Nuova Accademia di Belle Arti - NABA
Milano
via Carlo Darwin, 20
02 973721 FAX 02 97372280
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Everybody talks about the weather. We don't
dal 6/4/2009 al 7/4/2009
02 97372264

Segnalato da

Giulia Pitzolu



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Marco Scotini



 
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6/4/2009

Everybody talks about the weather. We don't

Nuova Accademia di Belle Arti - NABA, Milano

Curatorship, Institutions and Power. Due giorni di incontri e dibattito che coinvolgono giovani curatori internazionali e italiani. Si riflettera' prima di tutto sulla prossima Biennale di Venezia. Le manifestazioni internazionali su larga scala e quelle cosiddette periferiche o 'postcoloniali' proliferano in modo esponenziale in tutto il mondo. Oggi molte di queste manifestazioni sono diventate dei dispositivi spettacolari assoggettati all'industria culturale e alla valorizzazione capitalistica della produzione artistica.


comunicato stampa

---english below

due giorni di incontri e dibattito con una scena emergente di curatori internazionali 7 e 8 Aprile 2009

NABA - Nuova Accademia di Belle Arti di Milano
Biennio in Arti Visive e Studi Curatoriali

Il forum Everybody talks about the weather. We don't, promosso da NABA - Nuova Accademia di Belle Arti di Milano – è un progetto di Marco Scotini – coordinato da Andris Brinkmanis, Matteo Lucchetti ed Elvira Vannini - che si svilupperà in due giorni di incontri, lectures e discussioni, con il coinvolgimento di giovani curatori italiani e internazionali. Il progetto nasce all'interno del Biennio Specialistico in Arti Visive e Studi Curatoriali, ma si apre al pubblico richiamando anche spazi culturali esterni all'Accademia con la volontà di attivare un dibattito, un confronto, in Italia e all'estero, sulle problematiche espositive. Il progetto muove dalla collaborazione con Scuole curatoriali europee che si fanno partner di NABA nella realizzazione di questo progetto.

Con la partecipazione di:
Marco Baravalle, Giacomo Bazzani, Andris Brinkmanis, Francesca Boenzi, Giovanni De Donà, Eva Fabbris, Ilaria Gianni, GRID, Inti Guerrero, Matteo Lucchetti, Sonia May, Domenico Quaranta, Angela Serino, Societè Realiste, Andrea Roca, Marko Stamenkovic, Stefano Taccone, Elvira Vannini, Pieternel Vermoortel.

Progetto Everybody talks about the weather. We don’t
a cura di Marco Scotini
con Andris Brinkmanis, Matteo Lucchetti, Elvira Vannini

Network partner Undo.net
Con la partnership di Center for Art and Media (ZKM) Karlsruhe / Postgraduate Program in Curating MAS (ZhdK) Zurich / Research Fellow in Curating at Birmingham City University.

Il concept

Il 7 e l'8 Aprile 2009 si svolgerà, presso la sede NABA di Milano, un convegno dedicato al rapporto tra produzione culturale e Istituzione – in prospettiva della prossima Biennale di Venezia – con la risposta di una scena 'emergente' di giovani curatori, che all'interno del format si alterneranno per aprire uno spazio di discussione, a partire della propria posizione curatoriale, su alcuni luoghi chiave della contraddizione culturale all'interno delle dinamiche postfordiste.
Lo sviluppo di piattaforme tematiche, l'invenzione di mostre/dispositivi, lo stato della produzione dei saperi e delle soggettività, nelle pratiche artistiche attuali, saranno al centro del dibattito al fine di definire modalità di intervento e di azione culturale comune. Ogni panellist sarà invitato a presentare una ricerca secondo la propria esperienza e specificità disciplinare, attivando un dibattito pubblico in cui discutere le posizioni emerse e i diversi approcci alla curatela proposti, in un confronto di posizioni sulle prospettive globali dell’arte contemporanea oggi.
I punti di partenza del forum saranno selezionati in base ad un lavoro di monitoraggio delle posizioni curatoriali referenziali per questa platea emergente. Nei mesi precedenti alla piattaforma di discussione saranno infatti interpellati, attraverso domande specifiche, personalità affermate del panorama internazionale e riconosciute come portavoce di una curatela politicamente e socialmente impegnata.

