964 alla Scuola di Belle Arti di Bordeaux in architettura. Nel 1966 è primo al concorso di ammissione della Scuola nazionale superiore di Belle Arti di Parigi, dove si diploma nel 1972. Seguendo il filone intellettuale dell'architetto Claude Parent (presso il quale lavora dal 1967 al 1970) e di Paul Virilio, apre il suo primo studio nel 1970 con François Seigneur. Incontra il critico Georges Boudaille, grazie al quale diventa architetto della Biennale di Parigi, fin dal 1971. Realizza numerosi allestimenti - un tipo di commessa che ama in modo particolare - tra cui quello della sezione architettura e design della mostra 'Gli anni 50' al Centre Pompidou nel 1988 e, più recentemente, quello della mostra 'Il futuro del lavoro' e 'La Mobilità' per l'Expo 2000 di Hannover. Nel 1976, incontra lo scenografo Jacques le Parquet che lo aiuta a scoprire il mondo del teatro e della regia.
Jean Nouvel ha sempre manifestato delle prese di posizione militanti, quando non polemiche, a proposito dei problemi e delle decisioni riguardanti l'architettura e la città. E' co-fondatore del movimento 'Marzo 19976' e del Sindacato dell'Architettura nel 1977. E' co-organizzatore del 'contro concorso' internazionle per la sistemazione del quartiere delle Halles. Fonda nel 1980 la Biennale di Architettura nell'ambito della Biennale di Parigi. Oggi ricopre la carica di presidente dell'Associazione per la Mutazione dell'Ile Seguin (AMIS).
La sua prima realizzazione di spicco, esemplare di ciò che usava chiamare 'architettura critica', è la Casa Dick (Saint-André-les-Vergers, Aube, 1976). Da allora in poi, si susseguono progetti significativi del suo percorso: Centro medico-chirurgico del Val-Notre-Dame a Bezons (Val-d'Oise, 1976), Collegio Anna Franck a Antony (Hauts-de-Seine, 1978), fino al 1981, anno in cui si aggiudica il concorso per l'Institut du Monde Arabe, autentico giro di boa nella sua carriera.

Esporre Jean Nouvel significa rendere conto di un'opera singolare, di un linguaggio in costante mutazione, manipolatore di concetti e di immagini, sempre alla ricerca di 'iper-specificità', di poetica della situazione e di smaterializzazione. Per lui, l'architettura è 'arte visiva, produzione di immagini'. L'allestimento della sua mostra è progettato sostanzialmente intorno ad un sistema di immagini, elaborato per suscitare emozioni e sensazioni nel visitatore che, nella semioscurità, attraversa le cinque sequenze che ne costituiscono il percorso. Tale sistema di immagini esclude i mezzi convenzionali di rappresentazione, costituiti da piante e modelli. La mostra non è retrospettiva, né esaustiva e nemmeno scientifica. Si considera cantiere di idee, pluralità di approcci dell'architetto.

La prima sequenza, 'L'essenza della materialità', è una sorta di atlante - una scatola di immagini dove lo spazio è completamente saturato di diapositive - che capta immediatamente lo sguardo dello spettatore. Ai piani lunghi (viste generali dei progetti presentate staticamente) si affiancano i primi piani (dettagli proiettati) al limite dell'identificabilità, che rendono conto dell'importanza della sua opera costruita sia quantitativamente, sia qualitativamente.

