Esposta Associazione culturale
Verona
via Interrato dell'Acqua Morta, 13b
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Stefania Pedretti e Natalia Saurin
dal 27/3/2009 al 28/4/2009

Segnalato da

Esposta Associazione culturale




 
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27/3/2009

Stefania Pedretti e Natalia Saurin

Esposta Associazione culturale, Verona

...e vissero per sempre felici e contenti. Le due artiste intrecciano i loro percorsi attraversando l'immaginario delle favole e della fantasia in una tensione al superamento delle eroine fragili.


comunicato stampa

a cura di Anastasia Mostacci

“C’era una volta ….”, così inizia ogni fiaba degna di questo nome.
Se pensiamo alle versioni originali, esse sono spesso molto più cruente e con figure protagoniste meno stereotipate rispetto alle versioni dominanti, edulcorate e disneyane, tutte tese nello slancio verso l’immobilità del lieto fine. Ed è proprio su questi due elementi, il lieto fine e le figure protagoniste, che si incentrano i lavori di Stefania Pedretti e di Natalia Saurin.

Già compagne nel gruppo musicale femminile Allun, collaborano dal 2001.
Hanno curato ed esposto nella collettiva, tutta al femminile, “OGM”, presentata, insieme alla performance “Fashion Allun” (sfilata di improbabili vestiti e modelle improprie), in Italia ed in Europa. In seguito “Fashion Allun” diviene una performace-spettacolo e viene presentata alla “Biennale Adriatica” di S.Benedetto del Tronto, al festival ”Vie di Fuga” di Vigevano, alla “Flash Art Fair” di Milano, al festival “Maravee” di Udine, al “Lady Party 2005” di Roma, a Brescia, al festival “Stadfest” di Berlino e al L.U.X. di Berlino.

Come Allun curano inoltre la sonorizzazione del video-art “Something wrong” e del video-art “Everything is ok” di Natalia Saurin e Silvia Levenson. Nel 2008, per il decennale delle Allun, presentano un nuovo spettacolo, in collaborazione con la ballerina di danza butoh Nicoletta Brandi, in Italia, Slovenia, Francia e Svizzera.

Collaborano con l’attrice e regista Chiara Chiarelli nel suo nuovo spettacolo ”Manifesto per l’eliminazione dell’uomo”, presentato all’interno del festival “Trame d’autore” al teatro Out off di Milano.

In questa mostra, le due artiste intrecciano ancora una volta i loro percorsi attraversando l’immaginario delle favole e della fantasia in una tensione al superamento di quelle eroine fragili, emblemi di virtù come bellezza, dolcezza, compiacenza e sopportazione. Quelle ben note immagini ci giungono ora come attraverso uno specchio deformante, nel tentativo di inventare un nuovo finale, che non si risolva nel “per sempre” a cui si attribuisce, illusoriamente, il potere di anestetizzare le angosce sul futuro.

L’installazione di Stefania Pedretti, intitolata in manieranallusiva “C’era una volta…”, ricrea un bizzarro salottino della nonna, lo scenario familiare in cui una vecchina ricama incessantemente, magari raccontando qualche fiaba ai nipotini, e appende alle pareti i suoi ricami, piccoli centrini preziosi lavorati a mano. Questi ricami ritraggono appunto principesse delle fiabe, figure femminili dolci e romantiche, che sono però deturpate, grondanti sangue come nei migliori film splatter…attraverso l’ironia e questo gioco sui dettagli, l’artista pare suggerirci (ancora una volta, come già con “Fashion Allun”) la via per uno spostamento nella nostra percezione della bellezza e nell’immaginario collettivo (che sia fiabesco o reale).

Natalia Saurin, nella sua serie di lavori e video dal titolo “Happily even After”, prende in prestito la figura di Biancaneve (”bianca come la neve, nera come l’ebano e rossa come il sangue”) per continuare la sua indagine sulla spasmodica ricerca, tipica della nostra contemporaneita’, della ‘Felicita’ con la F maiuscola’; un tema che percorre gran parte della sua opera.

Esposti fin da subito all’idea di un “per sempre”, utilizziamo infatti la favola come coccola, aspirazione e “sonno della coscienza”, in una realtà dove i modelli imposti sono spesso irraggiungibili, e assistiamo ad una ricerca forzata della perfezione come illusoria garanzia di una felicità eterna. Anche qui, tra sorrisi e atmosfere magiche, è l’ironia di uno sguardo sbilenco ad aprire nuove prospettive sulla fiaba: è così che Biancaneve, liberatasi dall’innocenza e da quel candore a tutti i costi, può esplorare nuove modalità per conquistarsi il suo lieto fine…

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