Il contesto

Everybody talks about the weather. We don't, rifletterà prima di tutto sulla prossima Biennale di Venezia affidata alla direzione artistica di Daniel Birnbaum. Le manifestazioni internazionali su larga scala e le Biennali cosiddette periferiche o 'postcoloniali' proliferano, in modo esponenziale, in tutto il mondo. Si succedono a cadenza regolare e investono anche luoghi lontani dalla geopolitica dell'arte contemporanea ormai da un decennio. Oggi molte di queste manifestazioni sono diventate dei dispositivi spettacolari assoggettati all'industria culturale e alla valorizzazione capitalistica della produzione artistica. Qual è l'impatto sulla storia e il dibattito dei sistemi espositivi? Sono le concezioni teoriche e le pratiche curatoriali una messa in discussione degli standard culturali, o sono all'opposto una continua riterritorializazione delle istanze di trasformazione, degli spazi di sperimentazione e delle dinamiche aperte di libertà? Come sono cambiati i format espositivi? Hanno ambizioni geopolitiche? Possono denunciare il processo di globalizzazione avviato dall'impero (il nuovo ordine mondiale del sistema capitalistico e delle economie liberiste)? Quali scenari culturali tracciano? Lo stesso Daniel Birnbaum in un articolo (1) recentemente apparso su un numero di “Domus” afferma: “La Biennale è morta. La sua formula di contenitore dell'espressione artistica si è esaurita proprio come è accaduto al romanzo negli anni sessanta. [...] Ma soprattutto credo che la 50° Biennale di Venezia del 2003 che annoverava mostre incompatibili tra loro e che ha spinto la pluralità radicale, il più lontano possibile, abbia centrato una missione. Dopo di essa, non si è più potuto tornare ad essere normali”. E il direttore della 53° Esposizione Internazionale, Biennale di Venezia conclude che la nuova frontiera di questa sperimentazione sarà la fiera d'arte. Può ancora il sistema Biennale decostruire le storie, le politiche, le narrazioni istituzionali e riflettere sui modelli espositivi?
I saperi tra cui la produzione artistica (come indicava Foucault) possono essere usati per assumere una posizione, applicati quotidianamente alla realtà e messi alla prova dentro percorsi di lotta? Le Biennali possono ancora essere luoghi per la verifica e la produzione di idee e ipotesi? Come creare nuovi paradigmi di curatela? Dopo una fase di empowerment è ormai consuetudine diffusa affiancare alle fiere o alle manifestazioni internazionali di mercato delle attività discorsive con programmi speciali di simposi, lecture, discussioni, piattaforme tematiche, forum, scuole, artist’s talk, ecc. Secondo Marco Scotini “I dispositivi culturali delle società disciplinari come la nostra mirano a contenere le funzioni intellettuali e creative all’interno della cornice del capitale. Addirittura, senza intaccare il loro potenziale critico e trasformativo, utilizzano e canalizzano i nuovi modi di espressione nei processi di valorizzazione capitalista e nel governo dei pubblici e della società”. Questo pone il problema sul sistema di produzione e di distribuzione delle forme artistiche e culturali. Come mostrare il disaccordo, il dissenso. Come ri-pensare la cultura attraverso il politico e la politica. Come può una pratica curatoriale e discorsiva produrre nuove forme di soggettività e diventare uno strumento di critica delle istituzioni? Quali sono le nuove forme di produzione della conoscenza nelle pratiche artistiche attuali, le strategie, le prospettive gli approcci e i paradigmi della curatela emergente? Stiamo assistendo attualmente a una sorta di ‘schizofrenia’: la cultura oggi non è più uno spazio autonomo di resistenza e di critica ma è asservita al ruolo egemone dell'industria creativa globale, dei processi di valorizzazione produttiva del sapere, inclusi i contesti locali in cui ha luogo. Come creare allora una piattaforma condivisa di lavoro e un laboratorio per tradurre le complesse geografie in mutamento? Può la curatela prendere una posizione?

La piattaforma di Utopian Display

Everybody talks about the weather. We don't, trova un suo precedente, oltreché una collocazione, all'interno di The Utopian Display. The Utopian Display è un ciclo di conferenze, curato da Marco Scotini e Maurizio Bortolotti, volto ad inaugurare in Italia una riflessione sull'attività curatoriale contemporanea. La prima edizione risale al 2003.
Nel 2006 The Utopian display va avanti e si sviluppa ulteriormente come strumento di supporto al Biennio di II livello sull'attività curatoriale della NABA. Le conferenze mettono a fuoco un ampio raggio di pratiche curatoriali su scala internazionale che trattano in modo specifico temi, concetti, storie, culture e modelli espositivi. L'importanza di tale discussione nasce dalla convinzione che negli ultimi decenni il dibattito artistico si sia sviluppato soprattutto attraverso la produzione di mostre su scala globale. Il titolo, The Utopian Display, vuole essere perciò una traccia attorno alla quale sviluppare un discorso sulla pratica artistica contemporanea e, nello stesso tempo, una sollecitazione che lascia spazio aperto alla molteplicità delle possibile interpretazioni che gli stessi curatori invitati intendono dare di esso. La definizione di "mostra utopica" può così essere intesa come quella in cui si esprimono, in ambito artistico, le idee politiche o le istanze immaginarie e di liberazione dell'individuo, oppure può essere interpretata come la mostra "ideale" che ogni curatore ha per modello, o qualcosa d'altro ancora.