La seconda sequenza tematica mostra la molteplicità, la specificità e l'accumulo dei progetti, interamente elaborati al computer, a partire dal Centro di Cultura e Congressi di Lucerna, svolta altrettanto emblematica dell'Institut du Monde Arabe. Immagini di sintesi, incollate direttamente sulle pareti, rappresentazioni virtuali spettacolari e iperrealiste, rendono conto delle interferenze, delle innovazioni e delle rotture. Sono stati selezionati ventitre progetti (suddivisi tra i due spazi), tra cui il Guggenheim Temporary Museum of Art a Tokyo (Giappone, 2001), l'Ambasciata di Francia a Berlino (Germania, 1997), il JVC Business Center a Guadalajara (Messico, 1999), la Sede sociale della società Richemont a Ginevra (Svizzera, 2001), il Museo dell'Evoluzione Umana a Burgos (Spagna, 2000), il Centro Culturale di Santiago di Compostela (Spagna 1999), che affrontano le questioni del paesaggio, del verde e del territorio, principali sfide nel lavoro di Jean Nouvel.
Si distinguono anche alcuni complessi, per esempio i musei, due dei quali attualmente in costruzione: il Museo del Quai Branly a Parigi (Francia, 1999) e l'ampliamento del Museo Reina Sofia a Madrid (Spagna, 1999); le ultime tappe della smaterializzazione, dove la materia diventa sempre più invisibile: la Dentsu Tower a Tokyo (Giappone, 1998-2003), la Camera di Commercio di Prato (Italia, 2000), la Sala Filarmonica a Lussemburgo (Ducato del Lussemburgo, 1997), la Torre BIS a Basilea (Svizzera 1999), e Kyriat Arieh 1 a Tel Aviv (Israele, 1999); i numerosi progetti americani, per esempio il River Hotel a Brooklyn (New York, USA, 1999) e quelli in corso di studio: il Carnegie Science Center di Pittsburgh (USA,2001), il Soho Hotel a New York (USA, 2001-2002), o ancora l'ultimissimo progetto Landmark a New York (USA, 2001).

Il problema della città e delle strategie urbane, essenziale per Jean Nouvel, è presentato attraverso due importanti progetti parigini: Seine-Rive Gauche, quartier Austerlitz-Salpetrière (Parigi, 1993) e lo Stadio di Francia (Saint-Denis, 1994). Alcune tappe di questi progetti sono 'animate' dai cortometraggi di Alain Fleischer.

La sequenza 4 propone, attraverso la testimonianza fotografica di Alain Fessy, la visita virtuale di undici edifici emblematici: l'Institut du Monde Arabe a Parigi (Francia, 1981-1987), la recente riconversione di un Gasometro a Vienna (Austria, 1994-2001), gli alloggi Nemausus a Nîmes (Francia, 1985-1987), il Centro di Cultura e Congressi a Lucerna (Svizzera, 1990-2001). Il servizio fotografico fa il punto dello stato attuale degli edifici. Il visitatore circola tra immagini proiettate quasi a scala reale e si confronta con lo spazio costruito dall'architetto.
La restituzione dello Studio costituisce l'unico spazio luminoso della mostra. Disposti su tre tavoli, sedici schermi permettono al pubblico di consultare gli archivi, gli schedari, le banche dati dello studio: quasi duecento progetti concepiti in vent'anni, consultabili e suddivisi in cinque repertori: progetti in corso, progetti urbani, allestimenti, realizzazioni, progetti non realizzati come la Sistemazione del Parco della Villette a Parigi (Francia 1982), la Mediateca e il Centro d'Arte Contemporanea di Nîmes (Gard, Francia, 1984), il Nuovo Teatro Nazionale di Tokyo (Giappone, 1986), la Torre senza fini, Triangolo della Follia a Parigi-La Défense (Francia 1989-1994)'
Dei film di Odile Fillion presentano altre diciotto costruzioni di Jean Nouvel in Francia: la ristrutturazione del Teatro di Belfort (Territoire de Belfort, 1980-1984), gli alloggi popolari di St-Ouen (Seine-Saint-Denis, 1982-1987), l'Hotel Saint James a Bouliac (Gironde, 1987-1989), la Résidence Pierre et Vacances di Cap-d'Ail (Alpi Marittime,1987), il Genoscopio di Lanaud (Haute-Vienne, 1990-1994), l'Hotel des Thermes a Dax (Landes, 1990-1992), il Museo della Pubblicità (Parigi, 1997-1999).

La mostra Jean Nouvel verrà poi presentata in Spagna, negli Stati Uniti e in Giappone.

orario: 10 - 20, chiuso il lunedì
Ingresso: ' 7,00/5,00/3,00

Mostra ideata e organizzata dal Centre Pompidou, Musée national d'art moderne - Centre de Création Industrielle, Paris

Direttore del Musée national d'art moderne - Centre de Création Industrielle: Alfred Pacquement
Commissario: Chantal Béret
Allestimento: Jean Nouvel
Riadattamento del progetto per la Triennale: Studio architetti: Andrea Burgio, Paolo Haig Castiglioni, Gabriella Cattaneo

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