1 D.Birnbaum, La Biennale è morta, viva le Biennali, in “Domus” n. 904, giugno 2007, pp. 87

Le due giornate sono aperte al pubblico.

EVERYBODY TALKS ABOUT THE WEATHER. WE DON'T
7/8 Aprile 2009 - Ed. Amaranto (20) Spazio Elastico - NABA Nuova Accademia di Belle Arti Milano - MA Visual Arts and Curatorial Studies
Programma del forum / Forum programme

Martedì 7 Aprile \ Tuesday April 7th

> 10.00
Benvenuto di \ Welcome by
Elisabetta Galasso, direttrice della NABA

> 10.15
Introduzione di \ Introduction by Marco Scotini

INSTITUTIONS

> 11.00
Introduce e modera \ Introduced and moderated by Andris Brinkmanis

> 11.15 - Eva Fabbris
> 11.30 - Francesca Boenzi
> 11.45 - Stefano Taccone
> 12.00 - Pieternel Vermoortel
> 12.15/13.15 – discussione aperta su/ open discussion on Institutions

lunch break


POWER

> 15.15
Introduce e modera \ Introduced and moderated by Matteo Lucchetti

> 15.30 - Marko Stamenkovic
> 15.45 - Marco Baravalle
> 16.00 - Giacomo Bazzani
> 16.15 - GRID
> 16.30 - Manuela Moscoso
> 16.45 - Societè Realiste
> 17.15 - Giovanni De Donà

coffee break
> 18/19 discussione aperta su \ open discussion on Power


Mercoledì 8 Aprile \ Wednesday April 8th

CURATORSHIP

> 10.00
Introduce e modera \ Introduced and moderated by Elvira Vannini

> 10.15 - Inti Guerrero
> 10.30 - Domenico Quaranta
> 10.45 - Ilaria Gianni
> 11.00 - Irene Grillo
> 11.15 - Caterina Riva

ore 11.45/12.45 discussione aperta su \ discussion on Curatorship

> 12.45
Chiusura \ Closing the talk

Per informazioni:
Matteo Lucchetti, Elvira Vannini - infoetatw@gmail.com
Giulia Pitzolu Tel. 02 97372264 - giulia.pitzolu@naba.it

NABA – Nuova Accademia di Belle Arti di Milano
Via Darwin 20, Milano 20100

---english

The forum Everybody talks about the weather. We don't
Curatorship, Institutions and Power.

a two days meeting with an international curators emergent scene
7th and 8th April 2009

NABA - Nuova Accademia di Belle Arti di Milano
MA Visual Arts and Curatorial Studies

The forum Everybody talks about the weather. We don't, promoted by NABA – New Academy of Fine Arts of Milan – is a project by Marco Scotini – coordinated by Andris Brinkmanis, Matteo Lucchetti and Elvira Vannini – and it consists of two days of meetings, lectures and open debates, with the collaboration of young italian and international curators.
The project takes its origins into the M a ster of Visual Arts and Curatorial Studies, but it opens to the public including also cultural spaces outside the Academy with the aim of activate a cultural debate, a comparison, in Italy and abroad, on the exhibition's problems. The project boasts of the collaboration with European curatorial schools that become partners of NABA in its realization.

The participants
Marco Baravalle, Giacomo Bazzani, Andris Brinkmanis, Francesca Boenzi, Giovanni De Donà, Eva Fabbris, Ilaria Gianni, GRID, Inti Guerrero, Matteo Lucchetti, Sonia May, Domenico Quaranta, Angela Serino, Societè Realiste, Andrea Roca, Marko Stamenkovic, Stefano Taccone, Elvira Vannini, Pieternel Vermoortel.

Project Everybody talks about the weather. We don’t
By Marco Scotini
With Andris Brinkmanis, Matteo Lucchetti, Elvira Vannini

Network partner Undo.net
In partnership with Center for Art and Media (ZKM) Karlsruhe / Postgraduate Program in Curating MAS (ZhdK) Zurich / Research Fellow in Curating at Birmingham City University

The concept

On the 7th and 8th of April will take place, at NABA in Milan, a conference dedicated to the relation between cultural production and Institution - in prospect of the next Venice Biennial - with the response of an 'emerging' scene of young curators, that within the format will alternate into a discussion space, starting from their proper curatorial position, about some of the key-places of cultural contradiction inside the postfordist dynamics.
The development of thematic platforms, the creation of exhibitions/devices, the state of production of knowledges and subjectivities, into the current art experiences, will be the focus of the debate aimed to define the course of the common cultural intervention and action. Each panellist will be called upon to show a research according to his personal experience and cultural education, activating a public debate around the positions emerged and the different approaches suggested by the curators, in a comparison of positions with regard to the global point of view on the present contemporary art.
The starting points of the forum will be selected on the basis of a new work of monitoring of the curatorial positions, referential for the emerging audience. In the months previous to the discussion platform, affirmed characters of the international scene identified as spokesmen of a curatorial practice politically and socially committed will be consulted through specific questions.

The context

Everybody talks about the weather. We don't, is going to reflect mainly upon the next Venice Biennial committed to the artistic direction of Daniel Birnbaum. The international large-scale manifestations and Biennials so-called peripheral or 'postcolonial' are proliferating, exponentially, all over the world. For a decade by now they are regularly coming one after the other involving also places distant from the contemporary art geopolitics. Today many of these manifestations have become the spectacular devices subjected to the cultural industry and to the capitalistic valorisation of art production. Which the effect over the exhibition systems' history and debate? Are theoretical conceptions and curatorial practices a questioning of the cultural standards, or on the contrary are they a continual riterritorialisation of requests for changing experimentation areas and open dynamics of freedom? How have been changed the exhibition formats? Do they have geopolitical ambitions? Can they blame the globalization process actuated by the empire (the new global order of capitalistic system and open-door economies)? Which the delineated cultural scenes?
Daniel Birnbaum himself, with an article1 recently appeared in “Domus”, declares: “The Biennial is dead. Its formula as a container of artistic expression is worn out in the same way as the genre of the novel tired out in the Sixties [...] Above all, in my opinion, the 50° Venice Biennial of 2003, with its welter of inconsistent exhibitions, has pushed radical plurality as far as possible, and it hit the mark. After it, it was impossible to get back to normal”. The director of the 53° International exhibition, Venice Biennial, ends stating that the new frontier of this experimentation will be the art fair. Can still the Biennial system deconstruct histories, politics and institutional stories while reflecting Can the knowledges, among whom the artistic production (as suggested by Foucault), be used in order to take a position, if daily applied to the reality and tried out into fight courses? Can Biennials still be places for check and production of ideas and hypothesis? How to create new curatorial paradigms? After a phase of empowerment it is almost common practice the combination of fairs and international market events with debates and special projects of symposium, lectures, panel discussions, thematic platforms, forums, schools, artist's talk, etc...
According to Marco Scotini “the cultural devices of disciplinary societies like ours aim to hold the intellectual and creative functions inside the capital frame. Even, with no damages to their critical and transformative potential, they use and channel the new forms of expression into the processes of capitalist development and into the social and public administrations”. The question arises a problem on the production and distribution system of artistic and cultural forms. How to show the disagreement, the dissent. How to rethink the culture in therms of political and politics. How can a curatorial and colloquial practice produce new forms of subjectivity and become an institutions' critical medium?
Which are the new forms of knowledge production into the current arts practices, strategies, outlooks, approaches and paradigms of the emerging curatorial practice? At present we are attending to a sort of 'schizophrenia': today culture is no more an autonomous space of resistance and critics, but it is subjected to the hegemonic role of the global creative industry, of the processes of productive knowledge valorisation, including the local contexts in which it takes place. Then how to create a common platform of work and a laboratory in order to translate the complex changing geographies? Can the curatorial practice take a position?

The Utopian Display platform

Everybody talks about the weather. We don't, besides finding its conceptual roots, finds also a placement into The Utopian Display. The Utopian Display is a course of lectures, curated by Marco Scotini and Maurizio Bortolotti, directed to open in Italy a public reflection on contemporary curatorship. The first edition is dated 2003 and in 2006 The Utopian display goes forward and develops further as a tool of the NABA Master of Visual Arts and Curatorial studies. The lectures give a focus to a wide range of curatorial practices, on an international scale, that deal specifically with subjects, concepts, histories, cultures and display models. The importance of such discussion comes from the belief that in the last decades the artistic debate has developed mostly through the exhibition production on a global scale. The title, The Utopian display, therefore wants to be a track from which a discourse on the contemporary art practice can grow and, at the same time, a urging that leaves an open space on the multiplicity of the possible interpretations that the invited curators themselves can give of it. The definition of 'utopic exhibition' can thus be understood as the the one where are expressed, in the art field, political ideas or the imaginary and of liberation requests of the individual, or it can be interpreted as the 'ideal' show that every curator takes as model, or something else more.

1 D. Birnbaum, The Biennial is dead, long live the Biennials , in “Domus” n. 904, June 2007, pp. 87 upon the exhibition models?

The two days meeting is open to the public.

For further information:
Matteo Lucchetti, Elvira Vannini - infoetatw@gmail.com
Giulia Pitzolu - Tel. +39 02.97.372.264 - giulia.pitzolu@naba.it

NABA – Nuova Accademia di Belle Arti di Milano
Via Darwin 20, Milano 20100

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